mercoledì 30 settembre 2015

"Il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo"




VANGELO (Lc 9,57-62) In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

Parola del Signore 

Leggendo il Vangelo non ho potuto fare a meno di pensare a te Maria, la madre che Gesù ci ha consegnato, regalato, affidato sotto la croce.
Il suo capo quante volte lo poggiò sul tuo seno, quante volte lo hai stretto a te!
Nella gioia e nel dolore...
Per questo oggi a te rivolgo i miei occhi e tendo le mani.
Non pensavo che fossi così importante per la mia vita, anche se ti porto nel nome che i miei mi dettero per mettermi sotto la tua protezione.
Questo nome accomuna noi tre sorelle che a volte non abbiamo niente da dirci e viviamo lontane fisicamente e non solo.
Ma tu Maria ci ricordi quell'unica matrice da cui siamo state tratte, il rosario che pendeva a capo del letto dei nostri genitori e il voto di mamma per la salvezza delle nostre anime( ogni notte un rosario e il sabato tre).
Non dimentico neanche ( come potrei?) i pellegrinaggi che i miei facevano ai tuoi santuari per implorare grazie, nè la supplica che riuscì a fermare le bombe, mentre la mia famiglia era in fuga dal fronte, insieme ad altre cento persone pigiate dentro un casolare, rifugio improvvisato per scampare al pericolo.
E che dire di quando scoppiavano i temporali e nonna Antonietta con la corona in mano ci invitava a salire nel grande lettone e unirci alla sua preghiera?
Tu madre, sei stata il rifugio, la forza di quelli che mi hanno preceduto.
Alla laurea mi regalarono un rosario d'oro che feci fondere subito, delusa perchè non sapevo che farmene.
Gli studi filosofici mi avevano allontanato dalla sana dottrina.
Fu papà che negli ultimi anni dolorosi della sua lunga vita mi parlò di te e mi fece tornare la nostalgia di quanto fosse importante rivolgersi a te nei momenti di bisogno.
Nelle sue mani, quando morì, misi il mio primo rosario pregato con il cuore, un rosario di legno d'ulivo che un'amica mi regalò, caldo di preghiere e di fede.
Da lì avevo cominciato io a relazionarmi con te che pensavo fossi un optional, dopo aver passato al vaglio per tutta la vita le cose importanti, separandole da quelle inutili.
E tu madre sei capitata nel materiale di scarto negli anni del mio esilio, della grande tribolazione, della ricerca con le unghie e con i denti del tesoro nascosto nel mio cuore diventato di pietra.
Poi un giorno mi resi conto che non basta conoscere il re per entrare nella sua casa.
Così mi rivolsi a te, perchè non mi riusciva più di capire Gesù.
"Una madre sicuramente conosce meglio di tutti il figlio!” mi dissi e ricominciai  da quel Kàire, "Rallegrati" che ancora oggi sento risuonare nella mia vita quando il cielo si oscura e la prova si prolunga più del dovuto.
Tu Maria sei stata la battistrada di un cammino di luce, di pace, di ascolto e di preghiera, cammino di fede dove lo Spirito continua a fecondare la terra che tu mi insegni a coltivare.
Maria non so come farei a vivere il Vangelo, specie quando le parole di Gesù sono forti, esigenti come quelle di oggi, se non ci fossi tu che mi ricordi tutto quello che Gesù ti comunicò anche quando era fisicamente lontano.
Come potrebbe una madre non sapere, dimenticare, non partecipare alle gioie e ai dolori del figlio, come potrebbe non capire il significato nascosto delle parabole, tu la prima figlia, la prima piccola del regno destinata a diventarne regina?
Voglio affidare questa mattina a te Maria la mia preghiera per essere capace di lasciare tutto e seguire Gesù, continuando a esercitare il mio ruolo...
... di sposa, di madre, sorella, amica...
... ma soprattutto figlia di Dio, che non è un ruolo ma un'identità, che mi fa vivere con gli occhi fissi all'infinito senza fermarmi all'orizzonte.

martedì 29 settembre 2015

Mille migliaia lo servivano.





