domenica 24 febbraio 2019

Misericordia



Meditazione sulla liturgia di
domenica della VII settimana del Tempo Ordinario anno C

"Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso".

Signore ti voglio lodare benedire e ringraziare per questo nuovo giorno che mi doni, un giorno speciale, la domenica, l'inizio di una nuova settimana dove tu ci aspetti per donarci tutto ciò di cui abbiamo bisogno per affrontarla e viverla nel tuo nome e far risplendere la tua gloria.
Grazie Signore perché ci hai donato un'altra opportunità per entrare per sempre nel tuo tempio santo e mai allontanarcene.
Grazie per il dono della Santa Eucaristia, il dono della tua Parola che ci dà le indicazioni giuste per rimanere nel tuo amore, per avere pace, serenità e gioia senza fine.
Grazie perché non ti stanchi mai di perdonarci, di accoglierci, di amarci, anche quando ci allontaniamo da te, quando ti dimentichiamo, quando ci facciamo un dio a nostra immagine e somiglianza.
Grazie Signore per il sole, per la luna, per il cielo e per le stelle, per la nostra sorella acqua mite e umile che scorre in abbondanza nelle nostre vene, nel nostro corpo.
Grazie perché la Parola che esce dalla tua bocca è infallibile e fonte di ogni consolazione anche quando è amara e dura da digerire.
Non è un caso che ci hai pensati bisognosi di acqua, ci hai fatto fare esperienza dell'acqua nel seno di nostra madre, grazie perché nell'acqua si sviluppano gli organi dell'udito e si rimane muti per ascoltare la voce di chi ci vuole bene e si prende cura di noi.
Grazie Signore perché con le parabole della vita ci parli del tesoro del cielo, grazie perché comprendiamo quando sia importante ascoltarti più che parlarti.
Noi siamo tuoi figli Signore, gregge del tuo pascolo.
Dove andremo? Tu solo hai Parole di vita eterna!
E oggi ci porti a riflettere su ciò che è prioritario nella nostra vita, fatta di parole inutili, per essere una cosa sola con te e con i fratelli.
Grazie perché tu ci hai dato per primo l'esempio, grazie perché continui a perdonare le nostre mancanze di amore, grazie perché ci educhi pian piano ad avvicinarci ai fratelli che non amiamo, senza pregiudizi, senza rancori, consegnandoci tuoi occhi e il il tuo cuore per vederli e amarli come fai tu.
Una nuova settimana comincia. Fa' che il precetto festivo non diventi un dovere, ma un'esigenza insopprimibile, per fare incetta di grazia, per riportare a casa come nella moltiplicazione dei pani, ceste piene di tenerezza, di amore, di perdono, specialmente verso quei fratelli che ci riesce difficile se non impossibile amare.
Grazie Signore perché non ci fai mai mancare il tuo aiuto quando ti chiediamo il pane quotidiano, il dono del tuo spirito, quando ami al posto nostro, quando ci metti tutto te stesso perché il nostro timido e non sempre convinto sì diventi testimonianza di un amore più grande, che ci sovrasta e ci penetra, rendendoci capaci di somigliarti.

2 commenti:

Gus O. ha detto...

La connotazione peggiore della nostra società è l'indifferenza.
La misericordia ha poco spazio.
Ciao Antonietta.

Anto ha detto...

Ciao Gus. Sono sempre più convinta che l'esempio porti le persone a interrogarsi e a cambiare. Se continuiamo a guardare il mondo con gli occhi giudicanti del mondo non ne veniamo fuori. Ai nonni oggi è affidato il compito di rendere visibile l'invisibile attraverso gesti concreti di tenerezza nei confronti delle persone che incontriamo quando andiamo con loro.