giovedì 12 maggio 2016

Testimonianza

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Meditazioni sulla liturgia di
Giovedì della VII settimana di Pasqua.
” Coraggio!…E’ necessario che tu dia testimonianza anche a Roma (At 23,11).
La Chiesa non può ridursi ad un ristretto manipolo di credenti, arroccato sulle sue certezze, che si riunisce e prega in luoghi stabiliti, che non si mischia con gli altri per paura d essere contaminata.
La chiesa sognata, voluta da Cristo è una famiglia in cui tutti, vicini e lontani ci sentiamo figli di un unico padre e fratelli in Lui che ci ha riscattato e redenti, perché siamo una cosa sola con Lui.
Il mondo è lacerato dalle divisioni, guerre, palesi o nascoste, ma sempre guerre, perché minano alla base la nostra felicità, la nostra vita.
Le guerre sono opera del demonio e nascono all’interno delle famiglie.
L’educazione all’amore è affidata ai genitori che devono insegnare e trasmettere ai figli come si vive in pace, come si fa la pace, quali le vie da percorrere per riconciliarsi e rimanere uniti nella ordinaria e straordinaria battaglia con il maligno.
Il diavolo, il divisore è colui che attenta al progetto di Dio della sua famiglia unita nell’amore.
All’uomo e alla donna creati a sua immagine e somiglianza ha affidato il compito sicuramente non facile senza il suo aiuto di mostrare al mondo il suo volto, di somigliargli.
Da Adamo ed Eva la storia ci presenta una successione incredibile di delitti, di guerre, di rivoluzioni, una carneficina di persone buone e cattive, vittime e oppressori che non sono sopravvissute al loro tempo.
Siamo un popolo di dura cervice se ancora continuiamo a farci la guerra, pur sapendo che non ci fa bene, che ci rende infelici.
Gesù è venuto a proporci una strada alternativa per risolvere i nostri problemi umani, umanissimi, quella di vivere in pace, dandoci la pace, non come la dà il mondo.
Lui ci ha lasciato la Sua pace e noi dovremmo essere contenti ed usufruirne per andare in vacanza da tante beghe, pensieri, preoccupazioni.
Ieri la camera ha votato la fiducia al governo per far passare la legge sullle unioni civili, unioni a termine, unioni dove l’amore non si misura sulla valorizzazione delle differenze.
Ci siamo condannati a morte da soli e dai frutti riconosceranno che hanno sbagliato quelli che ci governano.
Ma se la poltrona e il vitalizio e il plauso della gente sta a cuore ai nostri politici per Gesù e i suoi discepoli non fu così.
La verità rende liberi.
E chi può negare che in una famiglia unita nell’amore si sta bene, si vive bene, si trova la forza per affrontare qualsiasi difficoltà perché è pronto ogni suo membro per esserti vicino, d’aiuto, per sollevati quando cadi, per curarti quando stai male, per darti da mangiare e da bere quando sei nel bisogno?
La crisi economica che ha coinvolto e interessato tante famiglie in questo brutto periodo della nostra storia sono le famiglie d’origine, gli anziani che hanno aperto le porte di casa e il portafoglio per venire incontro ai bisogni di figli e nipoti senza lavoro e senza prospettive.
Se questo è accaduto tra noi che siamo cattivi, quanto più accade nella nostra Famiglia originaria, la Trinità, dove l’unione è perfetta e dove c’è posto per tutti.
Gesù, prima di andarsene, prega il Padre perché siamo con Lui una cosa sola.
Domenica è Pentecoste, scende lo Spirito Santo sulla chiesa nacente, come la liturgia ci ricorda.
Ma noi non abbiamo bisogno di aspettare, perché attraverso i Sacramenti, attraverso la Parola, facciamo continuamente esperienza di quanto conti prendere sul serio le parole di Gesù.
Se siamo una cosa sola con Lui di cosa dobbiamo avere paura?
Il recinto sarà l’abbraccio dello Spirito Santo che ci rende un unico gregge sotto la guida di un solo Pastore.
Questa mattina voglio pregare per l’unità delle famiglie, per la pace nelle famiglie, perché a Dio la famiglia chieda ciò che manca alla perfezione dell’amore.

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