"Figlioli
è giunta l'ultima ora" (1 Gv 2,18)
Siamo
arrivati alla fine di quest'anno ed è giusto fare dei bilanci.
La
chiesa conclude con il Te Deum, il canto di ringraziamento, la messa
vespertina del 31 dicembre.
Corre
quindi l'obbligo di riflettere su cosa questo anno ci ha portato per
crescere in virtù e conoscenza, in amore e gratitudine.
Quest'anno,
mi chiedo se ci ha insegnato a rispettare di più lo spazio
dell'altro, a entrare nella sua casa in punta di piedi, a chiedere
prima permesso, se ci ha insegnato a scusarci per tutto ciò che ha
potuto ferire anche involontariamente la sensibilità di un nostro
fratello, se ci ha portato a ringraziare le persone senza dare nulla
per scontato.
Mi
chiedo se questo atteggiamento suggerito da Papa Francesco, lo
abbiamo avuto con Dio, con il quale il rapporto di amicizia non deve
mai superare il limite dello spazio sacro su cui non si può
camminare se non dopo essersi tolti i sandali dai piedi.
Mi
chiedo, alla fine di questo anno, se le lamentele e le recriminazioni
verso il Padre celeste hanno preso il posto di un atteggiamento umile
e contrito, nella consapevolezza del mio peccato, se il perdono l'ho
invocato molto sugli altri e poco su di me, troppo poco, se i miei
grazie sono stati sinceri o interessati e se mi sono sforzata di
ringraziare anche quando il cibo era poco appetibile o non in misura
della mia fame.
Mi
chiedo se il mio Te Deum è pronto, elaborato nei giorni che si sono
succeduti in quest'anno o devo correre ai ripari e sforzarmi di
ricordare chi è morto e chi è vivo nelle mie relazioni.
Quanti
porto nel cuore?
Quanti
continuano a vivere dentro di me, anche se sono lontani, anche se
sono partiti per un viaggio senza ritorno?
Mi
chiedo se mi sento più graziata o più perseguitata, percossa, se
sento sul mio corpo i segni delle ruote chiodate che mi sono passate
sopra o l'olio della tenerezza e della compassione di Dio che si è
chinato sulle mie ferite.
Faccio
fatica a mettere ordine ai miei pensieri, perchè la confusione è
tanta e i bilanci non si possono fare senza avere le idee chiare.
Ho
cercato nell'agendina qualcosa che mi facesse tornare alla memoria
gli eventi di questo anno e di conseguenza come mi sono comportata.
La
salute mi ha dato non pochi problemi, alla vista, all'udito,
all'equilibrio, con dolori davanti, dietro, sopra e sotto, le
crisi di panico, gli sbandamenti, le sudorazioni notturne, la testa
confusa, i disorientamenti, i controlli obbligati, le visite per
capire cosa mi stava succedendo, le visite per la patente e poi la
patente, speciale, perchè sono una donna speciale e gli amici sempre
di meno e l'allontanamento dalla mia comunità, dagli amici, la
mancanza di relazioni costruttive e vitali, un gran senso d.i
solitudine, la percezione del filo che si accorcia mentre brucia lo
stoppino, la malinconia, la morte come necessità desiderata e
temuta.
Quest'anno è stato contraddistinto dalla graduale ma sempre più certa consapevolezza che Satana esiste e non ama che la coppia vada d'accordo. Abbiamo cercato di combattere le sue azioni malefiche in tutti i modi possibili, ma ora siamo stanchi e ci troviamo sul ciglio della strada in attesa che il BUON SAMARITANO si chini su di noi.
Quest'anno è stato contraddistinto dalla graduale ma sempre più certa consapevolezza che Satana esiste e non ama che la coppia vada d'accordo. Abbiamo cercato di combattere le sue azioni malefiche in tutti i modi possibili, ma ora siamo stanchi e ci troviamo sul ciglio della strada in attesa che il BUON SAMARITANO si chini su di noi.
Il
Natale è stato senza luci, tutto è stato ovattato dal silenzio di
persone mancanti all'appello.
Pochi
i momenti di gioia.
Ho
pianto tanto , questo sì, ma di commozione quando mia sorella mi ha
fatto l'improvvisata e per il mio compleanno ha preso l'aereo
per farmi gli auguri di persona.
Mi
sono commossa quando ho saputo che una persona a me cara,
allontanatasi per uno stupido litigio, mi ha mandato un
rosario, mi sono coinvolta per la morte di una zia molto anziana, che
mi aveva ospitato a Bologna gli anni dell'Università, un pezzo
della mia storia, la morte improvvisa del mio cognato più giovane mi ha colto impreparata.
Sembra
però che io sia diventata di ferro: tutto scivola via...
Eppure
non ho perso il vizio di fare incetta di " scintillanti", sprazzi di luce con cui
il Signore illumina la mia strada.
Ho
cercato la maggior parte delle notti di mettermi in comunicazione con
Lui per dirgli il mio sì.
Ma quando mi riesce difficile ho
preso l'abitudine di chiamare Sua madre e con lei mettermi ai piedi
della croce.
Il
beneficio che ne deriva è innegabile, straordinario, efficace.
Meditare
con lei i misteri del regno è imparare la meraviglia dell'inizio,
quella di essere figli, un inizio che ti porta ad essere madre e poi
sposa per sempre del tuo Signore.
Maria
mi insegna, mi guida, mi consiglia e mi accarezza, mi mette in braccio
il suo Gesù quando riesco a fargli spazio, quando non ho nulla da
offrire che la mia paura di farmi male e di fargli del male.
"
In principio era il Verbo..." In principio c'era Lui e alla fine
c'è sempre Lui, che ci ha unti con l'unzione del Santo Spirito.
Di
cosa dobbiamo avere paura?
L'ultima
ora è arrivata, ma guai a quelli che non sono dalla parte giusta.
Grazie a Dio ho scelto la parte migliore, non per mio merito ma per
sua grazia.
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