venerdì 12 ottobre 2018

Vegliate e pregate


 Meditazione sulla liturgia di
venerdì della XXVII settimana del T.O.

VANGELO (Lc 11,15-26)
In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde.
Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».

La Parola di oggi ci invita a stare svegli, ad essere vigili e attenti perchè il nemico le studia tutte per impadronirsi della nostra casa.
Noi da un lato non vogliamo che il diavolo vi entri e ci tormenti e ci schiavizzi, che il male imperversi sì da renderci la vita impossibile, ma dall'altra non permettiamo al Signore di entrarvi e dimorarvi, perchè la difenda dai nostri nemici.
La verità è che non vogliamo essere sotto nessun padrone e vorremmo decidere da soli ciò che ci piace fare senza intrusioni di sorta.
Vogliamo vivere liberi da qualsiasi condizionamento, in modo autonomo, egoistico, separati da tutti, isolati dal male, non contaminati da nulla .
Insomma vorremmo tenere la nostra casa in ordine, senza la fatica di pulirla ogni giorno e non permettendo a nessuno di entrarvi e di viverci.
Quanti cristiani vivono con il piede in due staffe, non volendo compromettere la propria vita con una scelta radicale!
Io, anche se mi ci metto d'impegno, mi ritrovo sempre a confessare lo stesso peccato di tradimento, idolatria, di mancanza di coraggio nel denunciare il male o nel chiudere gli occhi davanti a ciò che offende il Signore, per paura, per pigrizia, per distrazione, per quieto vivere.
Questa mattina mentre meditavo i misteri dolorosi, ho pensato al tradimento di Giuda. 
Quante volte io ho tradito il Signore, non mettendolo al primo posto, non permettendogli di abitare nella mia casa?
E poi ho pensato al sonno di quei discepoli fidati che Gesù aveva chiamato nell'Orto degli ulivi perchè si unissero alla sua preghiera e non lo lasciassero solo a combattere l'estrema battaglia contro il male?
"Vegliate e pregate" dice Gesù e questo non è avvenuto per Pietro Giacomo e Giovanni che pure erano stati scelti per assistere alla sua trasfigurazione, perchè avessero un'anticipazione di paradiso,  che azzerava ogni tipo di previsione funesta.
Non ci riuscirono a stare svegli i più intimi amici e lo lasciarono solo.
Quante volte lasciamo sole le persone, negando loro anche solo uno sguardo di misericordia, un gesto di tenerezza, il dono di un frammento del nostro tempo, che sembra sfuggirci di mano! 
Viviamo in modo convulso e abbiamo sempre tante cose da fare, da pensare, cose che ci distolgono dal pensare ai bisogni degli altri, dei piccoli di Dio.
In questi ultimi giorni ho fatto esperienza di quanto il tempo si dilati se lo si vive nella grazia del Signore.
Solo due giorni fa volevo mandare in frantumi il cielo, rinnegando i buoni propositi.
Mi sentivo braccata da ogni parte nel fisico, negli affetti e nei beni materiali, colpita come accade durante un bombardamento mirato o uno tsunami.
Volevo, volevo, volevo, non so cosa volevo, ma ero molto arrabbiata e sicuramente un urlo al cielo compresso ce l'avevo da indirizzare, sperando di svegliare Dio che non ascoltava la mia preghiera.
Avrei voluto urlare BASTA!!! ma le ruote della macchina mi hanno portato in un confessionale, dove c'era ad aspettarmi il Signore che, attraverso padre Carlo, mi ha accolto e rassicurata, mi ha dato la pace e riacceso la speranza.
Ho capito chi voleva esasperarmi e da lì ho ricominciato il cammino, riprendendo in mano la candela del battesimo e con la piccola luce che da essa si sprigionava ho cercato di fare un passo alla volta, ringraziando per quel passo e non preoccupandomi del successivo. 
Era ancora tutto buio ma io avevo riacceso alla luce di Cristo quello strumento indispensabile per non impazzire di paura e per orientarmi in un paese pieno di macerie.

Nessun commento: