mercoledì 25 dicembre 2019

"Non c'era posto per loro". (Lc 2,7)





SFOGLIANDO IL DIARIO...

25 dicembre 2009
Natale del Signore
ore 6:59.

"Non c'era posto per loro". (Lc 2,7)

Chissà se scartando i regali, tra le scatole, i fiocchi, le buste, i sacchetti dorati, luccicanti e splendenti ci siamo persi Gesù, non l'abbiamo trovato e non ci siamo accorti che c'era!
Chissà dov'è andato a finire ieri sera, nella frenesia di aprire quei pacchi che facevano bella mostra di sé ai piedi dell'albero e del presepe!
Alla tastiera di Emanuele mancavano le pile e noi non ce ne siamo accorti quando l'abbiamo comprata, dando per scontato che andava a corrente.
Emanuele c'è rimasto male, perché aveva un giocattolo muto, inservibile, senza le pile.
Giovanni si è messo a piangere perché il fratello aveva ricevuto quello che desiderava e lui no, anche se c'era la chance di questa notte che prevede il passaggio di babbo Natale nella casa dei piccoli.
Sì perché babbo Natale il giro lo fa prima dai nonni e dagli zii e per ultimo va dai bambini, altrimenti si stanca troppo.
Giovanni questa mattina troverà il Nintendo agognato ed Emanuele il cane che parla e si muove, Samby, ma dovrà fare attenzione perché le pile a disposizione sono solo tre: o fa funzionare la tastiera o fa muovere il cane.
Non si può pensare a tutto e nella vita babbo Natale riserba sempre qualche sorpresa, perché è vecchio e smemorato o perché ha ricevuto istruzioni precise in merito dal committente, Gesù bambino, di lasciare un piccolo spazio anche per lui attraverso una preghiera, perché le pile o il gioco preferito non sono scontati per niente.
Ricordo un anno che ai bambini arrivarono tutti i giochi che andavano a pile, ma nessuno di noi si fece carico di comperarle.
Mi viene da pensare al carburante che non si esaurirà, a quel "venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi io vi ristorerò, venite senza denaro."
Il carburante ce l'ha portato Gesù, ma bisogna attraversare il deserto per riconoscerlo.
"Non di solo pane vive l'uomo ha di ogni parola che esce dalla bocca di Dio."
A me Gesù ha portato il messale festivo e feriale, un dono che mi ha fatto molto felice e poi la macchinetta del caffè a corrente che puoi programmare e mettere sul comodino.
Attrezzatura per quando (sempre) mi sveglio di notte e mi metto a meditare la parola di Dio.
"Non c'era posto per loro."
Mi ha colpito questa frase, perché mi interrogo sullo spazio che riesco a fare al Signore.
È sempre uno scampolo, un pezzetto del mio tempo, della mia vita che gli offro, che lascio che lui rigeneri, disinquini, ravvivi, punisca, un piccolo spazio che vorrei non si restringesse mai, anzi vorrei che si dilatasse all'infinito se, bontà sua, il mio cuore diventa capace di infinito.
Quest'anno ho continuato a frequentare Maria, la figlia, la madre, la sposa.
Ho imparato tante cose da lei e tante ancora mi aspetto di imparare.
Mi ha portato sempre nel posto giusto, per farmi incontrare Gesù.
È stata e continua ad essere maestra di silenzio.
A me che parlo troppo ha insegnato che solo la parola di Dio salva.
Perciò ho regalato i calendari liturgici, perché l'oroscopo gli amici e non solo lo traggano dalle parole che ogni giorno vi trovano scritte.
Parola di Dio, parola di vita, parola di verità, parola di gioia, di pace, di perdono, di eterna comunione con Dio.

L'anima mia magnifica il Signore e il mio cuore esulta in Dio, mio Salvatore, perché ha guardato alla mia miseria, al mio peccato, alla mia inadeguatezza, alla mia sete e alla mia fame e l'ha colmata di infinito.
Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente e Santo è il suo nome.
Ha abbattuto i muri dell'orgoglio, del giudizio, dell'egoismo, gettato a terra gli idoli in cui mi ero rifugiata, mi ha spogliato di tutto ciò che ritenevo importante, a cui ero saldamente attaccata, mi ha aperto le mani perché lasciassi cadere gli appigli su cui contavo, perché potesse riempirle della sua grazia.
Mi ha teso la mano e mi ha sollevato alla sua altezza.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata e Santo è il suo nome.

Grazie Maria di questa scuola di umanità, di meditazione, di silenzio nell'accettazione gioiosa della volontà di Dio.
Si faccia di me quello che vuoi, Signore.
Non permettere che mi allontani da te.
Ieri ho acquistato la Micra nuova, pensando che vuoi bene anche a me che non lo merito.
Chissà perché mi è venuta quest'idea!
Sono partita con il proposito, questo Natale, di aiutare i poveri, di invitare un povero, di usare i soldi dell'invalidità per Miriam e Joseph, la coppia di nigeriani senza permesso di soggiorno e senza lavoro, per  la famiglia di mio figlio o per chi ha bisogno.
Ricordo quello che pensai quando mi dettero l'accompagnamento.
Mi sembravano soldi rubati che io non meritavo, a cui non avevo diritto.
Pensavo che, se era andata com'è andata, forse tu volevi che ne facessi dono ad un bisognoso.
Poi ieri ho deciso di usarli per me, capovolgendo tutti i ragionamenti (pacco dono alla famiglia dei bulgari che ci abitano sotto, alla casa in campagna, al suo completamento o alla ristrutturazione della casa dove viviamo.)
Ho pensato alla coincidenza che quei soldi, arrivati nel momento in cui ho fatto un danno rilevante alla macchina vecchia, non era casuale.
Chi avrebbe immaginato che li avrei spesi per ricomperare una macchina nuova, quando fino a poco tempo fa la patente pareva che me la togliessero definitivamente?
Signore quanto sei grande!

Partire, mettersi in cammino, trovare Gesù in una mangiatoia.
L'incarto dorato non c'è, non c'è fiocco, coccarda o altro che renda più appetibile il dono.
Il dono è scoperto e nudo, posato su un piatto, il piatto dei maiali, degli asini e dei buoi, il piatto dove mangiano le bestie.
Noi siamo gli asini, e il bue, siamo la pecora, il pastore, il deserto.
Quante cose possiamo essere nel presepe approntato da Dio!
Oggi mi sento tanto la capanna, la paglia, la mangiatoia, un luogo maleodorante, povero, umile che accoglie Gesù.
Una stalla piena di spifferi, una stalla scomoda e fredda.
Sono io quella che accoglie Gesù?
Non so fino a che punto sia capace di farlo, certo è che sento una grande luce illuminarmi, un calore che mi scalda il cuore e mi fa sentire felice.
Gesù quanto ti amo, Signore quanta strada per arrivare alle porte del paradiso!

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