SFOGLIANDO IL DIARIO...
12
luglio 2010
lunedì
della XIV settimana del Tempo ordinario
ore 9:00
"Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli ... non perderà la sua ricompensa"(Mt 10,42).
Al mare.
"Un
bicchiere di acqua fresca".
L'omelia
di Don Carlino a Radio Mater si è soffermata su quel bicchiere
d'acqua fresca che ognuno di noi deve dare all'orfano, alla vedova, a
chi non ha nessuno che si prenda cura di di noi, che lo assista, che
lo curi, che paghi per lui.
Un
bicchiere di acqua fresca.
Tutti
siamo più o meno capaci di dare un po' di acqua a chi ha sete e ce
lo chiede.
L'acqua
costa poco, la cosa che almeno nei nostri paesi industrializzati
scorre nei tubi e arriva ai rubinetti delle case, depurata, limpida,
potabile.
Dei
servizi che ci fornisce lo Stato, il Comune, la Regione, il Quartiere
è quello più a buon mercato.
Per
questo, quando pensiamo all'acqua da dare non ci sembra che il
Padreterno ci chieda un grande sforzo.
Ma
non è così per tutti gli uomini.
Ci
sono quelli che l'acqua se la devono conquistare scavando con le mani
nella sabbia, rompendo la roccia, aspettando che dal cielo arrivino
aiuti umanitari o succhiandola attraverso cannucce dai pantani di
piogge rade che di tanto in tanto scendono come manna dal cielo.
Ricordo
il Sahel e il e il Kalahari, luoghi studiati sui libri, quando non
c'era la televisione a mostrarceli nei documentari.
Un'acqua
che anch'io mi sono dovuta sudare, quando appena finita la guerra, le
condutture erano rotte e arrivava solo la notte qualche ora,
seppure... a fare la veglia, stare di sentinella, aspettando il
gorgoglio festoso che ci riempiva di gioia.
Noi
eravamo piccoli e non eravamo addetti ai lavori pesanti, però
ricordo il razionamento dell'acqua di giorno, specie quando faceva
caldo e volentieri ci avremmo sguazzato nell'acqua, come oggi fanno
Giovanni ed Emanuele nella piscina in campagna.
Un
bicchiere d'acqua fresca.
Se
uno ti dà un po' d'acqua fresca capisci che si è preoccupato di te,
che ti ha dato di più di quello che tu gli hai chiesto e di più di
quello che speravi e lì riconosci il Signore che si sta chinando su
di te, che ti sta curando le ferite e ci sta versando l'olio della
sua tenerezza.
“Sono
sazio degli olocausti di montoni
e
del grasso di pingui vitelli.
Il
sangue di tori e di agnelli e di capri
io
non lo gradisco...” lo detesto, come detesto ciò che mi dai senza
metterci il cuore, senza che quell'offerta risponda, corrisponda ad
un sacrificio reale e non virtuale, un sacrificio che impegni e
coinvolga tutta la tua persona....
"La
sera in cui fu tradito prese il pane, lo spezzò, lo diede ai suoi
discepoli e disse: prendete e mangiate… Prendete e bevete…"
Gesù
ci dà il suo sangue che non è limpido, nè fresco, quello di una
persona sgozzata come un agnello condotto al macello.
Eppure
quel sangue ci toglie la sete e ci rigenera e ci dà vita.
Un
bicchiere di acqua fresca.
È
quello che detti a Nuccio mio fratello negli ultimi tempi della sua
malattia, negli ultimi tempi della sua vita, è quello che detti a
papà quando lo andavo a trovare e parlavamo di Dio e della Madonna e
della pianta che, man mano che cresce, va travasata in un vaso più
grande per poi tornare nel grande Giardino, lì dove può espandersi
e crescere e fare ombra e dare frutti dolci e maturi.
Acqua
fresca.
Nuccio me ne dette quando
cominciò ad accorgersi che io cucivo e che mi avrebbe fatto piacere
avere dei fili ( che gli avanzavano dal campionario di rappresentante
di filati), ma l'acqua più fresca me la diede comprandomi ( nella
sua ultima uscita, prima di morire) una sedia reclinabile perchè
stessi più comoda quando andavo a trovarlo.
A
volte, anzi sempre non ci accorgiamo che quello che abbiamo dagli
altri è fresco ed è anche buono, perché siamo voraci, perché
siamo sempre proiettati sul dopo e non siamo abituati a ringraziare.
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