giovedì 6 aprile 2017

Ascolto



"Se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte"(Gv 8,51)

Signore mio Dio sono qui.
Mi vedi, mi senti, mi hai visto e mi hai sentito, ieri, oggi, sempre.
Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivano intessute nel grembo di mia madre, tu mi scruti e mi conosci, tu mi hai creato, tu hai pensato a me come ad un prodigio che ti desse onore e gloria.
So Signore che ci hai creati, non perchè ti mancasse qualcosa da possedere, non per sentirti realizzato e importante.
So Signore che nel pensarci tu hai desiderato solo fare partecipi di tutto quanto avevi anche noi, perchè anche noi entrassimo a far parte della tua famiglia e diventassimo eredi del tuo patrimonio di amore, di gioia, di pace, di luce, di tutto ciò che noi vorremmo, desideriamo si attui nella nostra vita, quella che oggi stiamo vivendo, quella che abbiamo imparato ad apprezzare da quando tu ce ne hai mostrato la bellezza e la grazia.
Signore mi piace ascoltarti e alla tua scuola ho imparato tante cose che prima non sapevo, ho imparato a distinguere con sempre più consapevolezza il bene dal male, a chiarificare il mio desiderio, a pregare perchè il mondo apra le orecchie e il cuore a te che parli attraverso tutto ciò che è uscito dalle tue mani, attraverso ciò che è uscito dalla tua bocca, attraverso tutto quello che è uscito dal tuo costato.
Signore se guardo la mia vita non posso che convenire che tu non permetti il male se non per ricavarne un bene.
Tante volte Signore mi sono trovata davanti muri invalicabili sulla strada che io volevo percorrere, e strade spianate che mai avrei pensato potessero esistere.
La mia vita è piena di ricalcoli, di forti delusioni, di lotte titaniche fallite miseramente, di desideri non realizzati, di cadute sempre più rovinose.
All'inizio pensavo che la salvezza dipendesse da me, dalle mie conoscenze, dalla mia bravura, dalla capacità acquisita di arrangiarmi e di uscire indenne e vittoriosa su tutte le prove.
Ho lottato con te Signore, tanto tempo, ne sono uscita sciancata, come Giacobbe e ora porto sul mio corpo i segni di questa impari lotta.
Ti ringrazio Signore per tutto quello che attraverso il dolore, la sofferenza ho percepito, ho avuto, per grazia, tutto quello che mai avrei capito e metabolizzato se tu non mi avessi permesso di appoggiare la scala di Maria alla croce e arrivare a bere direttamente dal foro del tuo costato la bevanda divina che ci rende santi.
Ogni giorno il sacerdote consacra il pane e il vino.
Il nostro corpo diventa il tuo, il nostro dolore il tuo dolore, sì che cibandocene, siamo certi di fare le cose che tu hai fatto.
Perchè noi di ciò che non funziona, fa male o è inadeguato, insufficiente non sappiamo che farcene e ne faremmo volentieri a meno.
Io farei volentieri a meno di questo busto che mi obbliga ad una posizione molto scomoda, farei a meno di questo crollo vertebrale che non mi aspettavo e che mi provoca dolori così intensi.
Ho imparato l'arte di accontentarmi, di farmi piacere le cose, anche quando le avrei vomitate, perchè niente a mio parere doveva andare sprecato.
Sono stata una campionessa del riciclo, utilizzando tutto ciò che avevo per fare una cosa nuova e migliore.
Tu hai visto cosa la vita mi aveva insegnato a fare e mi hai chiesto di collaborare.
Io pensavo che potevo mettere a tuo servizio la mia scienza e la mia conoscenza, le esperienze che mi avevano aiutato ad arrangiarmi, a risolvere i problemi a trovare le soluzioni.
Pensavo che potevo mettere a tuo servizio anche il modo come poter risolvere umanamente il problema del dolore, della malattia, del rifiuto ecc ecc.
Ma quando ti incontrai avevo ancora tante cose da darti Signore, oggi, che sono passati 15 anni, mi ritrovo sempre più povera di argomenti, povera di tutto, e l'unica cosa che mi è rimasta è questo corpo straziato giorno e notte da attacchi sempre più invalidanti.
Tu so che accetti tutto Signore e non ho difficoltà a credere che se io riesco a consegnarmi completamente a te non avrò a pentirmene.
Lo so, sono certa che tu mi aiuterai.
Lampada ai miei passi è la tua parola, sempre, per tua grazia Signore che non ti stanchi di ascoltarmi e apri un varco alla speranza quando sembra che l'orizzonte si chiuda.
Ma questa mattina Signore, se è tua volontà, voglio chiederti il miracolo di liberarmi da questa tortura che si è aggiunta a tutte quelle sevizie a cui sono stata sottoposta da 40 anni.
Come hai fatto il miracolo con la radio della macchina, che ha ripreso a funzionare, ma solo sulle frequenze di Maria, la madre che ci hai donato, concedimi la grazia di funzionare sulle stesse frequenze e vivere la mia vita con le parole del magnificat sempre sulla bocca

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