domenica 29 novembre 2015

AVVENTO




Meditazioni sulla liturgia  di
domenica della I settimana d'Avvento anno C


( Mt 26, 40-41) E disse a Pietro: "Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione". 
(Lc 21,36) "Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo""

"Vegliate e pregate"
Lo disse ai discepoli dopo aver preso atto con sommo dispiacere che i suoi più intimi amici non erano stati capaci di stare svegli neanche un'ora con lui che si apprestava a compiere il passo più difficile, il decisivo che lo avrebbe portato a morire.
Lo dice a noi oggi perchè i tempi sono quelli che sono, basta aprire il giornale o la televisione per renderci conto che il Vangelo parla alla nostra storia, è storia vera, passata, presente e futura.
Vegliare pregando è accompagnare Gesù nella sua missione kamikaze, una missione non per distruggere l'uomo nel nome di Dio, ma per mostrare il vero volto dell'uomo creato a immagine e somiglianza di Dio.
Sempre più mi innamoro di questo Dio che non è venuto per farsi la reclame, per acquistarsi più gloria e onore perchè non ne aveva bisogno.
Si è scomodato, ha cambiato posizione, è sceso per farci prendere coscienza di ciò che siamo e a cosa siamo chiamati.
Figli di Dio, figli di re, popolo di sacerdoti, di mediatori tra la terra e il cielo come lo fu Lui e continua ad esserlo.
Sembra strano come l'anno liturgico si sia concluso con le stesse parole con cui si apre.
Noi viviamo pensando che la vita è fatta di traguardi, di sicurezze, di soluzioni definitive e ci rimaniamo male quando finito un problema ce se ne presenta un altro, finita una corsa ne comincia un altra come le battaglie durante la guerra, sono tante, ma a saperlo quando arriva la fine!
La vita per quello che ho potuto capire e sperimentare è prendere coscienza che è una palestra dove ci si allena, si combatte, (agonizo -combatto, dal greco), una sala d'attesa dove aspetti il tuo turno.
A noi non piace aspettare, specie se dopo quella porta c'è la morte e il giudizio, mentre aspettiamo volentieri quando ci aspetta qualcuno che ci dà ciò di cui sentiamo il bisogno.
I bisogni si sa non sono sempre santi e spesso facciamo la fila per stare peggio perchè quello che ci danno o che noi chiediamo non ci serve e non ci salva.
Preghiamo insieme a Gesù per le sue intenzioni, perchè siamo noi l'oggetto delle sue preghiere, noi che Lui vuole salvare dal male, noi figli che ogni anno a Natale dobbiamo riflettere sulla meraviglia dell'inizio, la bellezza della nostra chiamata, l'importanza del nostro esistere se ha fatto scomodare Dio per venircelo a dire e a testimoniare.

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