sabato 30 marzo 2019

" Voglio l'amore e non il sacrificio" (Os 6,6)


Meditazione sulla liturgia di
sabato della III settimana di Quaresima

" Voglio l'amore e non il sacrificio"(Os 6,6)

Tu dici Signore che vuoi l'amore e non il sacrificio, ma quanti sacrifici facciamo per amore!
Tu ce ne hai dato l'esempio offrendo il tuo corpo, la tua vita per la nostra salvezza.
E questo non si chiama sacrificio?
E questo non si chiama amore?
Penso che le cose non possano essere disgiunte perchè quanto più si ama tanto più si è disposti a sacrificarsi per la persona amata.
In famiglia vediamo quanto sia vero  nel rapporto tra madre e figli, specie se piccoli.
Tu non vuoi sacrifici ma vuoi l'amore.
Sembra un controsenso perchè è come negare ciò che rende l'amore bello, perfetto, santo, incorruttibile.
E' il tuo amore che ci rende capaci di sacrificio, vale a dire rende sacre le nostre azioni.
Senza di te il sacrificio non ci giova e non giova all'altro, perchè noi non siamo capaci di agire senza un tornaconto personale.
Solo tu rendi il sacrificio perfetto, senza di te ci affatichiamo invano.
Tu non hai bisogno  di grassi vitelli, non ti servono olocausti di pingui montoni, perchè tutto è tuo e tutto ti appartiene.
Quando ti offriamo quel poco o quel molto che pensiamo di avere, dimentichiamo che è grazie a te che l'abbiamo, che i beni non sono nostri e ci sono solo stati affidati, anche se li abbiamo ottenuti con sforzo, fatica, perseveranza.
La prima cosa da fare è quella di riconoscere che la nostra vita è un dono, tutto quello che riusciamo a fare dipende da te.
Sembrerebbe che noi in questa storia siamo solo delle marionette mosse dalle tue mani, a cui tu dai voce e movimento.
Sembrerebbe e molti che ti contestano o ti negano si attaccano proprio a questo aspetto della nostra fede, del nostro rapporto con te.
Le nuove generazioni sono attratte dall'idea, di bastare a se stessi, di essere artefici della propria sorte, senza dover dare conto a nessuno.
Anche io un tempo la pensavo così, ma per quanti sforzi abbia fatto né ho conseguito la realizzazione dei miei sogni, né ho conquistato una pace e una serenità stabile.
Il percorso che tu ci indichi è di integrazione, di interazione, di comunione, di valorizzazione delle differenze.
Se hai già tutto non hai bisogno di metterti in viaggio, se sai già tutto non hai bisogno di chiedere la strada, se basti a te stesso non hai bisogno di metterti in relazione con nessuno a meno di usarlo per alimentare il tuo io.
"Beati i poveri di spirito perchè di essi è il regno dei cieli".
Tu l'hai detto ma si fa tanta fatica a non sentirsi migliori di qualcuno, si fa fatica a mettersi da parte e onorare l'altro.
Si fa fatica a benedire quelli che ci maledicono, a perdonare non sette ma settanta volte sette quelli che ci offendono.
E' un sacrificio farlo ed esserne convinti, un dovere se vogliamo essere tuoi discepoli.
Tu oggi ci chiedi di riconoscerci peccatori, bisognosi di aiuto, bisognosi di te.
Il fariseo a te attribuisce i beni di cui gode ma fa un errore che purtroppo tutti facciamo: il paragone.
Ecco Signore ciò che ci perde è proprio questa attitudine a sentirci migliori di tanti altri, a giudicare, a metterci su un gradino più alto.
Di questo Signore mi riconosco colpevole e invoco su di me la tua misericordia, perchè voglio essere guardata come hai guardato Maria.
Voglio con Maria cantare il mio magnificat perchè hai guardato all'umiltà della tua serva.
Ci riuscirò?
Con il tuo aiuto lo spero con tutto il cuore.

1 commento:

Gus O. ha detto...

Il Signore vuole il Sacrificio fatto per amore.
Ciao Antonietta.