lunedì 27 novembre 2017

" Questa vedova così povera ha gettato più di tutti" (Lc 21,3)


" Questa vedova così povera ha gettato più di tutti" (Lc 21,3)
Leggendo questo passo del vangelo oggi non può non venirmi in mente il tempo in cui ai poveri, il tempio di Dio davo i vestiti vecchi dopo averci staccato i bottoni.
Mi vergogno a pensare che il problema non me lo sono mai posto se non dopo aver frequentato assiduamente Luciana che ai poveri provvedeva privandosi del necessario e passava il tempo ad attaccare bottoni, ricucire gli strappi, lavare, stirare e imbustare gli indumenti che avrebbe poi distribuito ai Gesù che bussavano alla porta del suo negozio.
La sua catechesi mi rimise in discussione e da lì partii per essere in grado di passare attraverso la porta stretta del paradiso.
Ma quanta roba dovevo togliere, a quanta rinunciare anzitempo!
Cominciai con il ridurre il numero dei miei acquisti compulsivi e a dare ai poveri la somma che non avevo speso.
La strada è lunga e io, pur conoscendo la direzione, spesso ricado nel volere tutto per me.
I miei armadi si stanno svuotando e sono sempre più contenta dello spazio che si sta creando all'interno della mia casa, uno spazio che vorrei venisse occupato da Lui, il mio unico bene, il mio amore, la mia consolazione, il mio tutto.
Gesù è nei poveri, nei piccoli, nelle persone ammalate nel corpo e nelo spirito, è in tutti quelli che reclamano uno sguardo di compassione e di amore.
La carità non abbia finzioni scrive San Paolo.
E io non voglio vivere sotto una maschera di generosità che purtroppo ogni tanto riesumo dai miei bauli ancora pieni di cose inutili.
Così parallelamente al desiderio, all'impegno di vuotare le mie valigie, per il viaggio che mi aspetta, su un aereo che non ti permette di portare neanche gli effetti personali, seguo la strada della riconsegna di tutto ciò che il Signore mi ha dato gratuitamente con la vita.
Gli anni passano e ciò che davo per scontato ora mi viene richiesto senza tentennamenti. Non è una scelta la mia, ma un sì che a distanza ravvicinata il Signore mi chiede.
Gli occhi, le mani, le gambe... il corpo, le sue funzioni, man mano che procedo su quella strada mi viene richiesto... ogni giorno qualcosa in più.
La mia valigia sta diventando leggera e io ringrazio il Signore perchè Lui non pesa e si sta prendendo tutto il posto che io gli permetto di occupare facendogli spazio.
Nel tesoro del tempio oggi voglio gettare il mio sì e il mio grazie a Lui che mi rende i piedi agili come quelli delle cerve e mi fa volare in alto su vette incontaminate dove il sole brilla più forte.
Grazie Signore di questa vita nuovaspogliaz di spogliazione e di rinuncia che tu mi fai desiderare.

Grazie percchè io so che non ti formalizzi se non riesco a darti tutto lo spazio che vorrei e ti accontenti anche di un angolino da cui continui a trasmetterni vita sempre

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