mercoledì 15 maggio 2019

Essere mandati


"Non sono venuto per condannare, ma per salvare il mondo"(Gv12,47)

Della parola di oggi mi ha colpito quell'essere mandato di Gesù da parte del Padre, ma anche quell'essere mandati di Saulo e Barnaba da parte dello Spirito Santo lontano dalla comunità di Antiochia, dove per la prima volta furono chiamati cristiani quelli che nel nome di Cristo formavano un cuor solo e un'anima sola.
La chiesa si espande, sul sangue di Stefano germoglia e cresce nei luoghi dove i primi cristiani sono costretti a rifugiarsi per evitare la persecuzione che toccò al Cristo, nostro Signore.

E' una chiesa in uscita quella che ci si presenta, una chiesa che non appena prende coscienza della propria identità, sente insopprimibile il desiderio di portare l'annuncio ai lontani.
Il primo ad uscire è stato Cristo, uscire dal caldo e sicuro rifugio della sua famiglia d'origine, uscire per gettare il seme di vita nuova nella terra inaridita e incolta del cuore dell'uomo.
Un seme frutto di una morte, la prima, quella di Dio fatto uomo e poi di tutti quelli che hanno accolto la Sua Parola.
La chiesa è fatta di mandati disposti a morire a se stessi, a lasciare tutto per mettersi alla sequela di Cristo.
I mandati non sono i migliori, i più intelligenti, i più bravi, i più colti, i più sani ecc ecc.
Si può essere mandati anche stando ancorati ad una sedia o ad un letto.
Il compito è quello che ci viene dato dal sacerdote ad ogni eucaristia.
"Ite missa est"
Andate a portare al mondo le cose che vi sono state consegnate.( Letteralmente:" Le cose sono state consegnate".)
Ma cosa ci viene consegnato nell'Eucaristia?
Prima di tutto la parola di Dio che è parola di vita.
Non dobbiamo portare le nostre parole al mondo, ma le Sue, quelle che Dio ci dice in ogni messa.
E poi ? Il corpo di Cristo che ci viene dato tra le mani e di cui ci nutriamo, il corpo sofferente della chiesa che ha bisogno di chi ha messo nel calice dell'offertorio un pezzetto o tutto di se'.
"Vuoi le mie mani?...
Vuoi i miei occhi?
Vuoi il mio tempo?.''...
Vuoi le mie lacrime?''..
Mentre passa il sacrestano per fare la questua ognuno con quel piccolo o grande obolo mette la sua moneta di carne, il suo tempo, la sua vita, perchè Dio la benedica e la trasformi in cibo per le folle affamate del mondo.
Un esercito di mandati, pieni della potenza dello Spirito può cambiare il mondo, come lo cambiarono i primi cristiani senza altri mezzi che non fosse il Suo aiuto.
Perchè oggi si fa tanta fatica a fare quello che fecero le prime comunità cristiane?
Forse perchè non sentiamo il bisogno di essere salvati o non crediamo che, se Dio benedice i nostri pochi pani raffermi e i nostri pesci non freschi di giornata, possiamo fare grandi cose per lui ed essere lievito per la Sua CHIESA.
Impariamo a vivere eucarisicamente presentando al Signore quel poco che abbiamo, chiedendo a Lui di benedirlo, per renderci capaci di benedizione e di liberazione per tanti nostri fratelli.

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