16 agosto 2015
domenica XX settimana del TO anno B
ore 7.46
"Chi mangia di questo pane vivrà
in eterno" Gv 6,58
Nel giro di pochi giorni ci si
ripresenta questa pagina del Vangelo dove si parla di un pane che fa
vivere in eterno.
Non è un caso, penso, visto che il
problema più grande dell'uomo è quello di nutrirsi per non morire
di fame.
E di affamati ce ne sono milioni, tanti
di più di quelli che riportano le stime ufficiali.
Il mondo è diviso in due, da una parte
i ricchi, quelli che possono scegliersi il pane da mangiare o anche
di sostituirlo con qualcosa di più sofisticato e i poveri che sono
in aumento e che premono alle nostre frontiere, cercando le briciole
che cadono dalla nostra tavola.
Il ricordo più bello di quando ero
piccola, appena finita la guerra, era il sapore, il profumo del pane
che raffermo o fresco era sempre un lusso, un godimento.
Con quello raffermo ci facevamo la
colazione al mattino, tagliato con pazienza ed amore a quadrettini e
messo al centro del tavolo dove ci riunivamo per cominciare la
giornata con un segno di comunione.
Raffermo era anche il pane bagnato
nell'acqua che mamma condiva con l'olio e con il pomodoro a merenda.
Ed era un lusso.
Fresco lo mangiavamo di rado, perchè
il pane si faceva in casa e doveva durare almeno una settimana.
A noi bambini piaceva tanto il pane del
forno e quando le finanze lo permettevano divoravamo gli sfilatini
litigandoci la parte iniziale o finale che era la più croccante.
Cibo da ricchi, raro sulla nostra
tavola.
Di quando ero bambina non ricordo la
bontà del companatico, ma la fame che solo il pane mangiato
lentamente mi toglieva.
Gesù ci invita a riflettere con questo
passo del vangelo sulla nostra storia e sul cibo che che ci ha
veramente saziato.
Se penso al pane razionato di quando
ero piccola l'immagine è quella di una famiglia riunita attorno ad
un tavolo, di una madre e di un padre che si preoccupavano di darlo a
noi figli.
Poi sono diventata grande e
autosufficiente.
Ho scoperto che esistono tanti tipi di
pane, quando andai a Bologna per studiare.
Non aveva lo stesso sapore di quello
che tagliava mio padre, ma ciò che mancava a quel pane era la
condivisione che aveva contraddistinto tutti i momenti importanti
della mia vita in famiglia.
Ho scoperto che al bar si può
scegliere ciò che più ti piace e, pagando, puoi soddisfare il
palato con il dolce o il salato, magari con un amico che incontri e
con il quale stai bene, ma con cui non condividi l'intimità della
tua casa.
A quei tempi non sapevo cosa fosse
l'Eucaristia, nè partecipavo alla messa se non per matrimoni e
funerali, dopo un'overdose di messe e preghiere per 16 anni in un
convento di suore dove ho compiuto gli studi.
Oggi penso a cosa ho perso, a quanto
tempo ho passato cibandomi di ciò che mi ha avvelenato il fegato, lo
stomaco, l'intestino, i nervi, i muscoli e tutto il resto.
Adesso sono alle prese con l'ennesima
limitazione.
Adesso si fa per dire, perchè è da
tanto che combatto con le intolleranze che mi provocano certi cibi e
che mi costringono a dei sacrifici, a delle rinunce a volte
intollerabili.
I miei peccati di gola li sto pagando
tutti, e non solo i miei, ma anche quelli di chi mi ha preceduto.
Mi sono stati proibiti i lieviti e non
solo.
La cosa mi ha molto indispettita, ma
poi ho pensato a quell'ostia bianca che ogni giorno il Signore mi
permette di prendere, pane azzimo, pane a cui Lui dà il lievito,
pane che lui moltiplica dopo averlo benedetto.
L'Eucaristia è un'occasione
straordinaria per ritrovare le nostre radici comuni, le nostre
abitudini famigliari di quando facevamo la fame, è un incontro di
persone che mettono a disposizione quello che hanno, il limite, la
fragilità, la fame, e chiedono a Dio di benedirlo e di farlo cibo
che nutre e che dura in eterno.
La condivisione è essenziale come
anche la benedizione.
Siamo capaci di benedire ciò che ci
manca?
Siamo capaci di vedere in ciò che ci
manca l'intervento, la provvidenza di Dio?
Siamo capaci di offrire al povero
all'affamato non quello che ci avanza, ma quello che ci serve? Siamo
capaci di spezzare in piccolissimi pezzi il nostro corpo perchè
diventi corpo di Cristo?
Questa mattina voglio meditare e fare
mia questa Parola.
Dio mi basta?
O cerco altrove di che sfamarmi?
1 commento:
passo x un salutino....
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