venerdì 26 gennaio 2018

"Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore" (2Tm 1,8)

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SFOGLIANDO IL DIARIO...
26 gennaio 2016
martedì della III settimana del Tempo Ordinario
Santi Timoteo e Tito(memoria)
letture: 2 Tim 1,1-8; Salmo 95; Lc 10, 1-9

"Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore" (2Tm 1,8)
Questa mattina voglio meditare su questa parola rivolta a me che ho giudicato sempre in modo inclemente le persone che fuori della chiesa si facevano il segno di croce o semplicemente pregavano.
Ricordo, quando mio fratello cominciò ad andare a messa tutti i giorni il pensiero che mi attraversò la mente: "Si vede che ha un tumore al cervello!" ed era purtroppo vero. Ricordo come stigmatizzai la sua novena a padre Pio affermando con convinzione che si era aggravato, cosa purtroppo vera, visto che di lì a poco ci lasciò con tanti perchè a cui solo il Signore poteva dare risposta. E lo ha fatto e continua a farlo ancora con me, visto che la mia conversione avvenne di lì a poco il giorno del suo compleanno.
Eravamo lontani io e mio fratello prima che si ammalasse, lontani da Dio, ma anche tra noi per le tante incomprensioni che avevano minato il nostro raporto di sangue.
Ciò che mi aveva fatto decidre di farlo cuocere nel suo brodo, prima di scoprire il male incurabile che lo avrebbe in poco tempo portato alla morte era il suo non dirmi mai "Grazie!" quando per il suo compleanno andavo a fargli gli auguri e a portargli il regalo.
Le tue vie Signore non sono le nostre vie e tu ti fai trovare proprio dove mai ce lo aspetteremmo.
Così mio fratello che non ebbe vergogna di rivolgersi a te quando ne sentì il bisogno e non si nascose mi mandò il suo Grazie dal cielo, introducendomi nella grotta per farmi vedere Gesù il giorno del suo compleanno, nella messa dell'Epifania .
Ricordo anche quanto mi scandalizzavano le persone che prima di mangiare facevano un segno di croce, non parliamo di quelle che si riunivano in casa con qualche amica o vicina per dire il rosario.
Oggi si celebra la festa di due grandi collaboratori di San Paolo, Tito e Timoteo a cui scrisse due lettere piene di gratitudine, appassionate nel comune sentire la chiesa opera di uomini fondati sulla fede e l'alleanza di Cristo.
In San Paolo troviamo una forza contagiosa che portò altria testimoniare il vangelo senza paura a viso scoperto.
Oggi mi chiedo che cosa è rimasto di quell'Antonietta che criticava i testimoni della fede, che li disprezzava addirittura, pensando che fossero fuori di testa.
Certo che oggi accade il contrario e non mi sembra di riconoscermi in quella che criticava chi si privava di uno svago per osservare il precetto festivo.
Ricordo quando mia sorella, che vive a Milano e veniva a fare le vacanze al mare da noi, la domenica ci lasciava sul più bello perchè doveva andare alla messa.
Io questa cosa non l'ho mai capita, anche se mi adoperai per cercarle in una chiesa vicina l'orario in cui veniva celebrata.
Anche questa ricerca si rivelò strumento di salvezza, perchè, guarda caso, m'imbattei in quella che poi seppi essere la mia parrocchia ma che criticai aspramente perchè era vuota e non c'era nessuna indicazione attaccata alle pareti sugli orari.
In quella stessa chiesa entrai per cercarvi una sedia, il giorno dell'epifania....
Dio non si vergogna se intorno a lui le cose non sono a posto, se il luogo è freddo, buio, inadatto ad ospitare il re dei re. Lui in quella chiesa era nel gigantesco crocifisso che campeggia sopra l'altare.
Nudo, al freddo al gelo, in una stalla o sulla croce il Signore copre le nostre vergogne, le assolve e si mostra in tutta la sua luminosa verità di amore donato fino alla fine.

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