lunedì 9 febbraio 2015

" Sceso dalla barca la gente subito lo riconobbe"(Mc 6,54)



Meditazioni sulla liturgia di 
lunedì della V settimana del TO

" Sceso dalla barca la gente subito lo riconobbe"(Mc 6,54)

In queste letture che la liturgia ci propone vediamo Gesù che da un lato volontariamente va incontro alle folle, anche e soprattutto quando non lo cercano, dall'altro se ne allontana.
Ma quello che stupisce è il suo atteggiamento schivo, di evitamento e di fuga quando si accorge che lo la popolarità gli è data dalle sue provate capacità di guaritore.
E allora scappa, dice a tutti di non parlare dei prodigi che compie, ma lo stanano sempre perchè la gente ha orecchie e occhi attenti quando si tratta del proprio tornaconto.
Gesù per evitare che il successo gli desse alla testa e gli facese dimenticare la missione per la quale era stato mandato, si ritira a pregare in un luogo deserto, quando è notte, ancora notte.
Si sa che la notte porta consiglio, la notte per molti è un momento di rilassamento e di riposo, per  per chi sta male è una tortura, per altri purtroppo è il tempo ideale per tramare e portare a segno  progetti di morte.
La gente si accalcava intorno a Gesù, non sembra che oggi accada lo stesso.
Anche la frangia del suo mantello operava miracoli.
Vediamo più spesso gente che si accalca attorno ad una star per chiedergli un autografo, per dire io l'ho visto, gli sono stato tanto vicino che posso dirti come è dal vivo, non in e cerca di toccarlo e se può gli chiede una raccomandazione per il lavoro, per il figlio, per la casa, per un concorso.
C'è gente che oggi si accalca attorno a papa Francesco e lo cerca e fa file infinite aspettando tempi infiniti per incrociare almeno il suo sguardo e per dire mi ha toccato, mi ha guardato, mi ha salutato.
Mi auguro che tutte queste folle che circondano seguono, accerchiano gli uomini buoni, frange del mantello di Gesù poi capiscano che Dio si serve di tutto, dei grandi e dei piccini per manifestare il suo amore per noi.
Siamo creta nelle sue mani, servi inutili a servizio del regno.
Certo che Dio tocca quelli che cercano la verità, la giustizia, il bene, non il proprio tornaconto, quelli che cercano lui Creatore e Signore del cielo e della terra, Lui che si è messo in gioco, che è uscito fuori da sè per fare una cosa molto buona, l'uomo e la donna a sua immagine e somiglianza.
Il popolo d'Israele incontra e conosce il Dio salvatore nella storia del suo popolo in cammino verso la terra promessa.
Il Dio che salva precede sempre il Dio che crea, nella nostra esperienza d'incontro con il Signore.
Perchè?
Perchè solo se fai esperienza dell'essere da lui toccato e sanato, risuscitato puoi rivolgerti a Lui con le parole di Gesù: ". Abbà!".
Il cielo, la terra e le sue meraviglie non ti dicono niente di Lui se non ti sei sentito toccato, dalla sua parola, dalla sua mano , dal suo sguardo benedicente, dalla sua storia che diventa la tua.
Nelle omelie che ho letto questa mattina relative al vangelo di oggi, c'è una preghiera che ricorre: " Signore fa che io sia una frangia del tuo mantello" . Mi piace pensare di essere qualcosa che sta così vicina a Gesù da poter trasmettere l'energia ricreatrice che da lui emana.
Ieri mi ha colpito un omelia del papa sul nostro rapporto con i poveri.
Quando date l'elemosina ad un povero,ha chiesto, lo guardate in faccia?.
Mi sono sentita gelare ripensando a quando la stessa cosa mi fu detta per quando dico loro di no.
Ho pensato che non sempre lo faccio, quando dò loro qualche spicciolo, mai quando dico loro di no e agisco come se non ci fossero, tiro dritto con gli occhi fissi per terra.
Ma papa Francesco ha aggiunto: “Gli date la mano, lo toccate?"
Queste parole mi hanno scosso a tal punto che mi sono sentita un verme. perchè mai mi è venuto in mente di farlo.
Veramente abbiamo bisogno di essere toccati da parole come queste per riconoscere quanto siamo lontani dalla verità che ci libera.
Per toccare Gesù non dobbiamo andare lontano, perchè siamo circondati da segni tangibili della sua presenza tra noi.
Non è necessario organizzare autobus e viaggi spendendo energie e soldi e fatica, quando possiamo incontrare Gesù e farci toccare al primo incrocio, perchè se uno se lo fosse dimenticato anche se la volontà di toccare viene da te è Gesù che si cela nel bisognoso che hai di fronte che ti trasmette  la sua vita.
Essere corpo di Cristo comporta vivere la gioia e il dolore, la salute e la malattia condividendo tutto ciò che concorre a che siamo una cosa sola in Lui.
Dio prima di unire ha separato, come leggiamo nella Genesi, e per questo prima di fare ordine nella nostra vita chiediamo al Signore che ci dia la luce per orientarci nel caos primordiale in cui ci hanno fatto ripiombare i nostri peccati.
Che Gesù ricrei gli organi del corpo restituendo ad ognuno la loro funzione originaria che è quella di essere a servizio l'uno per l'altro.
Lo ha fatto Lui per primo.
Lo spirito Santo non ci faccia indietreggiare di frone a quelle che sembrano difficoltà insormontabili.
Voglio oggi meditare le parole della Genesi dove Dio commenta il suo lavoro dicendo che è cosa buona. Buono il sole, buono il firmamento, la terra e il mare e noi... tutto è cosa buona, tutto quello che è uscito dalle Sue mani .

Cerchiamo di non infangare, coprire di sterco, sfigurare la creazione facendoci un dio a nostra immagine e somiglianza.

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