lunedì 26 novembre 2018

"Non fu trovata menzogna sulla loro bocca" (Ap 14,5)


 


SFOGLIANDO IL DIARIO...

Meditazione sulla liturgia di
lunedì della XXXIV settimana del TO anno pari diar

Letture: Ap 14,1-3.4b-5; sal 23/24; Lc 21,1-4

"Non fu trovata menzogna sulla loro bocca" (Ap 14,5)

Siamo arrivati al termine dell'anno liturgico e le scene che ci si presentano ci portano a riflettere su come andrà a finire.
E' estremamente consolante sapere che i giusti avranno un destino di gloria e per sempre staranno davanti al trono di Dio e canteranno le sue lodi e saranno felici, senza preoccupazioni, nessuna lacrima, nessun rimpianto, nessun dubbio.
Tutto sarà luce e armonia, delle tenebre neanche il ricordo.
Giovanni, con un linguaggio non facile, mostra la bellezza di ciò che attende i giusti, coloro in cui non fu trovata menzogna.
Mi chiedo se avrò parte anch'io a questa liturgia celeste o accadrà come qui sulla terra dove in chiesa non mi fanno né fare e  né dire niente.
Vale a dire se ci sarà un posto anche per me in cielo, se avrò una collocazione, una funzione chiara, definita e consapevole o starò fuori alla porta ad aspettare che si accorgano di me.
Mi chiedo se in me non c'è menzogna.
Per quello che oggi vedo, posso dire che nella mia vita non ho fatto che un'arte: scovare le maschere dietro cui io mi nascondevo, ma anche le maschere degli altri per far emergere e venire alla luce la verità.
Ma questo lavoro che per me, almeno da un certo punto in poi della mia vita, è diventato essenziale, non è detto che sia giunto al termine, quindi concluso.
Ogni giorno mi interrogo su cosa devo gettare nel tesoro del tempio per dare tutto, ma proprio tutto al Signore.
Dico che in Paradiso non ci voglio andare con la valigia, ma non è così semplice spogliarsi di tutto ciò che ci tiene attaccati a questo mondo, che poi sono anche le cose che ci connotano, che ci definiscono.
La nudità spaventa, ma è essenziale per permettere quindi a Lui di rivestirci solo del suo abito, della sua grazia, del suo amore che ci copre, ci scalda e ci identifica come suoi figli scelti e prediletti.
Sto facendo molti sforzi in tal senso, ma mi rendo conto di quanto sia lontana dalla meta.
La vedova ha messo nel tesoro del tempio due spiccioli, tutto quello che aveva, io non sono per niente certa cprehe riuscirei a rinunciare a tutto.
Ogni volta che non per mia volontà sono chiamata a restituire quanto con estrema benevolenza mi è stato affidato soffro e, anche se dico, " Sia fatta la tua volontà, tutto è tuo, è giusto che arrivi anche per me il tempo della riconsegna",  cerco in tutti i modi di salvare il salvabile, perchè la paura di rimanere sola e senza niente mi atterrisce.
Aumenta la nostra fede Signore, aiutaci ad accontentarci di quello che ogni giorno ci dai, del pane quotidiano che spesso è pane di lacrime, di dolore e di solitudine..
Come un turbine alla fine della vita gli scenari cambiano a tal punto che ti trovi spaesata in un luogo e in un tempo che non conosci e che a prima vista è privo di qualsiasi attrattiva.
E devi ancora svuotare armadi, svuotare tasche, mettere in conto che da un momento all'altro quei pochi amici o parenti che sono rimasti possono abbandonarti, lasciarti sola a orientarti in un mondo sempre più ostile e ti senti spaesato, solo, inadeguato e un malessere più o meno grande ti infelicita il tempo che ti rimane da vivere.
Quanto vorrei Signore che la vita non fosse così complicata, specie quando nel tesoro del tempio siamo costretti a gettare le poche forze rimaste, la nostra fragilità, il nostro bisogno di aiuto, la nostra incapacità a staccarci senza esserne dilaniati dalle cose o dalle persone a cui siamo più legati.
Come vorrei Signore che oggi le tue parole mi bastassero per affrontare questa giornata che si presenta così difficile, per tamponare  i problemi derivanti dalle riconsegne continue.
Vorrei che mi bastassi tu per stare bene, non vorrei sentirmi così depressa di fronte a questa settimana che comincia con la macchina adattata  che devo imparare a guidare, con la patente da riprendere, con l'autonomia che essa comporta e che non so quanto mi sia indispensabile.
E poi l'intervento di cataratta all'occhio già fortemente danneggiato dalla macula e il cambio di guardia delle mie aiutanti, badanti, la scelta tra due persone a cui voglio bene, la necessità di trovare la giusta misura e poi tante altre cose ancora che tu conosci.
Signore il mio cuore è un guazzabuglio di pensieri, paure, non c'è gioia in quello che faccio e mi sento come travolta da un uragano.
Tu sei la mia ancora, la mia salvezza.
Maria anche tu so che non mi hai mai abbandonato, ma ho bisogno  di qualcosa che dia carne alla mia fede.
Per questo ti prego.
Oggi é il compleanno della sposa di nostro figlio, la madre dei nostri due nipotini.
Ti prego per lei, perchè ce l'hai donata, ti ringrazio per tutto ciò che attraverso di lei tu comunichi a noi, ti prego perchè io possa sempre accoglierla nel mio cuore senza giudizio ma con carità amorevole.
Maria aiutami a vivere questa difficoltà come occasione di grazia, senza distogliere gli occhi da Gesù.

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