martedì 24 novembre 2020

"Getta la tua falce e mieti"(Ap 24,15)



 "Getta la tua falce e mieti"(Ap 24,15)

Le letture di questi giorni lasciano sconcertati se non atterrriti da quello che ci aspetta.

Certo che ad aver paura dovrebbero essere i peccatori incalliti, che finiranno nel tino dell'ira di Dio, come dice Giovanni nelle sue visioni apocalittiche.

Quelli che hanno la coscienza a posto non dovrebbero temere nulla, perchè a loro è destinato il regno dei cieli. 

Ma chi si sente giusto, tanto giusto dall'essere esonerato dalla paura di essere perlomeno un po' troppo ottimista?

 Chi non si sente in colpa per qualche peccato commesso o qualche cattiva abitudine che non riesce ad estirpare?

Quando ero piccola queste erano le immagini che mi proponevano per costringermi ad essere ubbidiente, brava e buona.

Le immagini di amore, di pietà, di perdono allora erano oscurate direi, visto che sono cresciuta con l'idea di un Dio inflessibile e severo.

Ma oggi che ho conosciuto la sua speciale e unica caratteristica, quella dell'amore per i suoi figli, non dovrei essere turbata dal leggere le parole che in questi ultimi tempi la liturgia ci propone, specie questa settimana, l'ultima dell'anno liturgico, in cui i nodi vengono al pettine.

Il fatto è che noi viviamo sempre gli eccessi e non conosciamo la misura del bene e del male.

Quando pensiamo che la morte è lontana ci sentiamo autorizzati a scantonare, prendere alla leggera i consigli di Gesù, certi che lui perdona non 7 ma 70 volte sette.

Ma quando o per l'età o per una malattia importante i tempi si accorciano allora ci poniamo il problema e ci sentiamo la terra che ci scappa sotto ai piedi.

Ho paura di ciò che mi aspetta, delle  prove che si moltiplicano.

Il desiderio di starmene per conto mio e di non compromettermi più di tanto è grande.

Ho paura di non fare in tempo a vuotare tutto, a fare lo sgombero, ho paura che la morte mi colga con le mani nel sacco che vuoto da un lato e riempio dall'altro.

Il desiderio è di smettere di fare e aspettare la fine.

So che non è giusto, so che la morte è bene che ci trovi vivi, altrimenti gli avvoltoi divoreranno il nostro cadavere.

Chiedo per questa giornata di poter vivere come se non dovessi morire mai e come se tutto dipendesse da me, con la consapevolezza che niente dipende da me e che tutto posso in Colui che mi dà forza.

Che mai dimentichi di vivere la mia vita come dono a Lui e alla Sua Chiesa.

Maria non lasciarmi la mano in questo ultimo tratto di strada.

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