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Meditazioni sulla liturgia della festa
di
Ognissanti
"Beati i misericordiosi, perchè
troveranno misericordia"(Mt 5,7)
Oggi mi voglio immergere nella
beatitudine di essere chiamata alla santità, contemplando la visione
di Giovanni che troviamo nell'Apocalisse.
Luce, pace, gioia, gratitudine, dono e
ricompensa, caratterizzano le letture di oggi, in cui viene mostrato
il nostro destino di figli di Dio, figli di re, profeti e sacerdoti
benedetti per sempre.
Oggi è la festa di tutti i santi, non
dei beati e mi piacerebbe fermarmi sulla differenza dei due termini.
Santo è colui che svuotato di tutto,
si è fatto riempire da Dio, a Dio ha chiesto e da Dio ha ricevuto
ciò che gli mancava per essere felice e portare frutto.
I santi che celebriamo non sono solo
quelli scritti sui libri di chiesa, ma tutti quelli che vivono con
coerenza il vangelo, vivono la beatitudine del già e non ancora in
una perenne e progressiva tensione verso l'Assoluto, Sommo Bene.
Questa mattina mi sono soffermata sul
passo del vangelo che riguarda le beatitudini.
Mi sono chiesta se potevo sentirmi
parte della famiglia chiamata alla santità cercando tra le
beatitudini, quella che potevo sentire più consona a me e al mio
stile di vita.
Tra le beatitudini due hanno il verbo
al presente, vale a dire che la ricompensa è già nell'essere povero
di spirito o nell'essere perseguitato a causa della giustizia.
Tutti gli altri devono aspettare.
Allora mi sono detta che anche se non
ancora in modo perfetto certo mi sento una povera di spirito, vale a
dire una persona che sente insopprimibile il desiderio di essere
riempita dall'amore di Dio, dal Suo Spirito.
Mi sono chiesta se questa è una
situazione permanente o come le connessioni farlocchie va e viene.
Dio mi basta? Lo cerco sempre, ogni
momento della mia vita, ogni mio respiro dipende da Lui?
Mi interrogo e devo con molta sincerità
dire che ci sono momenti in cui Dio non mi basta e cerco altrove cibo
di cui saziarmi.
Mi chiedo perchè questo accade, visto
che sono certa che solo Lui può saziarmi, riempirmi, darmi ciò che
mi manca per essere felice.
Il regno dei cieli è vicino, dice Gesù
agli inviati perchè lo annunzino ai vicini e ai lontani.
Non dice che il regno dei cieli, il
progetto di Dio, è pienamente realizzato. C'è ancora tanto da fare
per portare a termine la costruzione.
Ieri pensavo a quanto fosse importante
per un ingegnere avere maestranze e operai bravi e docili ai suoi
comandi, perchè la realizzazione del progetto rispecchiasse l'idea
del progettista.
Dio quando ha creato il mondo ha
lavorato come un ingegnere, ha fatto un progetto che l'uomo poi
doveva realizzare con il suo aiuto, accettando la sua direzione dei
lavori.
Ma sappiamo che se non siamo
strettamente collegati, uniti a Lui siamo portati ad arronzare, per
la fretta, la stanchezza, per il desiderio di andare ad abitare in
una casa già fatta, piena di ogni confort.
Anche se Dio non nega il salario a
nessuno, se non sta a guardare chi ha lavorato di più, ma certo è
che la beatitudine di lasciarci da Lui plasmare, aiutare, rendere
capaci è negata a chi vuole fare di testa sua, nei suo i modi e nei
suoi tempi.
Frammenti di paradiso, anticipazioni di
eternità gioiosa non possiamo negare di viverli.
Purtroppo spesso dimentichiamo l'olio
delle lampade e rimaniamo al buio.
La festa di oggi è una festa di luce,
sfolgorante, perchè la nostra speranza la vediamo già realizzata in
quelli che ci hanno preceduto nell'esercizio quotidiano della
manovalanza.
Forse la beatitudine( beato è colui
che è strato reso felice) che più ci calza è quella che riguarda
coloro che sono nel pianto perchè saranno consolati.
Allora verrebbe da dire che quasi tutti
o tutti addirittura ci salveremo, perchè nella vita di nascosto o
palesemente qualche lacrima ci è scappata.
Ma Gesù dice: " Beati coloro che
SONO nel pianto" che significa una situazione esistenziale della
vacanza, della mancanza, del bisogno, del non bastare a se stessi,
che è cosa diversa se il tuo pianto è motivato dalla perdita di
qualcosa che è destinata a finire.
Il regno di Dio lo vivi se apri gli
occhi e vedi che Dio si manifesta nel tuo problema, nella tua
difficoltà, nella tua inadeguatezza, nel tuo limite, nel tuo pianto.
Penso proprio che devo fare molta
strada ancora per sentirmi a posto, vale a dire con la pensione
assicurata.
La fede è vivere ogni momento il sì
al Signore perchè riempia i vuoti del cuore.
Saremo santi, perchè Lui è santo.
L'ha detto e lo farà.
1 commento:
Tutti siamo chiamati alla santità, anche se non riusciamo a diventare santi.
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