(Dn 7,9-10.13-14)
Io continuavo a guardare,
quand’ecco furono collocati troni
e un vegliardo si assise.
La sua veste era candida come la neve
e i capelli del suo capo erano candidi come la lana;
il suo trono era come vampe di fuoco
con le ruote come fuoco ardente.
Un fiume di fuoco scorreva
e usciva dinanzi a lui,
mille migliaia lo servivano
e diecimila miriadi lo assistevano.
La corte sedette e i libri furono aperti.
Guardando ancora nelle visioni notturne,
ecco venire con le nubi del cielo
uno simile a un figlio d’uomo;
giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui.
Gli furono dati potere, gloria e regno;
tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano:
il suo potere è un potere eterno,
che non finirà mai,
e il suo regno non sarà mai distrutto. Parola di Dio
.


Ieri Signore ti sei presentato a noi come un bambino, perchè ti accogliessimo senza pregiudizi, fidandoci di te che sei mite e umile di cuore, di te che ti sei fatto ultimo e servo dei servi per salvarci.
Non vuoi farci paura Signore e vuoi cancellare dalla nostra memoria il pensiero che tu sei un giudice infessibile a cui nulla sfugge, pronto a farci pagare il conto di tutte le nostre inadempienze senza pietà.
Ricordo quando ero piccola eri il mio incubo, il mio persecutore, pronto a mandarmi all'inferno per la più piccola inadempienza.
Avevo paura, tanta paura di te e delle fiamme che mi avrebbero divorato e passavo il tempo a studiare il modo per sfuggire ai tuoi lunghi e poderosi tentacoli di morte.
Quanto mi sbagliavo Signore!
Solo ora che ti ho conosciuto, ora che mi sei diventato intimo così tanto da non riuscire a vivere lontano da te, posso dire che tu sei quello che mai avrei mai potuto pensare, immaginare.
Così piccolo, così fragile, ma così grande, così potente, così forte, esplosivo direi nella vita che si sprigiona da ogni parola uscita dalla tua bocca.
E oggi finalmente ti vedo nella tua grandezza, potenza gloria che lungi dal farmi paura mi rassicura, mi consola e mi rafforza nella speranza che un giorno anche io ne farò parte. 
E che dire dei tuoi angeli, i tuoi messaggeri attraverso i quali fai fare agli uomini esperienza della tua fedeltà?
Grazie ai tuoi angeli Signore sono arrivata a te o tu meglio sei riuscito adabbattere i pregiudizi e le paure che m'impedivano d'incontrarti.
Quanti angeli sul mio cammino, non riuscirei neanche a contarli, tanti sono!
Tanti che mi hanno aiutato nei momenti più difficili della mia vita, ma anche tanti attraverso i quali mi sono arrivati i tuoi consigli, le tue medicine, il tuo aiuto contro i miei e tuoi nemici.
Ti ringrazio Signore per tutti gli angeli che collaborano al tuo progetto d'amore; aiutami a riconoscerli come messaggeri di speranza, di pace, di perdono.

sabato 26 settembre 2015

" Io vengo ad abitare" in mezzo a te."(Zc 2,14)



(Zc 2,5-9.14-15)

Alzai gli occhi, ed ecco un uomo con una fune in mano per misurare. Gli domandai: «Dove vai?». Ed egli: «Vado a misurare Gerusalemme per vedere qual è la sua larghezza e qual è la sua lunghezza».

Allora l’angelo che parlava con me uscì e incontrò un altro angelo, che gli disse: «Corri, va’ a parlare a quel giovane e digli: “Gerusalemme sarà priva di mura, per la moltitudine di uomini e di animali che dovrà accogliere. Io stesso – oracolo del Signore – le farò da muro di fuoco all’intorno e sarò una gloria in mezzo ad essa”.

