Meditazioni sulla liturgia di giovedì della XXXII settimana del TO anno dispari
ore 6.53
letture: Sap 7,22-8,1; Sal 118; Lc 17,20-25
"Il regno di Dio è in mezzo a voi" (Lc 17,21)
Nel Padre nostro diciamo "venga il tuo regno" e oggi leggiamo che il regno di Dio è in mezzo a noi.
Un bel rebus.
Ma il regno di Dio è in mezzo a noi o deve venire?
Ma cos'è il regno di Dio?
Quante domande questa mattina alle quali vorrei risposte chiare da Te Signore che sei il Regno, che sei la pace, la gioia, la misericordia, la gratitudine, la vita!
Noi viviamo lontani da te Signore quando il nostro animo è diviso, quando ci sentiamo tristi abbandonati soli, quando viviamo guardando sempre a ciò che ci manca dando per scontato ciò che abbiamo.
Quando il fare ci fa dimenticare l'essere, quando il dovere schiaccia e mortifica il piacere, quando niente ci stupisce, quando viviamo imbalsamati nei nostri pregiudizi, incatenati dal giudizio degli altri, quando i nemici si moltiplicano davanti ai nostri occhi. Quando la paura ci fa gridare più forte, ci fa affilare le armi per avere il sopravvento o quando per non soffrire alziamo muri e ci costruiamo una torre invalicabile che ci separa dal mondo.
Il tuo regno non è quacosa che si può toccare, vedere, sentire con strumenti che escono da fabriche umane, sensori, robot, telescopi, microscopi, macchine sofisticate.
Tu Signore ci hai creati a tua immagine e somiglianza, in ogni uomo hai impresso il tuo sigillo, un sigillo di appartenenza.
Quelli che vogliono compiere il male uccidendo, raschiano la matrice delle armi che usano per non farsi riconoscere, per evitare le conseguenze delle loro cattive azioni.
Noi Signore con il peccato abbiamo fatto la stessa cosa, ma tu non hai dimenticato i tuoi figli.
" Se anche una madre dimenticasse suo figlio, io non ti dimenticherò mai!" dici.
Perciò hai mandato Gesù a testimniarci che il tuo amore non lo cancella neanche il più grande peccato perchè Gesù è il sigillo che per quanto lo vuoi negare, nascondere, cancellare è più vivo che mai e continua a mostrarci il tuo regno.
Il tuo regno non avrà mai fine, perchè tu sei Dio e duri in eterno.
Se quindi oggi penso al tuo regno, penso ad un'appartenenza, ad una paternità, ad una casa, ad una misericordia senza fine.
E' grazia sentirsi tuoi figli, vivere da figli, vedere il tuo sigillo assumere le fattezze di un Uomo, il più bello dei figli dell'uomo, Gesù.
E noi siamo tuoi perchè Lui ci ha attirato tutti a sè e ci ha innestato nell'albero della vita, dove non c'è pianto nè lutto, ma gioia senza fine per quelli che ti amano.
Signore nei momenti tristi e bui della mia vita, quando il cielo è grigio come questa mattina e i lampioni delle strade sono spenti, e gli occhi non riescono a distinguere le cose, mostrati a noi luminoso e bello nella pace che ci doni quando siamo in armonia con noi stessi e con tutto ciò che ci circonda.
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