domenica 27 aprile 2008

Cosa conta



Venerdì, 25 aprile, festa della liberazione, avevo bispogno del pane. 
Non me ne ero fatta un problema, il giorno prima, da quando sono aperti i negozi anche la domenica.

Venerdì c'era il sole. Finalmente dopo tanto tempo abbiamo rivisto l'azzurro.

 Abbiamo pensato alla nostra casetta in campagna, dove non andavamo a ritemprarci da tempo, al panorama che vi si gode, all'atmosfera di pace e di serenità che trasuda dentro e fuori la casa.

Sul tavolo del grande stanzone è stata celebrata una messa, spezzato il corpo di Cristo, consacrato il pane e il vino, in occasione del ritiro del gruppo.

Come non desiderare di condividere quel ben di Dio con gli amici? Sarebbe stato peccato mortale non farlo.

Ma gli amici portano altri amici e questo è la cosa più bella. Il pane, però,  ci era finito, da unire alle fave e al formaggio di cui disponevamo.

Ho cercato un negozio che me lo vendesse. Invano. Il mondo si era fermato. Le cattedrali del consumismo, le chiese del terzo millennio avevano chiuso i battenti.

Del resto,  mica era domenica!

5 commenti:

Saraysun ha detto...

Il 25 aprile qui da me pioveva a dirotto niente passeggiata o gita. :(
Anche qui era tutto chiuso. Mentre era aperto il centro commerciale. Il tempio del consumismo è sempre aperto meno che a Natale. Poveri quelli che devono lavorarci.
Un abbraccione :)

ANGELOANONIMO ha detto...

L'importante che vi siete spezzati voi ... nel cercarlo ... nel comprendervi, avendolo vicino e glorificandolo in un bel digiuno felice e gioioso ... in campagnia.

anonimo ha detto...

A Roma era una splendida giornata di sole, e ne abbiamo approfittato per goderci il centro della città. Mentre giravo per le strade ho notato i negozi, tutti rigorosamente chiusi, tranne bar e qualche negozio di souvenir, e, curioso, ho fatto la tua stessa osservazione: oggi tutto chiuso, del resto è festa... mica è domenica!
paola

laprimaparola ha detto...

@utente anonimo
Il problema sta nello stabilire cosa significa festa. La parola, nella sua etimologia, richiama il focolare domestico, la casa, e quindi un ambiente familiare. La chiusura dei negozi deve permettere alla famiglia di stare insieme. Non bastano due ricorenze civili a breve distanza a dare alla famiglia questa opportunità, indipendentemente dal credo professato.

ANGELOANONIMO ha detto...

Ma i negozietti di oggetti sacri ... quando chiudono?
Nella Città del Vaticano, a Roma e a San Giovanni Rotondo è sempre lo stesso Paese?