Meditazione sulla liturgia di
giovedì della IV settimana di Quaresima
letture: Es 32,7-14; Salmo 105; Gv 5, 31-47
" Di te farò una grande nazione"(Es 32,10)
Così dice Dio a Mosè, escludendo il popolo dalla salvezza, perchè si era allontanato da Lui e si era costruito un vitello d'oro.
Il popolo non aveva avuto pazienza di aspettare che il profeta scendesse dal monte dove si era recato per ricevere le tavole della legge.
Molto spesso anche noi pecchiamo perchè non abbiamo pazienza di aspettare le risposte di Dio e ci costruiamo un vitello d'oro da sostituirgli.
Avere pazienza, avere fede, non disperare mai.
Questo ci chiede Il Signore quando sembra che il mondo ci crolli addosso e le nostre preghiere non sono ascoltate.
A me succede spesso di costruirmi un altro interlocutore, muto purtroppo ma visibile, tangibile che sembra riempire il vuoto che mi lascia il silenzio di Dio che io interpreto come assenza.
La preghiera di Mosè ogni volta che la leggo mi colpisce, perchè mi dà l'impressione di un dialogo in cui sembra che Dio abbia la peggio, in quanto Mosè gli ricorda i suoi doveri, le sue promesse.
Ma è possibile che Dio si faccia incastrare dalle parole di un uomo?
E' possibile che Dio decida di venir meno alle sue promesse?
Oggi ho trovato la risposta a questo interrogativo che mi portavo dentro da tanto tempo.
Dio non condanna l'uomo ma è l'uomo che, rifiutandolo, condanna se stesso e decide di non usufruire più della sua grazia, del suo aiuto.
E poi Mosè, quando prega, non si preoccupa tanto della sorte del popolo quanto del nome di Dio, della sua credibilità, della sua gloria.
Nel Padre nostro, insegnatoci da Gesù, noi facciamo una grande preghiera di intercessione dicendo " Sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà".
Nella prima parte di questa preghiera non ci preoccupiamo di noi ma del nome e della credibilità, verità, gloria di Dio.
La preghiera perfetta quindi è quella di lode, perchè la rivolgiamo al Padre, che non dimentica mai i suoi figli come sta scritto
"Può una madre dimenticare suo figlio? Quand'anche se ne dimenticasse, io non ti dimenticherò mai!"
Il giorno del mio compleanno, nato sotto le più fosche previsioni, si è trasformato in un capolavoro dello Spirito a cui ho affidato la mia pena per intercedere affinchè un fratello non fosse divorato dalle sabbie mobili della sua malattia di cercare altrove un compenso, una consolazione, una risposta ai suoi bisogni non disciplinati.
La giornata quindi è stata una grande e continua preghiera di intercessione a cui si sono uniti tanti fratelli che ho invitato a pregare con me.
In quel giorno il Signore mi ha fatto tanti regali che non posso enumerare, ma il più grande in assoluto è che non si è dimenticato di me e del suo popolo che a lui si è rivolto con cuore sincero.
Non mi piace rimanere sola, mi piace essere in tanti a lodare benedire e ringraziare Dio, perchè noi siamo suo popolo siamo suoi ed egli è nostro Padre, ci ha generati e ci vuole collaboratori della salvezza per fare festa tutti insieme in paradiso.
Lode a te Signore Gesù che hai fatto ciò che hai visto fare dal Padre, lode a te Maria che mi ricordi tutto ciò che ha detto, fatto, tuo figlio e quello che hai imparato dal Padre con l'umiltà e la fiducia di chi si sente serva del Signore che tutti chiameranno beata perchè grandi cose in te ha fatto l'Onnipotente.
Sento, vedo, tocco che anche in me, in noi coppia, l'Onnipotente sta operando grandi cose.
Per questo lo voglio esaltare, per questo lo voglio lodare, per questo voglio tenere sempre alto il Suo nome.
1 commento:
Facciamo di peggio. Consideriamo Dio come il nostro avvocato che deve eseguire i nostri desideri. Oltra a non avere pazienza non conosciamo nemmeno se quello che chiediamo a Dio sia quello che ci serva per stare bene. Potrebbe darsi che quello che cerchiamo non arriva proprio perché potrebbe farci addirittura male.
Abbraccio Antonietta.
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