venerdì 11 maggio 2018

"La vostra tristezza si cambierà in gioia." (Gv 16,20)

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"La vostra tristezza si cambierà in gioia." (Gv 16,20)

Quanto vorrei Signore che queste tue parole mi togliessero lo smarrimento e la paura per ciò che sto vivendo, che mi accade, che non conosco ma mi toglie le forze e annulla i desideri.
Signore oggi penso più profondamente a quanto sia debole la mia fede se mi sento così angosciata da ciò che mi fa star male che non conosco e non posso dominare.
Il corpo, dopo tanti anni di usura, oggi sempre più mi ricorda che siamo terra e terra ritorneremo...e ho paura.
Signore non vorrei avere paura.
Quando non avevo la fede e non ti conoscevo, pensavo che il saperti vivo e presente accanto a me mi avrebbe aiutato a superare momenti come questo e anche peggiori.
E invece devo purtroppo ammettere che non è così scontato premere il bottone della preghiera, chiedere aiuto e vedere la salvezza.
A volte l'attesa è tanto lunga che sembra di morire, come ora che aspetto che torni dal lavoro il mio sposo, perché sono sola e infelice.
L'amica che mi è stata vicino questa mattina non mi ha tolto il problema della debolezza e il dolore alle gambe che non so da dove venga.
Non è la prima volta che mi accade.
Mi è capitato anche mentre ero intenta a fare la spesa sempre accompagnata dai tuoi angeli.
Mi chiedo cosa mi stia succedendo, da dove venga questa debolezza estrema e questo dolore che mi fa venire il vomito.
Quando avevo le crisi di panico avevo gli stessi sintomi e mi spaventavo a tal punto da chiedere aiuto a chiunque.
Ora chiedo aiuto solo a te che non mi rispondi, a te che sei il mio unico rifugio, la mia certezza, l'unico che può e sa capirmi.
Perché Signore permetti che i mio corpo e il mio spirito vengano devastati da tempeste tanto violente, perché la mia vita è così avara di gioie, di amici, di desideri che non siano collegati ad un dolore, una paura, uno smarrimento ?
Avevo tanti desideri un tempo, tante mete da raggiungere, tante cose da fare, da comprare, da offrire, tanto di tutto.
Ora sento in me spegnersi la vita perché si stanno spegnendo le luci del mondo che mi motivavano a muovermi, alzarmi, guarirmi.
Ora mi sento in una valle desolata, moribonda, con gli avvoltoi che fanno sinistri giri su di me abbassandosi pian piano.
E io ti cerco e io ti invoco e io grido a te la mia afflizione.
Continuo a gridare in questa valle deserta senz'acqua e senz'anima, continuo con voce sempre più flebile ad innalzare a te la mia preghiera.
Mi vedi Signore?
Mi senti?
Sono qui in questo angolo sperduto di mondo ad attendere dalla tua mano le briciole che cadono dalla tavola.
Tu sei Padre, tu sei mio Padre.
Tu mi hai generato. Non ti ho chiesto io di venire al mondo.
La vita che mi hai donato è un filo spinato a cui non mi posso aggrappare senza farmi male.
Ma io continuo a sperare e come Giobbe voglio gridare con gioia, con covinzione, con tutto il cuore:
"Io so che il mio redentore è vivo
e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!
Dopo che questa mia pelle sarà strappata via,
senza la mia carne, vedrò Dio.Io lo vedrò, io stesso,
i miei occhi lo contempleranno e non un altro."(Gb 19, 25-27)

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