(Mt 28,19.20)
Alleluia, alleluia.
Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore,
ecco, io sono con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo.
Alleluia.
Gesù
ha finito le sue catechesi e se ne torna da dove è venuto.
Abbiamo
gioito, pianto, riso, dormito e mangiato con Lui.
Ci
siamo abbeverati alla sua fonte, lo abbiamo seguito per le strade
della Galilea e della Giudea, lo abbiamo ascoltato e ci siamo sentiti
beati quando le sue parole ci ridavano speranza, coraggio, forza,
fede per continuare senza smarrimenti o cadute improvvise il nostro
viaggio alla volta del cielo, il nostro pellegrinaggio su questa
terra buia e tenebrosa, su questo percorso pieno di insidie e irto di
ostacoli.
Lo
abbiamo seguito fin sotto la croce e ci siamo indignati per il
comportamento di chi lo ha condannato, tradito, dimenticato.
Ci
siamo indignati con Lui quando l'ipocrisia nascondeva il vero culto,
l'unico culto che Dio vuole.
Cosa
in questo anno io non ho fatto per non perdermi neanche uno iota del
suo insegnamento?
Di
notte , quando il dolore mi assale e i nemici ci inzuppano il pane,
quando il silenzio amplifica il grido, l'urlo del corpo, a LUI si
stringe l'anima mia, a Sua madre chiedo la mano perchè la posi sui
miei occhi e me li chiuda per poter riposare almeno un poco.
Come
facevo da bambina quando la sera chiamavo la zia a cui ero affidata
per sentire il calore delle sue dita premute sugli occhi.
Non
ne avevo bisogno quando mia madre era vicina, quando d'estate tornavo
a casa e dormivamo noi figli tutti nella stessa stanza dei genitori.
Don
Ermete ha ribadito che il giorno dell'Ascensione è fondamentale per
meditare sul fatto che dobbiamo vivere con gli occhi rivolti al
cielo, ma con i piedi ben piantati per terra, continuando la nostra
vita ordinaria insieme a LUI.
Basta
conservare la password per stare in cielo con i piedi per terra.
In
fondo è un problema di connessione alla Sua rete disponibile, di
cui dobbiamo conoscere la chiave d'accesso: il Suo Nome.
Così
ci assicuriamo una catechesi permanente sull'amore di Dio
testimoniato dal fatto che viviamo con per e in Cristo.
E la
cosa più bella è che non dobbiamo temere vuoti di memoria come
accade con l'avanzare degli anni.
Lo
Spirito di Dio, il testimone ce lo ricorderà e ce lo renderà
presente ogni volta che lo invochiamo.
Invocare
lo Spirito di Dio è invocare, chiedere l'amore.
Tutti
sentiamo dal primo vagito fino alla morte il desiderio, l'anelito ad
essere amati senza condizioni, amati per quello che siamo non per
quello che sappiamo o possiamo fare.
Se
quindi il nome di Gesù ce lo dimentichiamo, non possiamo dimenticare
l'anelito di vita iscritto in ogni cuore, anelito di sguardi,
carezze,consigli, aiuto in tutte le nostre difficoltà, anelito di
perdono, di alleanza, di comunione, di condivisione della nostra
limitatezza.
Dio
è grande, troppo per noi misere creature che non riusciamo a
guardare oltre il nostro pollice, che invece di tenere gli occhi e il
cuore proiettati nel cielo, continuiamo a tenere gli occhi fissi a
terra, e a pensare che la nostra felicità derivi dal riuscire a
stare in piedi e sovrastare gli altri per vedere più ampi squarci di
terra e sentirsi migliori.
So
Signore che ora tocca a noi dire e fare quello che tu hai fatto.
La
prima cosa è credere che se lo dici è possibile che avvenga, è
certo che avviene se ci dai un cuore di ascolto.
Tu
ci farai capire che significa per una come me che non cammina e non
si sposta se non per brevissimi tratti, che dimentica il più delle
volte cose elementari, che non ha più parenti nè amici che le
corrispondano, andare in tutto il mondo e proclamare il vangelo.
Solo
se farai entrare il mondo nel mio cuore non dovrò andare lontano e
potrò servirti anche se su una sedia a rotelle o appoggiata ad un
deambulatore.
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