sabato 15 dicembre 2018

"Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto" (Mt 17,12)



Meditazione sulla liturgia di sabato
della
II settimana di Avvento

"Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto" (Mt 17,12)
"Fa splendere il tuo volto e noi saremo salvi"(Sal 79)

Certo Signore che il desiderio di vederti e di riconoscerti è grande, ma la storia si ripete e continuiamo a condannare a morte e seppellire i tuoi profeti, o almeno ci illudiamo di riuscirci.
Ma tu non sei rimasto impassibile a guardare le nostre defezioni, i nostri allontanamenti da casa.
Tutta la Scrittura parla del rapporto che tu hai stabilito con l'uomo, della promessa, dell'alleanza eterna che tu hai stipulato con i tuoi figli, fino a mettere in gioco la vita di tuo figlio.
Eppure continuiamo a cercarti lì dove mai ti potremmo trovare, nella soluzione dei nostri problemi, nella sicurezza economica, nell'assenza di malattie, nell'appagamento dei nostri desideri.
Ti cerchiamo sempre nel posto sbagliato. ecco perchè non ti troviamo.
Eppure tu, ogni volta che i tuoi discepoli ti riconoscevano come il Messia, il Figlio di Dio, poi rimanevano sconcertati dalle parole che non hai mai smesso di aggiungere, a conclusione dei discorsi in cui parlavi della promessa.
Riconosco che non poteva allora e anche oggi fa fatica a farsi spazio l'idea che la liberazione passi attraverso la sofferenza, la persecuzione e la morte.
Poichè umanamente sono tutte cose di cui abbiamo paura e che vorremmo tenere lontane.
Non riusciamo a vederti nell'uomo povero, affamato, assetato, perseguitato per la giustizia, non ti riconosciamo nel volto pallido e smunto dei moribondi, ma neanche in quello dei bambini malati o morti anzitempo.
Non può essere che Dio sia qui, in questo nostro paese dilaniato dalle lotte di partito, nei bisogni di tante famiglie senza lavoro, negli atti di violenza che connotano i fatti di cronaca giornalieri, qui dove abitiamo e lontano, negli altri paesi.
Ma che sta succedendo Signore? Sembra che il mondo giri alla rovescia, che dopo duemila anni anche tu hai fatto il tuo tempo e come tutte le ideologie ti sei scontrato con il progresso.
Io non voglio credere Signore che  tu ci hai ingannato, perchè la Scrittura parla sempre di un piccolo resto di salvati che cambierà le sorti della terra.
Voglio credere alle tue parole e non voglio dimenticare che tu, nella estrema libertà che solo l'amore può dare, hai dimostrato che  con te tutto è possibile, che il fuoco cova sotto la cenere, che il cielo e la terra passeranno, ma le tue parole non passeranno.
Tu hai vinto la morte, la nostra più grande nemica, tu ci hai riportato nella  casa, dalla quale eravamo fuggiti per non sottostare alle tue regole, per il nostro bene.
Tu Signore continui  ad operare attraverso lo Spirito che ci feconda e ci rende capaci di darti alla luce ancora e ancora fino a quando tornerai a liberare definitivamente l'uomo dai lacci della schiavitù, dalle conseguenze del peccato.
Signore come vorrei che tutti ti conoscessero, come vorrei gridare dall'alto dei tetti che tu sei il Signore e che l'uomo è come erba che cresce al mattino e a sera secca, come vorrei condividere con altri tuoi figli l'entusiasmo, la passione per la tua Parola che salva!
Vieni Signore Gesù! Maranathà, vieni Signore Gesù!
Fa splendere il tuo volto e noi saremo salvi.
Fa' che ti cerchiamo non nel luogo che riteniamo giusto e non ci scandalizziamo se ti troviamo in una stalla, mischiato  agli escrementi degli animali o appeso ad una croce.

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