domenica 15 settembre 2019

“Rallegratevi con me"(Lc 15,6)




“Rallegratevi con me"(Lc 15,6)

Non so quanta gente sia disposta a rallegrarsi con noi per una cosa bella che ci succede, perchè è più facile condividere il dolore, più complicato condividere la gioia.
L'invidia è una brutta bestia e se l'altro ha qualcosa più di te o è più fortunato di te è già tanto che rimaniamo indifferenti. 
Siamo sempre portati a far paragoni per cui il successo dell'altro sembra che oscuri la nostra visibilità e dalla gioia dell'altro in genere non ce ne viene nulla di concreto. 
Certo che se uno è contento non è portato a farti del male che è già una conquista. 
Leggendo quindi questo passo del vangelo mi sembra scollegato dalle nostre esperienze quotidiane dove misuriamo al millimetro le differenza che ci separano, piuttosto che ciò che ci unisce.
Ma chi parla non è un uomo qualsiasi, ma Gesù, che per abolire le differenze, si è fatto uomo come noi, che non considerò un tesoro geloso essere figlio di Dio e s'immolò perchè anche noi godessimo della sua gioia, perchè anche noi usufruissimo della sua stessa eredità.
Allora il testo proposto alla nostra riflessione nasconde il di più che non notiamo ad una prima lettura affrettata. 
Il di più è che apparteniamo alla stessa famiglia, che siamo tutti figli di un unico Padre, Padre di Gesù e Padre nostro e se una famiglia perde qualcosa tutti ne subiscono le conseguenze, perchè tutta la comunità è impoverita: la Chiesa.
Noi non pensiamo a queste cose, abituati a vivere nei nostri appartamenti e a escludere gli altri dalla comunione dei beni. Viviamo appartati, blindati, un po' per paura, un po' per egoismo, un po' perchè abbiamo tante cose di cui occuparci che gli altri ci sono solo d'inciampo.
Veramente il messaggio di Gesù è rivoluzionario perchè abolisce tutte le divisioni all'interno della società, abbatte i muri , che ci separano gli uni dagli altri e ci richiama ai valori della famiglia originaria, quella in cui un unico Padre ci ha creato per amore e ci ha chiamati all'amore.
La rivoluzione non sembra aver avuto successo, visto che oggi le famiglie hanno perso l'orientamento e i modelli buoni che trascinano per contagio sono diminuiti o non sono visibili.
E' di poco tempo fa la notizia di una coppia cristiana che è stata uccisa perchè non aveva abiurato la religione cristiana. 
Se ad essere ucciso era un orso, una foca, un cane o un delfino avrebbe suscitato reazioni molto più incisive.
Ma io confido nel Signore e sono certa che la gioia è contagiosa e potrebbe, anzi può cambiare il corso della storia.
La mia esperienza personale mi fa credere questo. 
Se oggi sono qui a prendere vita dalla Parola di Dio facendo tutto il possibile perchè neanche uno iota, una goccia vada perduta, lo devo alla gioia dipinta sul viso di Lilla e di Fenzina che mi fecero desiderare di averla anche io, quando per la prima volta misi piede in una chiesa.
Oggi voglio pregare perchè non sia tentata di rinchiudermi in me stessa e apra il mio cuore alla condivisione di ciò che unisce e libera l'uomo.

1 commento:

Gus O. ha detto...

Sì, la condivisione libera l'uomo.
Ciao Antonietta.