giovedì 15 dicembre 2016

FEDELTA'



” Non temere non dovrai più arrossire”(Is 54,4)

Queste sono le parole che Dio, attraverso il profeta Isaia rivolge al suo popolo, donna scelta per essere per sempre sua sposa.
Questo passo mi ha sempre affascinato perchè è una dichiarazione d’amore divina in quanto nel mondo, tra noi umani non è facile incontrare persone che perdonano l’infedeltà del loro coniuge e sono disposti a dimenticare, cancellando tutte le offese, e a ricominciare da capo con questa promessa
“Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero,
non si allontanerebbe da te il mio affetto,
né vacillerebbe la mia alleanza ”
Il tradimento da noi ha altri percorsi, altre soluzioni, abbreviate nel tempo e nei modi, perchè si può divorziare o anche farsi giustizia da soli, eliminando il colpevole.
Ultimamente si sta sviluppando una modalità più risolutiva , quella di uccidere il coniuge, i figli e poi tanto che uno ci si trova, anche se stessi, non potendo poi sopportare le conseguenze del proprio gesto.
Di questi fatti ci informano i giornali, la televisione con ritmo martellante come se solo questo succedesse nel mondo.
Le famiglie che funzionano, le coppie che durano non fanno notizia.
Certo che, se un giovane da piccolo ha respirato quest’aria, ha prestato ascolto solo a quello che somministra il pensiero dominante, si convincerà che il “per sempre” non esiste e che le soluzioni ce le presenta il mondo semplificate.
Da qui nasce un’ insofferenza per legami duraturi e una propensione a prendere solo ciò che comporta il minimo investimento con il massimo profitto.
Il matrimonio cristiano è sempre più snobbato, perchè invece di semplificarla, ai più complica la vita.
Se per caso uno si sente di unirsi ad un’altra persona perchè la sente carne della sua carne, ossa delle sue osssa, o ci va a convivere o al massimo va al comune per ratificare l’accordo.
Se prima la chiesa, da un punto di vista scenografico, batteva la nuda stanza dell’ufficiale di stato civile, dove l’unico addobbo era la bandiera, adesso si sono attrezzati, mettendo le sedie e i fiori e tanto altro ancora, come ho constatato da un po’ di tempo a questa parte.
Insomma lo scimmiottamento di luoghi pregni di cultura, di arte, di bellezza, di tradizioni e di fede ha la meglio, come i fiori e le piante che compriamo finte per non lasciare disadorne le tombe del cimitero.
Dio ci ama, ci ama di amore eterno e alla maggior parte di quelli che scelgono le scorciatoie, le vie comode, potrebbe non interessare, ma non sanno cosa si perdono.
Il matrimonio, l’amore, il sesso lo ha inventato Dio, mica l’uomo e se ha pensato che per fare i figli bisogna che un uomo e una donna si uniscano carnalmente ci sarà un motivo.
Fare l’amore era una parola che si usava ai miei tempi per dire che due si frequentavano, fare l’amore era costruire l’amore, non fare sesso.
L’amore si costruisce con 5 gesti di tenerezza al giorno che aiutano a sopravvivere (a dire il vero ce ne vorrebbero molti di più), gesti di tenerezza contenuti in un “permesso”, “scusa”, “grazie”.
Imparare a ringraziare è avere in mano la chiave dell’eterna felicità
Grazie a Dio e grazie all’altro, perchè Dio sa di cosa abbiamo bisogno per vivere ed essere felici.
Perciò ci ha consegnato il suo corpo, ha inventato l’Eucaristia,(rendimento di grazie) e ha detto ” fate questo in memoria di me”.
Ma tutto questo non basta se non capiamo una cosa fondamentale.
DA SOLI NON POSSIAMO FARE NULLA, MA CON LUI TUTTO È POSSIBILE.
Così il matrimonio cristiano si configura come un alleanza che gli sposi stabiliscono con Dio, che non sta ad aspettare che quello, un patto con il re dell’Universo, con l’essere perfettissimo creatore e Signore del cielo e della terra.
Cosa possiamo volere di più?
A guadagnarci siamo solo noi, perchè la parte più faticosa l’ha già fatta Lui, che vale per sempre.
Il matrimonio cristiano è la risposta ad una chiamata, un investitura divina, un sacerdozio per la costruzione del regno, come l’Ordine.
Non dobbiamo stupirci se Dio rivolge al suo popolo parole così infiammate d’amore.
Attraverso l’amore umano vuole far conoscere all’uomo la bellezza dell’amore divino, nella constatazione che solo Lui può colmare ciò che manca alla nostra incapacità di amare.

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