Rallégrati, esulta, figlia di Sion,

perché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te.

Oracolo del Signore.

Nazioni numerose aderiranno in quel giorno al Signore

e diverranno suo popolo,

ed egli dimorerà in mezzo a te».

Parola di Dio



" Io vengo ad abitare in mezzo a te".

Così dici Signore attraverso le parole del profeta Zaccaria al popolo che cercava di ricostruire ciò che era stato distrutto dal tempo e dalla lontananza.

Il popolo si preoccupa di ricostruire il tempio, ma non può esistere tempio se non in una città ben fortificata per evitare che i nemici ne facciano scempio.

Ed ecco che un uomo cerca con una cordicella di misurarne la dimensione, prendere le misure per erigere mura di fortificazione.

Che bello Signore leggere che tu vuoi una città aperta e accogliente, una città senza barriere perchè tutti vi possano accedere da qualsiasi parte provengano e qualunque sia il loro numero.

Sembra strano che tu non voglia difendere il tuo tempio, ma ciò che ci consola è che non noi ma tu sarai il muro che impedirà al nemico di entrare e di attentare alla nostra vita.

Tu sei il nostro muro, non abbiamo bisogno di altro per vivere le relazioni con il mondo, il tuo fuoco, fuoco d'amore e di purificazione, Spirito di consiglio e di fortezza, Spirito consolatore, Spirito di Dio abbraccerai la tua creatura, la solleverai sulle tue ali e nessun male potrà colpirla.

Aiutaci Signore ad abbattere tutte le barriere che mettiamo a che circoli l'amore, la condivisione, la comunione, la gioia di appartenerti, la gratitudine a te che non ti stanchi mai di accoglierci nella tua casa, di farci abitare sulle alture e ci dai i piedi delle cerve e la forza dei bufali e ci ungi di olio spendente.

Di cosa dobbiamo avere paura?

A Maria hai donato la primizia del tuo giardino, a noi i frutti del suo fiore, del sì gioioso alla tua volontà.

Come Maria vogliamo cantarti il nostro Magnificat perche il tuo fuoco mi divora e accende il desiderio che arrivi fino ai confini della terra.

Niente muri, niente barriere, ma cuori di carne dilatati per accogliere i fratelli in attesa di trovare chi li accolga senza giudicarli, si prenda cura di loro e li porti davanti al tuo altare.

Maria ci sia maestra e compagna di viaggio, donna pellegrina, pellegrina d'amore, di misericordia, di perdono, ma principalmente donna gioiosa perchè ti porta nel cuore.

Tu Signore hai aperto le porte a tutti e i tuoi nemici hanno fatto scempio del tuo corpo, ma nessun osso ti è stato spezzato e ciò che sembrava esserci tolto per sempre è stata la nostra salvezza.

Tu ti sei fatto uccidere per abbattere il muro di divisione che ci separava, tu non hai avuto paura a consegnarti ai tuoi persecutori, perchè non eri solo su quella croce, ma il Padre la sosteneva e lo Spirito teneva accesa la tua preghiera.

venerdì 25 settembre 2015

"Le folle chi dicono chi io sia?"



