martedì 10 novembre 2020

SERVI INUTILI





Sfogliando il diario...

12 novembre 2019

In Ospedale

Mi sono chiesta in questi ultimi mesi a che servivo e che era ora che il Signore mi richiamasse a sé.

L'ho chiamato, l'ho invocato, con sempre più insistenza, perchè mi stendesse la mano e mi facesse passare dall'altra parte dove finalmente avrei trovato la pace.

La richiesta di morire da un lato era dettata dal desiderio di cercare uno sbocco a tanto dolore, dall'altra dalla consapevolezza che man mano diminuiva in famiglia la mia funzione, stando sempre male e percependo il peso che comportava per chi mi stava vicino la mia disabilità, il mio dolore, spesso la mia sola presenza.

Immaginavo che ne avrebbero sicuramente fatto a meno e se scomparivo non facevo male a nessuno anzi toglievo il problema.

Questo è quello che pensavo anche se forse attribuivo agli altri i miei pensieri lesionistici.

Certo sentirsi inutili di peso non fa piacere a nessuno e io mi ci sentivo. Sentivo il peso del mio corpo colpito da cento malattie, il peso del mio dover essere, il peso di chi si scopre ogni giorno inadeguata, inefficiente, inutile.

Il vangelo di oggi mi spinge a riflettere in cosa consista l'inutilità, perchè nelle mie preghiere notturne, quando ero dilaniata da spasmi dolorosi, strappi della carne, putrefazione dei pensieri, mai ho pensato di darmi la morte ma la chiedevo al Signore della Vita che era sordo alle mie preghiere.

Mi sono messa in attesa pensando sempre che quel giorno fosse l'ultimo, salvo poi ricredermi al termine della giornata.

Gli ultimi mesi sono stati di un'attesa sfibrante.

In silenzio aspettavo.

Il silenzio di Dio era sempre più prolungato come sempre più prolungati sono diventati i miei silenzi davanti a Lui.

Bisogna toccare il fondo per tornare in superficie e questo man mano sta accadendo in questo ospedale dove per sua grazia sono stata accolta e curata.

Il silenzio è tornato a riempirsi della Parola di Dio, attorno alla quale imposto la mia giornata.

Hanno scoperto che ho avuto un'ischemia che mi ha tolto i freni inibitori, che sarebbe una brutta cosa se quei freni mi hanno immobilizzato tutta la vita incatenandomi ad un dover essere insostenibile.

Sono salva per miracolo, ma la cosa che più mi riempie il cuore di gioia, mi inonda di Lui è che, dopo un primo smarrimento degli altri, prima che mio, mi sono accorta che le cose che è giusto dire bisogna dirle anche se con i dovuti modi.

Mi sembra che mi abbiano tolto una camicia di forza e che, se il Signore ha permesso questo, è perchè mi avvicinassi ad una via di verità e di giustizia.

Non servi se i tuoi comportamenti sono finalizzati a comprare l'amore dell'altro, a mendicarlo, servi quando hai il coraggio di dire ciò che lo fa star bene non per un piccolo lasso di tempo, ma per tutta la vita.

La candela serve se si accende e si consuma, assolve alla sua funzione se illumina e permette agli altri di vedere.

Molto spesso noi non siamo in grado di capire se serviamo oppure no.

Il Signore presiede al nostro funzionamento, perchè è il nostro Creatore, ma anche Colui che si occupa della nostra manutenzione, basta che non gli leghiamo le mani o cerchiamo soluzioni più facili, meno onerose e a portata di mano.

Concludendo questa riflessione non posso che ringraziare il Signore per tutti quelli che si sono uniti in preghiera perchè la fede non mi abbandonasse, perchè continuassi a fidarmi di Lui e non perdessi la speranza di svolgere il mio servizio con quello che mi è rimasto, non con quello che non ho più, senza rimpianti, ma con gioia e gratitudine.


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