giovedì 30 novembre 2017

"Chiunque invocherà il nome del Signore, sarà salvato" (Rm10,13)

"Chiunque invocherà il nome del Signore, sarà salvato" (Rm10,13)

Signore sono qui come ogni mattina.
So che tu ci sei sempre, che non hai bisogno, come me di fare un atto di volontà per parlare al mio cuore, per riprendere le fila del discorso, mai interrotto da quando sono stata pensata da te, molto prima dei miei genitori.
Tu non hai preteso che ti ascoltassi, ma l'hai desiderato ardentemente, hai cercato senza farmi violenza di farmi giungere il messaggio d'amore contenuto nella tua Parola.
Ero sorda, ero cieca Signore, tu lo sai.
Come potevo accorgermi di te se il mio sguardo era rivolto solo ed esclusivamente a me , l'io in cui mi ero rinchiusa costruendo barriere alte e invalicabili perchè nessuno si accorgesse che non ero brava, nè buona, nè bella?
Come potevo immaginare che tu eri l'unico che non mi giudicava, che non pretendeva che io fossi diversa?
Ho inventato mille coperture per mascherare la mia inadeguatezza e ho studiato mille stratagemmi per illudermi e illudere il prossimo con la mia abilità di giocoliere, funambolo, illusionista.
Tu mite e umile di cuore, Dio dell'universo, eterno misericordioso e Santo, tu che potevi tranquillamente infischiartene di una che credeva di poter riuscire per tutta la vita a mantenersi sul trespolo della sua infinita superbia, hai atteso con pazienza, continuando a guardarmi con il tuo sguardo d'amore, di infinita tenerezza, hai continuato a vigilare su di me perchè cadendo non mi facessi poi tanto male da morirne.
Tu Signore sei stato sempre con me, ma io ero da un'altra parte, vivevo altre esperienze lontano da te, esperienze dalle quali sono uscita con le ossa rotte, le carni dilaniate, il corpo distrutto.
Ma tu non hai permesso che il tuo tempio fosse raso al suolo, che non rimanesse pietra su pietra, il tempio del tuo corpo che è diventato anche il mio, un tempio dove tu non disdegni di abitare.
Signore ti voglio lodare benedire e ringraziare di questo nuovo giorno che mi doni per associarmi alla tua passione, per stare più intimamente unita a te.
Non voglio fuggire Signore dal dolore come sono tentata di fare spesso, ma voglio con te sperimentare la gioia di starti vicino, di vegliare e pregare con te, in questo tempo di grazia, perchè tu sei il mio Sposo, la delizia dell'anima mia.
Non mi sentirò più abbandonata e sola Signore se tu sei con me e io con te.
Aiutami a vivere questo tempo protesa verso la realizzazione delle tue promesse, aiutami a non scoraggiarmi quando stai in silenzio, fammi capire che quello è un momento privilegiato, perchè mi stai acoltando stringendomi al cuore.
Oggi è la festa di S. Andrea, il primo dei chiamati che, sentendo il tuo sguardo posarsi su di lui, lascia tutto e ti segue.
Nel vangelo di Giovanni ci dà una grande lezione di umiltà, non facendo discorsi per convincere a credere in te, ma portando a te, semplicemente credendo che non lui ma tu solo puoi convertire le persone al tuo amore.
Un tempo pensavo che la bravura consistesse nel riuscire a risolvere i miei e gli altrui problemi senza l'aiuto di nessuno.
Gran parte della vita ho fatto l'insegnante tuttologa autoreferente.
In mano mi è rimasto un pugno di mosche perchè solo ora ho capito di cosa abbiamo bisogno.
Di te e solo di te Signore.
Che non dimentichi mai che a parlare sei stato tu per primo, ad amare, a chiamare, a dare vita.
Tu e solo tu Signore mi insegni ciò di cui abbiamo bisogno e la strada per arrivare a goderne per sempre.

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