Ancora questa domanda Signore, ancora una volta ci chiedi la stessa cosa.
E quel mettere ogni volta a suggello della risposta che si avvicina di più alla verità l'annuncio della passione...
Sembra che lo fai apposta a toglierci la gioia, la soddisfazione di averci azzeccato, aggrappandoci alla speranza che le nostre tribolazioni sono finite.
E invece tu rincari la dose specie quando siamo diventati amici più intimi e dipendenti a tal punto da te che l'idea che ti succeda qualcosa non riusciamo ad accettarla.
Una volta un sacerdote in confessione mi chiese se ero disposta a offrire per la salvezza dell'anima dei miei fratelli il paradiso.
Mi sembrò una pazzia e gli risposi, senza pensarci due volte, di no.
"Mica sono scema, si fa tutto per quello" aggiunsi.
Mi disse che tu dopo la morte eri andato agli Inferi, il luogo più lontano da tuo Padre, per liberare i prigionieri, nel luogo che noi chiamiamo Inferno.
Tu vuoi che noi sappiamo a cosa andiamo incontro riconoscendoti come nostro Signore e salvatore, vuoi che alziamo lo sguardo alla croce, come fecero gli israeliti sollevando lo sguardo al sepente messo sull'asta, per guarire dai morsi velenosi delle bestie striscianti che popolavano il deserto.
Più mi avvicino a te e più i morsi della bestia mi dilaniano la carne.
Ma io continuo a tenere alto lo sguardo a te che mi dici " coraggio.. non avere paura... sono con te".
Oggi attraverso le parole del profeta Aggeo ci inviti ad avere coraggio, a non avere paura perchè tu sei con noi, sempre.
Ne avevo bisogno Signore, come dell'aria che respiro, come del sangue che scorre nelle vene in un momento della mia vita dove le onde e il vento fanno paurosamente oscillare la mia piccola imbarcazione.
Io mi fido di te Signore, non posso farne a meno.
Con la croce hai salvato il mondo.
Perchè dovrei pensare che la mia croce non serva a ricostruire la tua casa?
Dammi forza e coraggio Signore, in te spero,
dammi gioia e gratitudine, in te pongo ogni mio desiderio.
Dammi fede, quel tanto che basta per non smarrirmi quando il sole si copre,
dammi occhi per vedere sempre l'arcobaleno far capolino tra le nuvole,
versa oggi il tuo amore quotidiano nella mia piccola brocca,
dilatala se vuoi, sì che possa contenerne di più.
Rendimi generosa Signore perchè non lo tenga tutto per me.
Aiutami a distribuirne a chi ne ha bisogno.
Tu sei il mio Dio, sei il Dio dei miei padri, sei il mio Signore, il mio Salvatore.
Qualunque strumento tu abbia usato per riprendermi dall'inferno io ti benedico.
Il tuo amore sia riconosciuto da tutti nel tuo abbraccio inchiodato alla croce.

martedì 22 settembre 2015

Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica.


STARE FUORI
VANGELO (Lc 8,19-21)
In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla.
Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti».
Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».
Parola del Signore


Siamo noi Signore che oggi vogliamo incontrarti, vederti, sentirti. Vogliamo farci spazio tra la folla che si accalca e spinge e ci impedisce di ascoltare, vedere, toccare te, che rendi bella, buona, giusta la nostra vita. 
Vorremmo ma facciamo fatica, perchè siamo fuori e fuori della tua casa, della tua vita, della tua storia è molto impropabile incontrarti.
La folla dei pensieri, dei desideri, delle occupazioni e preoccupazioni, dei giudizi e dei pregiudizi ci impediscono di avvicinarti, tutti i no che incontriamo sulla nostra strada, i paletti, i rifiuti, i fallimenti, il crollo delle nostre umane speranze, che attribuiamo a te sommo Amore.
Quante cose ci impediscono di entrare nell'intimità della tua casa, pur varcando ogni giorno le porte della tua chiesa, rivolgendo a te preghiere e suppliche per essere esauditi nelle nostre legittime aspirazioni.
Ma tu non rispondi, sei un Dio muto che non ha nè braccia, nè gambe, nè occhi, nè mani, nè bocca, così almeno ci convincono a credere. 

Cerchiamo soluzioni lontano da te, al di fuori di te e non otteniamo che frustrazioni e infelicità prolungata nel tempo.
Forse non basta tutto questo per convincerti ad aprire il cuore?

