Meditazione sulla liturgia di
domenica
della VII settimana del Tempo Ordinario anno C
"Siate
misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso".
Signore
ti voglio lodare benedire e ringraziare per questo nuovo giorno che
mi doni, un giorno speciale, la domenica, l'inizio di una nuova
settimana dove tu ci aspetti per donarci tutto ciò di cui abbiamo
bisogno per affrontarla e viverla nel tuo nome e far risplendere la
tua gloria.
Grazie
Signore perché ci hai donato un'altra opportunità per entrare per
sempre nel tuo tempio santo e mai allontanarcene.
Grazie
per il dono della Santa Eucaristia, il dono della tua Parola che ci
dà le indicazioni giuste per rimanere nel tuo amore, per avere pace,
serenità e gioia senza fine.
Grazie
perché non ti stanchi mai di perdonarci, di accoglierci, di amarci,
anche quando ci allontaniamo da te, quando ti dimentichiamo, quando
ci facciamo un dio a nostra immagine e somiglianza.
Grazie
Signore per il sole, per la luna, per il cielo e per le stelle, per
la nostra sorella acqua mite e umile che scorre in abbondanza nelle
nostre vene, nel nostro corpo.
Grazie
perché la Parola che esce dalla tua bocca è infallibile e fonte di
ogni consolazione anche quando è amara e dura da digerire.
Non
è un caso che ci hai pensati bisognosi di acqua, ci hai fatto fare
esperienza dell'acqua nel seno di nostra madre, grazie perché
nell'acqua si sviluppano gli organi dell'udito e si rimane muti per
ascoltare la voce di chi ci vuole bene e si prende cura di noi.
Grazie
Signore perché con le parabole della vita ci parli del tesoro del
cielo, grazie perché comprendiamo quando sia importante ascoltarti
più che parlarti.
Noi
siamo tuoi figli Signore, gregge del tuo pascolo.
Dove
andremo? Tu solo hai Parole di vita eterna!
E
oggi ci porti a riflettere su ciò che è prioritario nella nostra
vita, fatta di parole inutili, per essere una cosa sola con te e con
i fratelli.
Grazie
perché tu ci hai dato per primo l'esempio, grazie perché continui a
perdonare le nostre mancanze di amore, grazie perché ci educhi pian
piano ad avvicinarci ai fratelli che non amiamo, senza pregiudizi,
senza rancori, consegnandoci tuoi occhi e il il tuo cuore per
vederli e amarli come fai tu.
Una
nuova settimana comincia. Fa' che il precetto festivo non diventi un
dovere, ma un'esigenza insopprimibile, per fare incetta di grazia,
per riportare a casa come nella moltiplicazione dei pani, ceste piene
di tenerezza, di amore, di perdono, specialmente verso quei fratelli
che ci riesce difficile se non impossibile amare.
Grazie
Signore perché non ci fai mai mancare il tuo aiuto quando ti
chiediamo il pane quotidiano, il dono del tuo spirito, quando ami al
posto nostro, quando ci metti tutto te stesso perché il nostro
timido e non sempre convinto sì diventi testimonianza di un amore
più grande, che ci sovrasta e ci penetra, rendendoci capaci di
somigliarti.
2 commenti:
La connotazione peggiore della nostra società è l'indifferenza.
La misericordia ha poco spazio.
Ciao Antonietta.
Ciao Gus. Sono sempre più convinta che l'esempio porti le persone a interrogarsi e a cambiare. Se continuiamo a guardare il mondo con gli occhi giudicanti del mondo non ne veniamo fuori. Ai nonni oggi è affidato il compito di rendere visibile l'invisibile attraverso gesti concreti di tenerezza nei confronti delle persone che incontriamo quando andiamo con loro.
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