giovedì 7 marzo 2019

Morte e vita

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Antonietta ripercorre nel suo diario la malattia che ha accompagnato la sua vita. Il giro da un medico all’altro, da uno specialista all’altro, da un ospedale all’altro. Come scrive padre Carlo Colonna nella presentazione del libro, “lo stile letterario è fine, rende bene le molteplici situazioni di vita che Antonietta ha attraversato, veicolando con efficacia le sue osservazioni umane e psicologiche. È scorrevole e rende attraente la lettura. Il testo parla alla vita di tutti, perché chi più chi meno, prima o poi, tutti si trovano ad attraversare situazioni simili. La conclusione del libro, che corrisponde all’inizio di una nuova vita nella fede, ci fa comprendere la soluzione e il senso della sua esperienza: l’incontro vivo con Dio, illumina tutto il suo diario, che diventa una testimonianza data a Dio più che a sé stessa”.
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"Io ti comando di amare il Signore"(Dt 30,16)

Della parola di Dio ciò che mi ha più colpito è l'urgenza della scelta che non prevede mezze misure, vie alternative meno dolorose e difficili.
Il testo del Deteuronomio e il passo del vangelo fanno riferimento alla morte che a seconda della nostra scelta di amare o non amare il Signore, seguire o non seguire Cristo, può portare alla negazione, all'annullamento della persona o alla sua piena realizzazione e quindi beatitudine eterna.

E' incredibile come la stessa parola possa avere significati completamente opposti e come solo seguendo Gesù, ascoltando quello che dice, non scandalizzandoci delle sue parole, ma con umiltà, pazienza, perseveranza e soprattutto fiducia, seguendolo per le strade impervie e sconosciute l'annuncio scomodo diventa sempre liberatore.
" Chi mi vuol seguire rinneghi se stesso" dice Gesù.
E' il primo passo, la prima cosa da fare, il primo sì da dire al Signore per convertirsi e credere al Vangelo.
Ieri il sacerdote ci ha cosparso il capo di cenere per ricordarci cosa siamo, perchè la vita dura un soffio e polvere eravamo e polvere torneremo ad essere.
Rinnegare se stessi, fin quando c'è tempo, e questo è il tempo opportuno, è accettare che Qualcuno dia consistenza e valore eterno a ciò che vediamo non durare e non servire.
Scegliamo quindi oggi chi seguire, a chi vogliamo appartenere, da chi ci vogliamo far trasformare.
La cenere ci evoca sempre qualcosa che finisce, che ha smesso la sua funzione, come quando, seduti vicino al camino vediamo esaurirsi la fiamma e cessa il calore perchè la legna o il carbone si sono consumati.
Ma se oggi noi non sappiamo che farcene della cenere, visto che anche i resti della cremazione dei nostri corpi mortali è proibito disperderli per l'aria o per l'acqua perchè inquinano, sappiamo anche, chi ha qualche anno di più sulle spalle, che la cenere la usavano le nostre nonne, le nostre mamme per fare il bucato, per renderlo bianco e profumato.
La cenere la si usava anche come fertilizzante come ancora solo soliti fare nei paesi più poveri dove l'industria chimica ha preso il sopravvento a discapito della salute.
Penso alla croce che in questo cammino quaresimale dobbiamo caricarci sopra le spalle, della quale faremmo volentieri a meno.
Gesù da subito ci invita a imitarlo eco di quello "scegli oggi" del passo del Deteuronomio.
Come Lui è morto così noi moriremo, ma come Lui è risorto, anche noi risorgeremo se ci lasceremo bruciare dal fuoco del suo amore.
La nostra croce, il nostro legno, il nostro corpo innestato al suo, bruciando, morendo, offrendo, siano trasformati in concime di vita nuova, occasione, strumento per lavare i nostri panni sporchi e offrire al Signore la veste bianca e immacolata del nostro Battesimo.

1 commento:

Gus O. ha detto...

Antonietta, complimenti per il libro.
Purtroppo non sempre si capiscono certe malattie.
Silvi è un'utente che per motivi strani mi perseguita
tanto che ho dovuto mettere la moderazione.
Se vuoi, nell'elenco dei miei lettori fissi
metti il tuo segui (Anto) 'che' non lo trovo più.
Un abbraccio.