Il nostro Signore, non il tuo, perchè tu non ci hai mai chiuso le porte del paradiso.
"Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi, io vi ristorerò".
Noi siamo affaticati e oppressi Signore e vorremmo anche noi arrivare a te senza sconti o scorciatoie, facendo la fila, accettando l'attesa come tempo di penitenza e di purificazione, di silenzio e di accoglienza dell'altro che ci sta vicino e ci spinge e ci strattona. L'altro in cui tu ti nascondi, l'altro dove ci aspetti per far germogliare nella nostra vita il seme della tua parola, sì che porti frutto in abbondanza.

mercoledì 9 settembre 2015

"Cercate le cose di lassù"

 


Meditazioni sulle letture di mercoledì della XXIII settimana del TO anno dispari

PRIMA LETTURA (Col 3,1-11) Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.
Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria;
a motivo di queste cose l’ira di Dio viene su coloro che gli disobbediscono. Anche voi un tempo eravate così, quando vivevate in questi vizi. Ora invece gettate via anche voi tutte queste cose: ira, animosità, cattiveria, insulti e discorsi osceni, che escono dalla vostra bocca.
Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato. Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.

Parola di Dio

VANGELO (Lc 6,20-26)
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
 Parola del Signore 
 
"Cercate le cose di lassù"
Certo Signore hai ragione a dirci che cosa dobbiamo cercare. In fondo tu ne sai molto più di noi perchè ci hai creato e ci ami, perchè sei padre e un padre non si sognerebbe di fare del male ai suoi figli.
Se avessi letto queste parole anni addietro, quando ero giovane e spensierata, avrei pensato alla morte, al dopo, a cose che si trovano solo alla fine del viaggio della vita. Ora sono sempre più convinta del contrario e passo il mio tempo a cercare qui e ora le tracce del tuo passaggio, i segni del tuo amore nel percorso accidentato di questa mia vita che volge al termine.
Mi affascina il fatto che sei imprevedibile e non finisci mai di inventare un luogo, una persona, una situazione impensabile per farci star bene, per aiutarci a tessere questo arazzo che stiamo cercando di ricamare a rovescio, con tanti fili spezzati, nodi e grovigli che non ci danno il gusto di nulla ma solo la percezione di esserci affaticati invano.
Poi tu vieni all'improvviso e ci fai salire su un monte alto e ci fai vedere  la vita dalla parte giusta, sopra , dove il sole può posare i suoi raggi e illuminare il nostro lavoro con te a fianco, sempre, almeno nel desiderio.
Oggi chiami beati quelli che beati non sono nel nostro vocabolario, gli sfigati, quelli a cui le cose non vanno mai dritte.
Conviene credere che è vero ma in fondo facciamo sì con la bocca storta ma il cuore è tutt'altro che in pace.
Come essere beati oggi se siamo poveri, afflitti, perseguitati? Oggi dico, non dopo che abbiamo versato il sangue su tanti diritti negati, tanti no ingiusti, tanto dolore innocente.
Beato dal verbo beare latino. Meno male che ho studiato e l'ho insegnato il latino perchè  a volte la chiave sta proprio nell'etimologia della parola.
Maria, la madre che ci hai donato sotto la croce nel magnificat dice che tutti la chiameranno beata e non che tutti la chiameranno santa.
Questa cosa mi ha fatto riflettere sul perchè lei che è santa più di ogni creatura non ha detto di lei questa parola.
Probabilmente, anzi certamente perchè voleva che ognuno di noi potesse riconoscersi in quella persona che è resa beata, felice da te, che trova in te tutto ciò che gli manca.
Beare, far contento, beato(  participio passato passivo)essere reso felice da qualcuno.
E chi se non Tu consoli il tuo popolo e gli togli l'afflizione, chi se non Tu doni la pace e ci riconcili con noi stessi?
Il mondo è pieno di gente che ha fame ha sete piange è infelice per qualcosa che gli è venuta a mancare o che non ha mai avuto.
Nell'esperienza della fede vediamo che più sei bisognoso e più cerchi aiuto.
"Il mio aiuto è nel nome del Signore, egli ha fatto cielo e terra"
Non voglio dimenticarmele queste paole, non sono mie, ma Parola di Dio, parola che crea e trasforma, guarisce e conforta, parola di vita, parola di eternità.
Grazie Signore perchè ti trovo non nel mio successo, nel vigore delle mie forze, nella salute, nel plauso della gente, ma nel mio peccato, nel mio limite, nel mio consapevole bisogno di aiuto.

