domenica 29 gennaio 2017

POVERTA'



(Mt 5,3)"Beati i poveri in spirito"

La magna carta del Cristiano è il discorso della montagna dove sono elencate le beatitudini.
Beato è colui a cui manca qualcosa, a cui è tolto qualcosa, qualcuno che si priva di qualcosa, per un bene più grande che sperimenta e che attende di vivere nella pienezza.
Beato è colui che è felice non per i suoi meriti, ma perchè qualcun altro lo ha reso felice.
Infatti beato è il participio passato del verbo beare che significa rendere felice.
Da soli non siamo capaci di darci gioia, consolazione, amore, piacere duraturi.
Siamo persone, esseri di relazione, esistenti in quanto c'è un tu che ci definisce.
Nessun uomo è un'isola in se completa, un pezzo di un continente, una parte di un tutto.
Purtroppo spesso e volentieri ce ne dimentichiamo e faremmo volentieri a meno degli altri che ci ricordano la nostra incompletezza, inadeguatezza, il nostro limite.
Pur essendo quindi tutti indispensabili a definire il tu dell'altro, pure non siamo in grado di realizzare tutte le sue aspettative o compensare le sue deficienze, manchevolezze.
Siamo in un certo modo schiavi e despoti, ma sempre uomini , creature che devono essere definite dal proprio Creatore.
Come un genitore ai figli dà ciò che a loro manca a seconda dell'età e della necessità di ognuno, ma mai smette di donare loro amore, così Dio si comporta con noi, con la differenza che la progressione della fede rende i figli sempre più consapevoli del proprio bisogno, consapevoli che solo Dio può colmare ciò che gli uomini non sanno e non vogliono dare.
La fede è un cammino all'indietro, è un tornare bambini, è un rinascere dall'alto come dice Gesù a Nicodemo, perchè appena nato dipendi in tutto e per tutto da chi ti ha dato la vita.
Vivere la povertà in spirito evangelica è vivere il bisogno insopprimibile e continuo dell'amore di Dio.
Il regno dei cieli, vale a dire la beatitudine è operante per i poveri in spirito e per i perseguitati a causa della giustizia.
Per tutte le altre situazioni il verbo è al futuro: saranno consolati, avranno in eredità la terra, saranno consolati, saranno saziati, troveranno misericordia, vedranno Dio, saranno chiamati figli di Dio.
E non è un caso.
Se vogliamo essere quindi beati dobbiamo riconoscere che abbiamno bisogno di Dio.
Il resto viene di conseguenza.

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