domenica 20 novembre 2016

CRISTO RE DELL’UNIVERSO

crocifissione
” Gesù ricordati di me quando entrerai nel tuo regno” (Lc 23,42)
Non poteva che concludersi così l’anno della misericordia, il giubileo straordinario indetto da papa Francesco, perchè ci riconciliassimo con Dio, del quale ci eravamo fatta un’immagine sbagliata.
E’ incredibile come i Cristiani vivano così divisi, separati gli uni dagli altri, ognuno con il suo credo, la sua verità.
Capiamo quello che vogliamo capire, ascoltiamo quello che ci piace, ci turiamo le orecchie a quello che ci turba, ci rimette in discussione.
A chiacchiere tutti siamo capaci di affermare che Dio è amore, che è morto e risorto per noi.
In ogni Eucaristia proclamiamo la sua morte e annunciamo la sua resurrezione in attesa della sua venuta.
Ma quanto ci sentiamo coinvolti dalla sua morte, quanti vivono gli effetti del suo sacrificio?
“Venga il tuo regno” diciamo nel Padre nostro, preghiera che ci accomuna a tutti quelli che vogliono vivere alla sequela di Cristo.
Ma cosa s’intenda per il suo regno siamo lontani dal capirlo.
” L’uomo crede di essere Dio, ma non è Dio”.
E oggi lo vediamo chi è Dio, inchiodato alla croce, il suo trono di gloria, un trono che ci sconcerta e ci interroga.
” Bisogna rinascere dall’alto” disse Gesù a Nicodemo.
E oggi la festa di Cristo Re dell’Universo coincide con la chiusura della porta santa a Roma, l’ultima a chiudersi su questo anno ricco di benedizioni.
Porte aperte e porte chiuse, gente che ha fatto in tempo a lucrare delle indulgenze, ne ha approfittato per lucrarle per se stesso, per i suoi cari e per illustri sconosciuti, figli di Dio, fratelli in Gesù.
E poi ci sono quelli che come me non ci sono riusciti, per le barriere architettoniche del tempio della chiesa di mattoni e di carne, la propria, che si chiedono se la misericordia di Dio ha un inizio e una fine.
Ma dov’è la porta, l’unica porta che ci garantisce di poter oggi come il ladrone entrare con Lui in paradiso?
L’immagine che oggi campeggia in tutte le chiese è il Crocifisso, un Dio fatto uomo per servire e donarsi a tutti quelli che riescono a risalire il fiume di grazia di quell’acqua e quel sangue che sgorga dal suo costato.
Bisogna entrare in quel piccolo foro, la PORTA SANTA che ci immerge nell’oceano della sua misericordia.
Ma per decidere il santo viaggio, per affrontare gli inevitabili ripensamenti che ci distolgono dalla meta, ci dobbiamo sentire tutti un po’ ladroni, perchè chi non ha usato i beni gratuitamente elargiti da Dio, affidatici in custodia per fini personali, lontani dallo spirito evangelico dell’amore e della condivisone e della custodia di ciò che purtroppo abbiamo dato il più delle volte per scontato?
Quella porta è sempre aperta per chiunque si riconosca debitore e sia disposto a salire sulla croce e con Lui servire e morire per condividere il regno, essere il regno.
E’ arrivato il momento di diventare noi, porta di speranza, attingendo da Lui la capacità di tenere aperte le braccia al mondo dicendo : ” Mi fido di te. Ti mostro il cuore, la mia parte più vulnerabile. ”
Solo Lui può trasformare le nostre croci in porte di paradiso.

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