martedì 8 settembre 2015

Natività della Vergine Maria



PREGHIERA


Oggi è la tua festa o Madre, che tuo figlio ci consegnò sotto la croce perchè ti accogliessimo in casa nostra e la rendessimo degna di ospitarLo per sempre.
Oggi è il giorno in cui tu fosti consegnata al mondo per accogliere nel tuo grembo immacolato e puro Cristo Signore.
Oggi si compie la Scrittura che annuncia ai popoli la salvezza attraverso una donna.
Tu Maria fosti predestinata a diventare la madre di Dio, terreno santo e immacolato, terra dissodata e soffice, perchè il seme dello Spirito fosse nutrito e reso visibile al mondo.
Tu Maria mi insegni tutto ciò che mi manca per essere figlia, madre e sposa del nostro Creatore.
Ti ci hai tracciato la trada, a te umili ricorriamo, esuli figli di Eva, a te volgiamo il nostro sguardo, a te chiediamo aiuto per diventare tempio della Sua presenza in mezzo a noi.
Tu sei ciò che era necessario perchè il culto fosse perfetto, la chiesa fatta di pietre vive di cui Cristo è il capo e noi le membra.
Ma tu Maria sei stata la prima culla, il primo umile riparo in cui Gesù potè posarsi e vivere per poi venire alla luce.
Mi piace pensare che la tua festa sia anche la nostra festa perchè sei la battistrada di un percorso che ci porta in paradiso se ti seguiamo, se prendiamo esempio da te, se meditiamo i misteri della gioia, della luce, del dolore e della gloria con te, li filtriamo attraverso i tuoi occhi e il tuo cuore.
Grazie Maria perchè senza tante parole, pochissime in verità, ci continui a dare un esempio di come vivere l'umiltà, l'obbedienza, il silenzio, la preghiera, nell'attesa, nel dolore e nella gioia il mistero che avvolge ogni uomo.
Grazie Madre perchè a te ho imparato a rivolgermi ogni volta che cerco tuo figlio, grazie perchè mi ricordi tutto quello che ha detto e ha fatto per noi.
Voglio oggi dire a me e a tutti gli uomini quel Kàire che l'angelo ti rivolse quando ti annunciò la nascita di Dio nel tuo grembo verginale.
A tutti voglio dire Kàire, rallegrati, rallegriamoci perchè il Signore è con noi sempre.
Maria aiutaci tu a non dimenticare tanti suoi benefici!

domenica 6 settembre 2015

Apriti!


" Ha fatto bene ogni cosa"

VANGELO (Mc 7,31-37)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
Parola del Signore

