venerdì 16 giugno 2006

Il gioco dell'oca

Il titolo

 



 Di questo libro é nato prima il titolo: "Il gioco dell'oca", un giorno non molto lontano in cui ripensavo a questa mia vita che puntualmente mi riproponeva il dramma del fallimento, del trovarsi ogni volta lì dove ero partita.

Per quanto facessi, per quanto m'ingegnassi, per quanto  tenacia e fermezza nel perseguire lo scopo non venissero meno, sempre, vicino alla meta, il masso di Sisifo mi ripiombava sopra la testa.

Il senso, per anni ho cercato, il senso di quell'irrazionale vicenda, di quell'andare sempre in salita, schiacciata dal peso del mio essere uomo, smarrita, confusa quando, ripiombata ai piedi di quella montagna, la guardavo affondare la cima  nell'azzurro alto del cielo, senza poterla afferrare.

La strada comunque era quella che portava lì in alto,  lontano, su quella vetta indistinta, che non si faceva domare. Ma mai, proprio mai, ho pensato che quella non fosse la strada, che esisteva un altro modo per scalare l'imprendibile sogno.

Per anni ho rilanciato la posta, per anni ho aggiustato le tecniche, valutando gli errori, perché non succedesse di nuovo.

In quella immane fatica nervi, muscoli, ossa e tutto quanto impegnavo nella titanica impresa, sollecitati oltre misura, mostravano sempre più i segni di una lotta combattuta allo stremo.

E non é a dire che non fosse una guerra importante, come lo sono tutte quelle d'indipendenza, ma...  a capire che il senso di una guerra, persa in partenza, lo si cerca nell'orgoglio di chi presume di essere ciò che mai potrà essere.....

"L'uomo pensa di essere Dio, ma non é Dio"

Così, il 5 gennaio del 2000, attraverso le parole di un sacerdote, Dio bussò  alla mia porta, più forte, per rispondere ai miei tanti, infiniti "perché?" a cui, dopo essersi infranti sulla montagna, da sempre solo l'eco tornava.



ottobre 2001 

Tratto da " Il gioco dell'oca" ed Tracce





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