Meditazioni sulla liturgia
di lunedì della XX settimana
anno dispari
"Difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli" (Mt 19,23).
Cosa significa essere ricchi? Me lo chiedo questa mattina pensando che un tempo avevamo molti soldi perché il lavoro andava bene e tutto filava liscio nell'impresa di mio marito, vale a dire che le banche non avevano problemi a prestarci dei soldi quando questi eventualmente mancavano, perché non pagavano.
A quei tempi potevo comperarmi vestiti firmati e gioielli costosi, mandare nostro figlio a studiare lontano.
Non era un problema, purtroppo devo dire, cercarmi i medici migliori che sono arrivata a pagare anche cifre iperboliche senza peraltro riceverne benefici.
I soldi che avevamo non abbiamo mai pensato di darli in elemosina a persone bisognose, ad eccezione di Gianni che continuava e continua a riempire bollettini per aiutare i bambini poveri dell'altra parte del mondo.
Io un po' me la prendevo perché pensavo che sprecasse quei soldi per gente che non conosceva, come anche mio padre che ci lasciò in eredità solo pacchi di ricevute di soldi dati in beneficenza.
Ero ricca? Di cosa?
Il tempo della ricchezza l'ho passato a stare male e a cercare i medici più famosi per risolvere miei problemi di salute, che puntualmente disattendevano le mie aspettative.
Se penso a quel periodo della mia vita, non posso non inorridire, pensando ai soldi buttati per cose che non contano.
Sono stata ricca quindi ma non ho usato le ricchezze per il regno dei cieli questo è certo, nè sono stata felice perché sono stata sempre male e non ho mai trovato chi mi aiutasse a stare meglio.
Sono stata ricca ma non ho mai pensato di ringraziare nessuno per quello che avevo.
I poveri non sapevo neanche che esistessero o non li conoscevo nè li vedevo.
E dire che prima di sposarmi avevo sperimentato sulla mia pelle la rinuncia, la negazione dei più elementari bisogni, specie quando ero piccola, per la guerra e le sue conseguenze.
Poi ho incontrato il Signore, Il povero dei poveri, nudo, appeso ad una croce.
È lui che mi ha insegnato cosa significa essere ricchi.
"Beati i poveri di spirito, perchè di essi è il regno dei cieli"
E' la beatitudine su cui ho meditato per più tempo e che ho fatto mia perché, per quanti beni avessi, ciò che mi mancava era proprio l'umiltà di riconoscermi bisognosa di tutto, bisognosa di Lui che è la vera ricchezza.
Oggi a malapena arriviamo alla fine del mese, con l'azienda che naviga in cattive acque, ma mai mi sono sentita tanto ricca.
Ricca di Lui, delle cose che mi dice, della sua presenza, della sua alleanza, del suo amore.
Grazie Signore di questa ricchezza che non ho dovuto guadagnare studiando, sposando un uomo benestante, ricevendo una ricca eredità, ma solo mostrando a te il mio dolore, scoprendo le mie ferite, lasciandomi amare da te.
È bello sentirsi portata in braccio come un agnellino appena nato nelle notti oscure in cui potenti marosi si alzano e si abbassano attorno a me.
E' bello e rassicurante vederti dormire nella mia barca e non preoccuparmi perché tu sei con me e, se dormi, significa che non devo temere nulla perché tu sei tranquillo perchè sei certo che non accadrà nulla.
Grazie Signore della tua presenza, della tua vicinanza, del tuo amore, grazie della tua pazienza, grazie perché mi ricordi che ci sei ogni volta che ti perdo di vista, anche solo guardando un fiore che spunta, il sole che fa capolino tra le case ogni mattina.
Grazie Signore di quell'incrocio di sguardi che ho imparato a riconoscere quando le persone ti e si appartengono, quando la luce si trasmette da uno specchio all'altro specchio, grazie Signore dei tuoi figli accomunati dallo stesso amore, dalla stessa ricchezza, dall'unico vero Bene che sei tu.
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