Dio ha fatto bene ogni cosa, dice la gente, quando vede Gesù che guarisce il sordomuto, ripetendo quello che Dio disse a conclusione di ogni giorno della creazione.
Era tutto cosa buona, ma la relazione tra l'uomo e la donna, era cosa molto buona.
L'umanità sessuata, creata a sua immagine, destinata a somigliargli, concluse la creazione, perchè proprio alla capacità di aprirsi e di accogliersi l'un l'altro Dio affidò il compito di procreare, di dare la vita al mondo.
La relazione è feconda solo se non si rimane chiusi in se stessi, se non si esce e si parte alla volta della terra sconosciuta dell'altro, davanti alla quale è d'obbligo togliersi i sandali, perchè è terra sacra.
Entrare nella terra promessa è proprio questo atteggiamento di apertura da parte di chi s'inoltra in un paese che gli è sconosciuto ma su cui Dio ha messo il suo sigillo.
La terra dell'altro è immagine di Dio non dobbiamo mai dimenticarlo.
E noi anche lo siamo.
Gesù è venuto a mostrarci come il più grande trasloco l'ha fatto Lui,(Filippesi 2,5-8) “il quale, pur essendo di natura divina,non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio;
ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini, apparso in forma umana,umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce.”
Dallo squarcio( apertura) del suo costato sgorgò sangue e acqua, da cui noi abbiamo ricevuto la vita nei Sacramenti.
Così è cosa buona che ci lasciamo da Lui aprire, perchè la Sua parola ci penetri nella mente e nel cuore e ci porti ad agire di conseguenza.
"Apriti!" dice alle orecchie e alla bocca del sordomuto, perchè è quella la malattia di ogni uomo che non vuol sentire e che si è costruita una torre da dove scrutare gli altri dall'alto in basso.
Viviamo blindati nelle nostre fortificazioni, per paura che qualcuno ci rubi qualcosa, che ci danneggi, paura che ci contraddica che ci giudichi e ci smascheri agli occhi del mondo e di noi stessi.
Ci sono orecchie che non vogliono sentire e non vogliono aprirsi all'ascolto dell'altro, ma ci sono orecchie che per prima cosa si rifiutano di ascoltare la voce della coscienza, di riconoscere in se stessi la voce di Dio, l'immagine impressa nel loro cuore.
Siamo tutti, chi più chi meno bisognosi di guarigione, anche quelli che vanno alla messa, che dicono tanti rosari e partecipano a tutti i pellegrinaggi.
Nella chiesa dei figli di Dio spesso incontriamo persone di cui non sappiamo nulla, nemmeno il nome e non ci è difficile scambiarci il segno della pace quando il sacerdote ci invita a farlo.
Ci sono chiese domestiche che ci lasciamo alle spalle, che cerchiamo di dimenticare, dove conosciamo nome e cognome e storia dei componenti, chiese in cui condividiamo con gli altri solo lo spazio e il cibo davanti ad un teleschermo sempre acceso, chiese in cui magari è facile che condividiamo il lamento per le cose che ci vanno male o per come va il mondo.
Dare il segno della pace ai componenti della propria famiglia è sempre più difficile, specie a quelli a noi più vicini come può esserlo un coniuge che non è come ce lo siamo sposati, con cui, se dura, abbiamo in comune anche il letto oltre la tavola e il bagno .
Si dice che la famiglia è in crisi ed è vero!
Si cercano ricette per guarirla dalle divisioni, dalla violenza, dalle separazioni ufficiali e ufficiose e non si pensa a quello che si perde.
Se Dio ha fatto bene ogni cosa dovremmo chiederci perchè della coppia ha detto che era cosa molto buona.
Quando acquistiamo qualcosa in genere ci informiamo di come si cucina, se è un alimento, come possa durare se è un manufatto.
Dell'amore di cui siamo male informati non ci preoccupiamo di attingere le istruzioni alla casa madre, e ci arrangiamo lasciandoci fuorviare dalle chiacchiere disfattiste e perverse di chi guarda solo a quello che manca, e non ringrazia mai per quello che c'è.
Gesù oggi è venuto a tirarci le orecchie prima di aprirle, perchè ci svegliamo e riconosciamo che ne abbiamo proprio bisogno noi, ne ha bisogno il mondo.
“ non è bene che l'uomo sia solo” disse Dio dopo aver creato Adamo e lo aprì per fargli partorire Eva.
Del resto proprio oggi la lettura breve delle lodi del mattino è uno squarcio di cielo alla speranza
" Ez 37, 12b-14
Dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nel paese d'Israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi risusciterò dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nel vostro paese; saprete che io sono il Signore. L'ho detto e lo farò. Oracolo del Signore Dio."
Grazie Signore perchè non ti stanchi di bussare alla nostra porta, grazie perchè sei un indomabile testardo innamorato.


sabato 5 settembre 2015

Lo Sposo



Quando lo sposo sarà loro tolto, allora in quei giorni digiuneranno.
VANGELO (Lc 5,33-39)
In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».

