lunedì 16 novembre 2020

"Che cosa vuoi che io faccia per te?"


 


"Che cosa vuoi che io faccia per te?"

Altre volte ho trovato scritto queste parole sul calendario liturgico e sempre mi sono sentita spiazzata, perché chi me lo chiede sei tu Signore, che tu sei il mio tutto, tu vedi tutto, tu conosci tutto.

Spesso sento il desiderio di raccontare ad altri quello che mi succede o anche ne sono costretta per via delle cure e dei controlli e delle diagnosi da fare.

Abbiamo bisogno qui su questa terra di certezze per curare le malattie, sapere se uno fa finta o è per davvero malato.

C'è sempre bisogno di un timbro che convalidi una ricetta, un certificato.

Ma niente se non molto raramente rivela la verità, dice di cosa abbiamo bisogno e le indicazioni, le prescrizioni spesso sono confuse e farneticanti.

I racconti della mia malattia destabilizzano gli ascoltatori, tanto che per me è diventata un'angoscia quando devo farlo.

“Cosa vuoi che faccia per te?"

Vorrei tanto che qualcuno ci capisse qualcosa, che almeno credesse a quanto racconto.

Da quarant'anni vago da un medico all'altro, da un tipo di medicina ad un'altra, ma senza risultati apprezzabili.

Tu sai Signore quanta fatica, quanto dolore, quanta perseveranza nel cercare una soluzione, un antidoto a questo dolore.

"Cosa vuoi che faccia per te?"

Un tempo sapevo cosa chiedere, oggi non lo so più.

Procedo per inerzia, come quei deportati che, saliti su un treno, sanno solo che saranno portati in un altro luogo, lontani dalla loro terra ma non conoscono il punto d'arrivo.

Più passa il tempo più le cose s'ingarbugliano e, quando mi sembra che magari ho trovato la strada, che qualcuno mi ha ascoltato fino in fondo e ha provato a darmi una mano, mi accorgo che è solo un miraggio e che da questa situazione non uscirò mai.

Quando le cose sono molto complesse, difficili, inestricabili, sempre mi viene da dire: "Qui solo il Padreterno ci può mettere le mani, solo lui può trovare una soluzione".

Quando gli strumenti umani rivelano la loro inefficacia e niente nessuno è in grado di cacciarti dal fosso, di toglierti la spina dal fianco, rimani solo tu Signore.

Cosa posso chiederti Signore?

Tu vedi. Solo tu ci puoi porre rimedio.

Non so più da parte comincia da che parte finisce questa storia.

Mi si arrotola e mi si intreccia man mano che cerco di venire a capo di questa storia.

È un groviglio di nomi, di date, di emozioni, sentimenti, dolore, disperazione, suppliche, miraggi, conquiste, delusioni.

È una matassa troppo ingarbugliata perché un uomo possa metterci mano.

Tutti hanno problemi mi dicono, ci diciamo.

Ne sono certa tanto che mi vergogno anche solo a raccontare una parte dei miei, che mi sembrano ridicoli di fronte a quelli degli altri.

Eppure tu lo sai, a te niente è nascosto.

Certo che di tutte le terapie che sto seguendo, l'unica su cui non ho dubbi è quella che porta a te, a cercarti, ad amarti sempre di più.

"Vada da chi la fa stare bene," ha detto l'ultimo medico interpellato.

Non mi ha detto di andare dallo psicologo, come gli altri, ma da chi mi fa stare bene o meglio.

Di questo sono sicura.

L'unica certezza che ho per guarire sei tu, solo tu,

A volte mi viene voglia di smettere questo pellegrinaggio da un ospedale ad un altro, da un medico ad un altro perché nessuno riesce a darmi un giovamento stabile.

"Dai loro frutti li riconoscerete".

L'effetto delle tue medicine (la Parola, la preghiera i Sacramenti) è sicuramente più efficace di qualsiasi altro intervento terapeutico.

Di questo sono convinta, perché tu mi hai convinto.

So che tu non hai promesso guarigioni miracolose, ma hai dato ad ognuno la salvezza.

"Che io riabbia la vista!"

Signore quando sto tanto male non ti vedo e mi dispero.

Continuo a pregare, ad invocare il tuo nome, ma tu ti allontani.

Più io ti cerco più tu aumenti da me le distanze.

È proprio vero allora Signore che fai come quei padri che per far camminare i loro figli da soli li mettono per terra.

Si mettono davanti a loro con le braccia protese.

Man mano che il bambino avanza, barcollando, si fanno indietro sempre più indietro.

E' così Signore che forse funziona.

Allora Signore ciò che questa mattina ti chiedo è di non perderti di vista, ma che mantenga la fede che tu mi stai davanti ad aspettare con le braccia aperte.

Che io veda Signore il tuo volto, che io senta il calore delle tue braccia!

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