domenica 26 agosto 2018

"Signore, da chi andremo?" (Gv 6,68)




"Sceglietevi oggi chi servire" (Gs 24,15)
"Anche voi volete andarvene?"(Gv 6,67)

Gesù chiede ai suoi discepoli, come anche Giosuè al popolo di scegliere. Molti se ne andarono e, anche tra chi rimase, ci fu chi poi lo tradì.
Pietro di fronte alla domanda: "Ve ne volete andare anche voi?" risponde: "Signore dove andremo? Tu solo hai parole di vita eterna".
Pietro non aveva capito tutto di Gesù, né gli altri discepoli che davanti alla croce fuggirono e si nascosero.
Però Pietro come gli altri aveva sperimentato che Gesù è l'unica alternativa valida per non morire.

Oggi penso che Gesù rivolga anche a me questa domanda.
Le esigenze della fede si fanno sempre più intransigenti, dure, incomprensibili a volte, ma io penso a quando stavo alla base di questa montagna, quando credevo che il punto dove ero arrivata era il più alto che potesse essere raggiunto.
Penso a questa scalata che dura da diciotto anni, in compagnia della Parola, al percorso accidentato, agli ostacoli, agli smarrimenti, alle improvvise schiarite, ai luoghi nascosti improvvisamente illuminati dal sole dove ho visto spuntare i fiori più belli.
Penso alla consolazione, alla gioia di tante piccole soste nel cammino in cui Dio mi ha dato da mangiare e da bere, mi ha curato, mi ha preso in braccio.
Sono molto affaticata, perché la montagna è alta e ripidi e stretti i suoi sentieri, ma penso che non solo chi ha le gambe può godere del meraviglioso panorama che la natura ci offre.
Le cime di Lavaredo si possono gustare e vedere solo se percorri lo stretto e lungo sentiero che costeggia i tre giganti dell'aria, ma anche chi è preso per mano dal Figlio, è sollevato alla sua altezza, ha chi lo porta sopra le spalle e, come un bambino, vede più in alto del genitore, perché  sta più in alto della sua testa.
Signore ti ringrazio di ciò che mi doni attraverso gli infiniti canali della tua grazia
Elisabetta, mentre faceva la passeggiata in alta quota, davanti alle cime di Lavaredo, pensava a me che non posso camminare.
Probabilmente ne aveva più bisogno più di me, vista la vita frenetica che spesso impedisce di mettersi in contatto con te, attraverso le grandiose opere d'arte della tua creazione.
Io ho tanto tempo a disposizione per esplorare l'universo che hai messo nelle mie mani, un universo d'amore, di pace, di gioia, di perdono.
Ora sono qui su questa montagna e mi smarrisco, ma non posso tornare indietro, perché so cosa mi sono lasciata alle spalle e so che in te ho trovato un alleato potente.
No Signore, anche se a volte il tuo linguaggio è duro, anche se non lo capisco subito, non me ne voglio andare.
Voglio rimanere con te.
Sempre.
Solo tu hai parole di vita eterna.

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