MEDITAZIONI SULLA LITURGIA DI
martedì della XXIX settimana del TO
"Per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti"(Rm 5,19)
Quando ad obbedire è Dio non ci possiamo meravigliare che le conseguenze del suo sì al Padre si siano riversate su tutti noi, figli per scelta, amati prima di venire alla luce, prima che i nostri genitori pensassero a noi.
Ci sembra scontato che sia così anche se non agiamo di conseguenza, perchè la vita ci prende e abbiamo tante cose da fare, tanti progetti, tante occupazioni e preoccupazioni che la Parola di Dio, specie se siamo ancora giovani, ci scivola addosso e non ci nutre e non ci cambia la vita.
La messa nei giorni feriali è frequentata solo da persone di una certa età, in prevalenza donne, vedove, ammalate, sole o separate in casa.
E' una tristezza da un certo punto di vista. Gli uomini sono spesso assenti fatta eccezione del sacerdote.
Guardando l'assemblea mi rincuoro solo pensando che Gesù ha fondato la sua chiesa partendo non dal numero dei devoti ma dalla qualità, dalla fede di chi ha partecipato alla sua morte.
Maria, sua madre e Giovanni, il discepolo che amava ricevettero le primizie dello Spirito Santo, l'amore di Dio effuso sulla sua promessa sposa, la Chiesa.
La Chiesa siamo noi, non finisco mai di ripetermelo e per questo cerco, mi sforzo di non giudicare quelli che razzolano male ma di guardare ciò che in ognuno è dono, è segno della presenza di Dio che si manifesta.
Siamo tutti figli della colpa, ma tutti resuscitati in Cristo Gesù, per i suoi meriti.
La salvezza è per tutti, ma bisogna prima di tutto sapere che ci è stata data gratuitamente e poi che dobbiamo scegliere di accoglierla e seguire le istruzioni del nostro Salvatore per risalire dal fosso, per venire alla luce.
La notte è lunga, interminabile per coloro che non vogliono essere salvati e capita purtroppo che non ci si fidi del Soccorritore.
Ci si addormenta e non si sente la voce che ci chiama alla vita.
Ci sono sonni di morte e sonni di vita, ci sono veglie di morte e veglie di resurrezione.
Per fortuna che Dio ha pazienza e ha permesso che vivessimo più a lungo per rinsavire, togliendoci le ore di riposo che a causa dell'età si riducono al lumicino, mentre aumentano quelle della veglia e del dolore.
Grazie a queste io che andavo sempre di corsa ho imparato a fare buon uso di un tempo che senza di Lui sarebbe stato sprecato in lamento o in tentativi di fuga dalla realtà che stavo vivendo.
Così le parole del Vangelo di oggi giungono a proposito per elevare a Dio un inno di lode, perchè la lampada accesa e i fianchi cinti connotano le mie notti che si trasformano in un incontro sempre nuovo con lo Sposo che viene a visitarmi.
Maria è la sentinella che sta alla porta e Gli apre quando bussa .
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