sabato 5 maggio 2018

" Vieni in Macedonia e aiutaci!" (At 16,9)



" Vieni in Macedonia e aiutaci!" (At 16,9)

Mai come oggi la tua parola coglie nel segno, Signore. Quand'anche ce ne fossimo dimenticati, tu non dimentichi i tuoi figli a cui oggi, in questi momenti viene sbarrata la via che li potrebbe salvare. 
Ora i luoghi che hanno bisogno del tuo cuore di carne, del tuo vangelo sono aumentati e noi siamo pochi a combattere contro chi ha chiuso le frontiere ai tuoi piccoli, che fuggono dalle guerre, dalle persecuzioni, dalla fame, dalla morte sicura.
Tu Signore ci chiedi aiuto, chiedi aiuto a me questa mattina, perché hai bisogno di tutti, hai bisogno che ognuno metta a servizio quello che può, quello che ha perché la salvezza arrivi fino agli estremi confini della terra.
Tu non ti sei sottratto a ciò che ti veniva chiesto dal Padre e hai detto sì per venire a salvarci. Ti sei fatto servo dei servi, sei venuto a lavarci piedi per rimetterci in piedi, sei venuto, agnello senza macchia, addossandoti sopra le spalle tutti i nostri peccati, facendoti peccato perché attraverso uno solo passasse la misericordia di Dio per tutti.
Ma la storia non è finita perché il mondo non vuole ascoltare la tua parola di pace, di giustizia, di amore. Continui a chiedere a noi di completare attraverso le nostre sofferenze ciò che manca alle tue.
Così dice san Paolo e mi sembra scandaloso anche solo pensare che il tuo sacrificio non è bastato per liberarci definitivamente dal male e dalla morte.
C'è un già e un non ancora su cui oggi voglio riflettere.
Io sento che tu sei qui accanto a me a combattere la quotidiana battaglia con il mondo che mi ha tappato la blocca, con la carne che mi ricorda ogni momento la mia precarietà, i miei limiti, l'impensabilità a fare ciò che sarebbe bello, giusto, opportuno per il bene di tutti.
Sono qui a pensare alla mia debolezza che ho messo a tuo servizio, Signore. Nessuno si sognerebbe di assumermi vista l'età, gli handicap e le competenze, nessuno perché sarei un investimento sbagliato.
Tu invece continui a fidarti di me e mi chiedi di spostarmi e di venire in tuo aiuto.
Senza presunzione e vanagloria voglio dirti di sì Signore perché mi hai insegnato che il mio corpo diventa il tuo e non devo temere di nulla perché tu sai cosa fare con quello che ti offriamo.
E' un po' come quando non ho fatto la spesa e cerco nella dispensa qualcosa che serva per preparare il pranzo della famiglia.
Alla fine trovo non quello che vorrei ma quello che serve mischiando ingredienti disparati a cui non avrei dato valore e che non sarebbero bastati se usati singolarmente.
E' sempre una festa constatare che le cose più buone vengono usando ciò che hai, inventando ricette che soddisfano il palato e saziano la fame dei commensali.
Sono le volte che il mio grazie sale a te con più convinzione, perché tu mi hai insegnato a benedire tutto, prima di condividere.
Così questa mattina voglio dirti di sì, e voglio lasciarmi usare come quel rimasuglio di pasta relegato in fondo alla dispensa perché tu lo unisca ad altri e condisca il cibo preparato con gli aromi e i profumi dello Spirito. 
Anche senza spostarci tu darai a tutti, ne sono certa, da mangiare e porrai fine alle ingiustizie.

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