lunedì 24 ottobre 2016

Carità

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“Camminate nella carità”(Ef 5,2)
Certo che non finiremo mai di imparare i confini della carità, perchè la carità è un oceano che non si può misurare e anche quando ti sembra di averlo tutto scandagliato, c’è sempre un temporale, un tifone o qualche altro sconvolgimento atmosferico che ne aumenta la dimensione o anche, perchè no?ne diminuisce la portata.
La carità di Dio è infinita e infinite sono le gocce dell’acqua contenute nell’oceano, nell’aria, nelle piante, negli esseri viventi.
La verità è che non ne possiamo essere padroni, ma solo usarla perchè è il nostro elemento vitale. Pare che all’inizio noi fossimo animali di acqua e solo in un secondo tempo siamo diventati terrestri, vale a dire abbiamo respirato non con le branchie ma con i polmoni, e siamo quindi divenuti dipendenti dall’aria, anche se non abbiamo potuto cancellare la nostra primigenia, originaria esigenza di acqua.
Animali di terra dipendiamo dall’acqua, perchè siamo fatti di acqua in massima percentuale e la morte sopravviene per la sete più che per la fame.
Gesù non a caso ci ha dato dalla croce un rifornimento continuo che ci permette di non morire di sete, solo se lo vogliamo.
Ma quell’acqua che è uscita dal suo costato è mista a sangue, vale a dire che per amare non basta solo sacrificarsi, ma morire, versare il sangue.
La carità non abbia finzioni, dice san Paolo, ma è che noi spesso non ci rendiamo conto che la nostra è carità pelosa, ingannevole, non volta al bene dell’altro, ma al nostro tornaconto.
Perciò oggi leggiamo e meditiamo questa parola: “Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.”( Ef 5,2)
Ringrazio il Signore che mi ha dato consiglio e che mi istruisce ogni giorno.
La perfezione della carità non la raggiunsero, forse neanche i santi in tutti i momenti della loro vita. Non so se sto dicendo una bestemmia, ma penso che sia difficilissimo su questa terra raggiungere la perfetta conoscenza dell’amore, pechè significherebbe la perfetta conoscenza di Dio.
Mi tranquillizza e mi rallegra il fatto che non dipende da me la possibilità di realizzare la carità perfetta, ma la volontà di raggiungere e realizzare il progetto di Dio sì.
Così confido in Lui che non mi fa neanche desiderare ciò che non è possibile a me oggi, con i miei limiti, ma mi fa essere certa da un lato che Lui provvede a tutti servendosi anche di quella piccola goccia che sono riuscita a trattenere nel cavo della mano, prima che il sole l’asciughi, dall’altro mi fa sperare che un giorno il mare e il cielo potranno riflettersi nel mio cuore, senza peraltro poterli contenere nella loro interezza.
Ma a me cosa importa?
Sentirsi sazi, pieni di te Signore, questo è il mio desiderio e se la mia brocca è troppo piccola dilatala, forgiala sì che aumenti sempre più la misura per accogliere e distribuire il tuo amore.

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