Questo mistero è grande Signore.
Come potremmo viverlo senza il tuo Spirito?
Lo Spirito che ci illumina, ci istruisce, ci guida, ci svela il mistero e ci fa vivere dentro il mistero, ci separa dal mondo continuando a vivere nel mondo e ci rende partecipi della tua redenzione.
Signore mio Dio veramente tu sei un Dio generoso perchè hai dato all'uomo, tua creatura la possibilità, la capacità di vivere intimamente unito a te, rendendolo partecipe di tutto quanto è tuo.
La tua bellezza, la tua bontà, la tua mitezza, la tua umiltà, la tua misericordia, la tua giustizia, il tuo tempo, i tuoi desideri, il tuo potere, tutto hai trasfuso in noi perchè fossimo degni di vivere il paradiso.
Qui su questa terra ci anticipi i segreti del regno, ma noi non siamo mai sazi, mai contenti, vorremmo che questi sprazzi di luce, questi momenti di beatitudine e di pace durassero un po' di più e invece tu ti affacci, ti mostri un momento, e poi fuggi, ti nascondi sì che ci rimane solo la nostalgia e il desiderio che accada di nuovo.
A volte l'attesa ci sembra un po' troppo lunga e gli impegni, i pensieri, la vita di questo mondo, le tribolazioni, spesso ci allontanano da te.
Così non ti permettiamo a te di entrare e di fermarti a parlare un po' con noi a guardarci negli occhi, a stare in silenzio nel solo godimento di sentire il tuo sguardo posarsi su di noi e la beatitudine di poter rispondere al tuo abbraccio con il nostro abbraccio.
Signore oggi ci parli di quanto sia importante approfittare dei momenti in cui riusciamo a trovare la giusta connessione con te, momenti in cui decidiamo di dire basta a tutto ciò che ci distrae dall'essenziale, momenti in cui tu fermi il tempo e ci crei uno spazio in cui riceverti, in cui incontrarti, in cui lasciare che tu ci ami e gioisca con noi.
Ci sarà un giorno in cui lo Sposo non ci verrà tolto, un giorno in cui celebreremo le nozze eterne, il giorno in cui niente e nessuno potrà toglierci la nostra gioia che sei tu.
Ricordo con nostalgia il tempo del mio fidanzamento, gli incontri con quello che sarebbe diventato mio marito nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia.
Sono stati giorni belli, pieni di infinito, di eternità, di comunione, di estasi, di tante cose che non sapevo fossero segno di qualcosa di estremamente più grande.
Il matrimonio ha spento i nostri entusiasmi, perchè non avevamo invitato te alle nozze.
Oggi faticosamente ma con sempre più entusiasmo stiamo scoprendo che con te tutto è più facile, che l'amore non viene meno se sei tu ad alimentarlo, che più andiamo avanti negli anni e più ci sentiamo segno della tua misericordia infinita, ma anche e soprattutto missionari di gioia e di amore, testimoni di te che sei l'amore infinito, te che aspetti di coronare il nostro sogno di comunione e di condivisione perfetta.
Tu sei il perno, tu la radice di ogni piccolo amore che trasformi in pianta dalle poderose radici che stende i suoi rami per fare ombra ai viandanti dell'assolato e arido deserto della vita.
Tu dai il senso al nostro stare insieme.
Tu hai consegnato l'uno all'altra, libri di carne, su cui esercitarci e prepararci all'incontro definitivo con te.
Tu ci stai insegnando ad amare, a donare, a offrire, tu Signore , lo Sposo ti sei messo a servizio della nostra coppia per fare coppia con noi.
Signore non ci lasciare digiuni di te neanche un momento, fà che non si spenga mai in noi il desiderio di appartenrti per sempre.