venerdì 5 giugno 2015

"Benedetto Dio, benedetto il suo grande nome!"


"Benedetto Dio, benedetto il suo grande nome!"(Tb 11,14)
Sono le parole che pronuncia Tobia dopo essere stato guarito dalla cecità.
E' facile lodare e benedire il Signore quando le cose ci vanno bene, quando ci sentiamo ascoltati ed esauditi da Dio, quando non ci costa più di tanto.
Il difficile viene quando le cose non vanno come vorresti, quando sei nella prova, nella tribolazione, nella tempesta, quando cani ringhiosi ti assalgono, quando i nemici ti spiano per attentare alla tua vita.
E' difficile ma non impossibile.
Tobia ce ne dà l'esempio, solo se scorriamo indietro qualche pagina del libro che narra la sua vita tribolata.
Come può essere possibile benedire chi ci maledice, benedire Dio per tutto quello che ci capita di buono o di cattivo?
Ma la fede si prova nel crogiuolo.
Mi viene in mente quanto furono difficili da digerire le parole di Gesù, la prima volta che le ascoltai.
" Se ami quelli che ti amano che merito ne avresti? Anche i pagani lo fanno"
E così è per tutto ciò che ci accade.
Ieri ho fatto un prelievo osteomidollare che non è una passeggiata, specie se non ti prende l'anestesia, oggi dovrò fare la risonanza magnetica per vedere se ho una compressione midollare che non mi fa stare in piedi e che non è correlata con l'indagine di ieri.
Mi sono sforzata di lodare e benedire il Signore, specie quando dalla mia cuccia sono uscita allo scoperto e mi sono mischiata alla folla dei sofferenti del V piano dell'Ospedale, Day Hospital oncologico ed ematologico.
Teste calve, alcune, poche, coperte con bandane o foulard, mascherine, flebo, magrezze eccessive in giovani, troppo giovani, sguardi fissi, persi nello spazio e nel tempo, in attesa che l'altoparlante chiamasse il proprio numero.
Un numero sudato preso all'alba per non fare la fila.
Un numero in cambio del tuo nome e cognome, in cambio di una diagnosi o una cura.
Ho pregato ieri tanto, come mai avevo pregato, dalla notte, per invocare pietà e misericordia su di me che ero straziata da grandi dolori.
Man mano che pregavo il mio grido saliva a Dio attraverso Maria che mi suggeriva le parole del Magnificat.
Pensavo alle beatitudini, alla gioia di quel canto di esultanza, al "Kaire(rallegrati)! " dell'angelo quando portò l'annunzio a Maria.
Nel mio dolore, nel dolore impresso nei corpi dei miei compagni di viaggio ho cercato la luce, ho cercato la via stretta che apre il cuore alla lode.
"Benedetto il Signore Dio d'Israele che ha visitato e redento il suo popolo" mi veniva da dire, "Benedici il Signore anima mia, non dimenticare tanti suoi benefici".
Già la memoria. Ecco la porta per entrare in paradiso.
Ho ringraziato il Signore per ogni persona che ieri mi aveva fatto dubitare della sua misericordia, l'ho benedetto per ogni medico, infermiere, accompagnatore che si prendeva cura di quel popolo di oppressi.
" Beati gli afflitti perchè saranno consolati....... beati i poveri di Spirito, perché di essi è il regno dei cieli".


1 commento:

Censorina ha detto...

Sia sempre benedetto. Un grande abbraccio. Il Signore è con te.
Paola