giovedì 14 giugno 2007

Rabbì, dove abiti?


Sfogliando il diario

“Rabbì dove abiti?”queste parole ci hanno interpellato, il 4 gennaio 2004 quando le abbiamo sentite pronunciare, alla Messa, dai primi discepoli di Gesù.

Erano quelle che anche noi avremmo voluto chiedergli nei giorni in cui la televisione e i giornali non facevano che riportarci le immagini di una catastrofe che sembrava aver cancellato ogni traccia di Lui.
Lo tsunami aveva fatto piazza pulita delle nostre certezze, delle nostre speranze, rovesciandoci addosso il mistero della vita attaccata ad un filo.

Perché non muoiono solo i poveri cristi che abitano in terre sfigate, ma anche chi si può permettere cliniche di lusso e primari di fama mondiale.

Ma non ci siamo fermati alla domanda, perché la risposta ci premeva più di ogni altra cosa.

“Venite e vedrete”.

Come al solito Gesù non dà risposte esaurienti, non fa tutto lui, come siamo soliti far noi che vogliamo convincere a tutti i costi con i nostri discorsi esaurienti che non fanno una grinza. 

Gesù rispetta l’uomo e la sua intelligenza, ma quel che più conta la sua volontà. Andare a vedere, questo vuole che facciamo, per convincerci che non dice balle.


Oggi, domenica 9 luglio2006, scopriamo qual è il suo paese, i suoi genitori, i fratelli, gli amici, la chiesa che frequentava.

Abbiamo tutte le coordinate per capirlo un pochino di più.

La televisione non ci parla di immani tragedie, lo tsunami non è che un ricordo, questa sera c’è la finale dei campionati di calcio: a chi può importare dove abita Gesù?


Avremo il tempo o il modo d’incontrarlo, mentre gli occhi di tutti sono incollati ad un pallone e, “cascasse il mondo, questa non me la posso perdere?”


Eppure il Vangelo ci dice che la risposta ce la può dare anche il nostro anziano vicino di casa, che è rimasto solo da poco e non ha nessuno con cui guardare la finale del campionato. 
9 luglio 2006
 













































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