venerdì 17 giugno 2016

Il tesoro




“Non accumulate per voi tesori sulla terra” (Mt 6,19)
Sono qui Signore davanti a te che sei Padre e conosci tutti i miei i limiti, i miei errori, i dubbi, le paure, i tentennamenti della fede, i naufragi della speranza, l’orgoglio di poter fare a meno di te.
Mi vedi, mi conosci, mi ami.
Non posso metterlo in dubbio se mi guardo indietro e vedo tanti tuoi benefici che al momento non sono stata in grado di apprezzare.
Tu dici di non accumulare tesori sulla terra dove tignola e ruggine e ladri sono in agguato per vanificarli nelle nostre mani.
Per comprendere le tue parole bisogna fare un percorso a ritroso e lasciarsi illuminare dalla tua luce.
Apprezzeremmo e crederemmo a ciò che ci dici, guardando dove ci hanno portato le nostre strade, i nostri appetiti, le nostre paure, il nostro orgoglio.
Tu sei il Signore della storia e scrivi dritto sulle righe storte, non permetti che l’uomo vanifichi la tua promessa, distrugga il tuo progetto, cancelli i segni della tua presenza operante nella storia.
Tu mi hai fatto sperimentare la povertà senza che la scegliessi, subendola, in un periodo in cui anche i ricchi videro andare in frantumi i loro imperi di soldi, di case, di potere, di vanagloria.
Sono nata in tempo di guerra dove tesoro era anche un osso di ginocchio per fare il brodo a mia madre che mi aveva appena partorito, perchè le scendesse il latte, tesoro un cesto per mettere i pochi indumenti della famiglia o un carretto su cui caricare le masserizie.
Ma anche quando la situazione si evolse al meglio ho sempre avvertito la mancanza di ciò che non c’era, non avevo, la difficoltà a condividere con i miei fratelli lo spazio, il cibo, i vestiti, tutto.
In quel tempo non accumulavo tesori ad eccezione delle conchiglie che raccoglievo sulla spiaggia o le mie bambole di stracci avanzati dai ricicli dei vestiti dei grandi.
Ma non avevo un posto sicuro dove conservarli così che si persero.
Poi arrivò il tempo in cui diventammo più ricchi e ci potevamo permettere qualcosa in più ma niente durò tanto a lungo.
In noi rimaneva sempre il desiderio di avere quello che ci mancava non apprezzando ciò che avevamo.
Abbiamo costruito la nostra vita cercando fuori di noi, lontano la felicità.
Quanta strada, quanta fatica per prendere, afferrare ciò che ci scivolava dalle mani, che mostrava il suo volto beffardo di non gioia, non luce, non pace quando pensavo di poterne disporre a mio piacimento.
Tu mi hai fatto sperimentare la povertà e la ricchezza e hai guardato cosa ne ho fatto.
Sei stato in attesa, hai avuto pazienza, mi hai amato anche quando dilapidavo patrimoni e quando sputavo nel piatto che mi veniva gratuitamente presentato.
Non ti conoscevo Signore quando ho comperato case per contenere i miei armadi, quando non mi preoccupavo di nessuno se non di me stessa.
Oggi sperimento la ricchezza di averti incontrato, la ricchezza di aver trovato un posto dove custodire il mio tesoro.
Ti ringrazio Signore perché ci sei sempre nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, ti lodo e ti benedico perché ti trovo in tutto ciò che mi manca.
Tu , racchiudendo il cielo, per me troppo lontano, nel mio piccolo e povero cuore, hai creato il posto sicuro perchè nulla delle cose che mi doni vada perduta.

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