giovedì 14 giugno 2007

Lo stadio

  Sfogliando il diario


In un pomeriggio uggioso di una domenica qualsiasi, che, a sentire i giornali, si distingueva per le partite di calcio a porte chiuse, a seguito dei fatti efferati senza fumogeni, bombe carta e striscioni, in uno stadio di spettatori attenti e disciplinati, con lo Spirito che faceva da custode, guida e maestro, don Giuseppe di Virgilio, reduce da un lutto recentissimo e febbricitante, ha infiammato noi coppie e tutti gli operatori di Pastorale famigliare, con il sacro fuoco dello Spirito e ci ha introdotto nella sala segreta del Re.

Il Cantico dei Cantici, letto e commentato dal relatore, non poteva che infiammarci ancora di più sull'amore che Dio nutre per noi, ma soprattutto per l'amore che a noi sposi è dato di sperimentare in pienezza. Un amore fatto di baci e di carezze, di sguardi e di parole, di lamento e di passione, di attesa e di conquista, di un cercarsi e incontrarsi, di un fermarsi e ricominciare a correre.

Aveva esordito dicendo, che il tempo non potevamo ancora sprecarlo ad imporre qualcosa che sembra riguardare solo i preti e i volontari del sacrificio. Ha aggiunto che per convincere bisogna far inamorare la gente di Gesù, di Dio, della sua Parola.

Solo l'amore può giustificare scelte che ai più sembrano insensate.L'amore di cui è informata la Parola, il libro Sacro dove l'amore si chiama Gesù, che lo sperimenta nell'accoglienza in una famiglia sui generis, e che è rifiutato dalla famiglia d'origine.

Straordinario questo Dio che sconvolge gli schemi, facendo partorire prima l'uomo... che pazzia, poi chiedere a Maria se voleva, con lui, ricominciare tiutto da capo!

Così lo Spirito che diede vita all'uomo e poi alla donna, fecondò Maria, la sposa che doveva parorire lo sposo. Ma lo sposo doveva morire per dare la possibilità all'uomo e alla donna di partorire insieme l'altro da sè, facendo una cosa nuova e irripetibile: il figlio.

Crescete e moltiplicatevi disse Dio alla prima coppia, ma la moltiplicazione non era numerica, era di qualità, perché non basta mettere al mondo dei figli perchè vivano.

Caino uccise Abele, e la storia così cominciò il suo degrado.

Lo Sposo doveva effondere il Suo Spirito perchè la vita durasse in eterno e la discendenza non si limitasse solo i primogeniti. Con la mporte di Cristo siamo diventatri tutti eredi e non ci dobbiamo rubare la primogenitura in cambio di un piatto di lenticchie.

14 febbraio 2007

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