mercoledì 11 aprile 2018

"Andate e proclamate al popolo queste parole di vita"(At 5,20)




"Andate e proclamate al popolo queste parole di vita"(At 5,20)

Delle letture di oggi voglio soffermarmi sulle parole che mi hanno più colpito.
Luce, vita, verità, libertà, salvezza.
Non ci salviamo da soli, questo è certo, anche se ci illudiamo del contrario.
Io sono una di quelle che non ha mai messo in dubbio il fatto che da soli bisognava sbrigarsela, arrangiandosi, inventando mille strategie alternative per uscire dal fosso.
"Pregherò quando sarò guarita" risposi ad una collega che mi aveva consigliato di chiedere a Dio la guarigione, dopo tanti anni di sforzi umani naufragati nell'insuccesso, sforzi di medici e miei personali per non arrendersi mai.
Arrendersi per me era una debolezza inaccettabile e sulla base degli imput di mia madre " Arrangiati" per qualsiasi cosa le chiedessi, ho imparato a sbrigarmela da sola e poi anche a dispensare consigli a chi era in difficoltà.
Senza di Lui, Gesù Cristo, non possiamo fare nulla, con Lui tutto è possibile.
Purtroppo i migliori anni della mia vita li ho sprecati a portare il masso di Sisifo sulla montagna che puntualmente mi ricadeva addosso, e come Atlante sentivo il peso, la responsabilità del mondo intero , portandomelo sopra le spalle.
Ero convinta che volere è potere e che non bisogna mai arrendersi.
La mia cultura classica non prevedeva sognatori come Gesù, il figlio di Dio che era venuto a salvarci, a darci l'aiuto necessario quando il fosso era più grande.
Ma chi mi aveva parlato del Dio di Gesù Cristo? Chi di una salvezza gratuita, di un amore così grande non da combattere ma da accogliere e trarne ogni genere di beneficio?
Gli dei della mitologia greca si sa come si comportavano e io ero imbevuta di quella cultura. Per me era naturale che la giustizia si potesse ripristinare rubando il sacro fuoco al re degli dei.
Novello Prometeo senza rimpianti la notte pagavo lo scotto di tanta audacia con un avvoltoio che mi divorava il fegato che di giorno però ricresceva più rosso e più vivo che mai.
Il fuoco, la luce, per averla, avevo dovuto pagare un prezzo grande, ma non mi importava, perchè in me sentivo forte il desiderio di ripristinare la giustizia per tutti a qualsiasi prezzo.
"Quante cose si possono fare con Gesu'!" le parole che mi accompagnarono dopo la conversione, parole di un bimbo a cui la madre e la maestra avevano parlato di Gesù in modo convincente.
Mi dispiace che a me non sia successo quando ero piccola e mi sentivo tanto sola a combattere gli inevitabili ostacoli della vita.
Pur frequentando un istituto di suore non ho mai percepito l'importanza dell'incarnazione, non ho mai creduto a nulla che non potessi toccare, vedere, capire.
La ragione era il metro di tutte le cose e si sa che il vangelo, se per caso ti ci imbatti, non puoi leggerlo con il cervello, con un occhiale sbagliato perchè non ci capisci niente.
Questa mattina ho fatto fatica a capire quello che Gesù ha detto a Nicodemo, come anche il passo degli Atti degli Apostoli, perchè tutto sembra criptato e capisce solo chi è dentro, agli altri non è dato di capire.
E' come se ci intestardissimo a cercare o orientarci in un luogo buio, senza luce,nè sole, nè stelle. 
Ringrazio il Signore che mi ha dato consiglio, che oltre alle lingue studiate a scuola mi ha messo nel cuore gradualmente un traduttore per capire il senso delle parabole.
"La verità non può essere incatenata" quella verità che splende nel cielo rigenerato dal suo sacrificio. E succede che quando pensi di aver perso tutto, che ti sei affaticato invano, che non c'è nessuno che ti stenda una mano pèer tirarti fuori dal fosso, nessuno che sacrifichi il suo tempo per ascoltarti, consolarti, aiutarti, quando hai davanti il nulla la prigione di sepolcri imbiancati senti bussare alla tua porta. Non lo conosci, ma riconosci che ha le fattezze di un amico , di un fratello di una persona speciale che pensavi esistesse solo nella tua fantasia.
E' incredibile riconoscere chi non hai mai frequentato, ma inconsciamente desideri che accada.
E così è stato.
Il lucerniere dove ardeva la fiamma è stata Maria, la madre, che mi ha aiutato a trovare la strada giusta per entrare in intima comunione con il Figlio.
Avevo bisogno di chi mi parlasse, mi comunicasse parole di vita e ho cominciato a cercarle avida e con ingordigia le ho divorate.
Maria ha rallentato i miei passi, mi ha invitato a non avere fretta, a meditare ogni parola che usciva dalla sua bocca.
Il tempo si è fermato e adesso mi trovo a gustare il profumo di un silenzio adorante.

Nessun commento: