lunedì 10 febbraio 2020

Riconoscere, toccare, guarire



Meditazioni sulla liturgia di
lunedì della V settimana del Tempo Ordinario


"La gente subito lo riconobbe"(Mc 6.54)
"Lo pregavano potergli toccare almeno la frangia del suo mantello...quanti lo toccavano guarivano".(Mc 6,56)

Un Dio che si fa toccare, un Dio che si fa trovare prima di tutto, un Dio che a quanti credono dona la vita.
Guarire è tornare a vivere.
Il peccato ha rotto il legame tra la creatura e il suo Creatore.
La creatura senza le cure amorevoli di chi l'ha messo al mondo muore.
È necessario ritrovare Dio, ristabilire il contatto con Lui, perché il sangue torni a circolare nelle nostre vene.
Il Dio che salva non può che essere Colui che ci ha creato, un Dio creatore, perché la salvezza viene dal passaggio dalla morte alla vita, dalla schiavitù alla liberazione.
Quando ci sentiamo dimenticati da Dio, nell'attraversamento dello sconfinato deserto che ci separa dalla terra promessa, ricordiamoci che Dio è padre e per questo ci ha salvato.
Ci ha salvato perché siamo suoi figli, ci ha salvato attraverso il Figlio.
La terra promessa è ciò che il figlio Gesù ci ha lasciato perché potessimo diventare noi collaboratori del Dio Creatore, potessimo dare alla luce lo Sposo, portandolo alla luce.
Quando sto tanto male, mi rivolgo a Dio così:
"Padre, Padre nostro, tu sei mio padre, tu ti occuperai di me, tu hai cura di me sempre, specialmente in questo momento di tribolazione, di grande afflizione.
Solo tu Signore mio Dio, mi salverai dalla fossa, perché non permetti che il tuo santo veda la corruzione.
Il tuo Spirito mi guidi terra piana, il tuo Spirito apra il sepolcro del mio cuore e lo porti a nuova ed eterna vita.
Maria so che tu già stai godendo dei frutti della nuova creazione, so che però non ancora hai cessato di piangere e di patire con noi, pellegrini su questa terra.

Non hai mai cessato di pregare per noi e continui a farlo nel nome di Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo."

1 commento:

Gus O. ha detto...

Gesù si fa toccare, ma il miracolo lo fa il Padre.
Ciao Antonietta.