giovedì 10 luglio 2008

Shalom!


Matteo 10,7-15
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Andate, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l’operaio ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sodoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città”.



La povertà è il tema su cui il vangelo di oggi ci chiama a soffermarci: povertà del missionario, che deve portarsi dietro come unico bagaglio la Parola, Gesù Cristo. Le parole di Pietro riportate negli Atti sono illuminanti a proposito
«Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!».
Certo che sembra utopistico oggi attuare quello che Gesù ci dice. Ciò che è stato possibile per i primi discepoli non lo è più per noi che viviamo in un mondo completamente diverso. A chi non è venuto in mente che il Vangelo vada aggiornato? Pensiamo che si debba fare come quando ti scade una pagina Web: basta premere il pulsante "aggiorna" ed è fatta.
La parola di Dio, se scadesse, non sarebbe parola di Dio, ma di uomini.
E' sempre Pietro a parlare a proposito di durata della pagina scritta sul pc del Padreterno. «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna"(Gv 6,68)
Certo che per pensare di non portarsi dietro niente, neanche gli effetti personali, bisogna non andare lontano.
Che non voglia dirci il Signore di rimanere a casa nostra dove c'è tutto a portata di mano e che possiamo, anzi dobbiamo partire dai vicini, per dire che il regno di Dio è vicino?
A chi abita con noi, sopra o sotto di noi, o a un tiro di schioppo, persone con le quali non ci spariamo per la polvere, come si usa dire dalle mie parti, importa sapere che il regno di Dio è vicino? Io credo che a me, prima che lo conoscessi, non poteva importare di meno, con tutti i problemi che la vita mi metteva davanti ogni giorno.
Come interessare la gente all'annuncio? Prima di tutto concretamente facendogli capire in cosa consiste il regno di Dio.
Shalom! Pace a te! Quelli che ce l'hanno con noi o quelli a cui noi non riusciamo a perdonare il loro non essere come li vorremmo, che non ci amano e non ci corrispondono, sentendosi salutare in quel modo, penso che un balzo sulla sedia, come minimo, lo farebbero, chiedendosi cosa sta succedendo.
Qualcuno potrebbe pensare ad un colpo di caldo, ma qualcun altro verosimilmente potrebbe pensare che il regno di Dio è vicino.

3 commenti:

engellieder ha detto...

Personalmente faccio sempre una frande fatica a comprendere quanta pace si possa o debba portare -in sè in primis e agli altri- quando il Signore dice anche di non dare le perle ai porci e le cose sante ai cani perchè non abbiano a voltarsi e divorarci...poi penso all'amore dei nemici che è la summa di tutto il Vangelo e ...insomma, non è così semplice! Però il messaggio è sempre SHALOM!
Grazie-Buona giornata di pace a te!

laprimaparola ha detto...

@engellieder
Quando Gesù apparve agli undici, dopo la resurrezione, a porte chiuse, li salutò dicendo:"Vi porto la pace, VI DO LA MIA PACE".
Non a caso ha specificato di quale pace avevano bisogno i discepoli per poterla donare anche agli altri.In quel contesto infatti istituì il Sacramento della Riconciliazione, perchè solo chi è perdonato è capace di perdonare (aver lasciato solo il Maestro nell'ora suprema non li escluse dalla sua misericordia).
Così noi non ci dobbiamo preoccupare se non siamo degni o capaci di portare la pace, perchè quello che conta è aver sperimentato la SUA PACE , il suo amore, il suo perdono. Il resto viene di conseguenza.
Buona giornata

Saraysun ha detto...

Hai ragione, se vogliamo fare la volontà di Dio abbiamo tutto a portata di mano..perchè cercare altrove quando abbiamo accanto un vicino molesto che attende una parola d'amore e non di fastidio..un sorriso sincero. Nei piccoli gesti d'amore troviamo la pace e Dio.
Buonanotte :)