venerdì 16 marzo 2018

"Non sono venuto da me stesso". (Gv 8,42)

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"Non sono venuto da me stesso". (Gv 8,42)
Signore, quanta autoreferenza ci contraddistingue! 
Pensiamo sempre che tutto dipenda da noi: i nostri successi, le cose che riusciamo a fare senza l'aiuto di nessuno, le intuizioni geniali, i nostri carismi, insomma tutto il "buono" che viene da noi, il buono umano…
Mentre, se non riusciamo nell'intento, i fallimenti, quindi le bocciature della vita, siamo propensi ad attribuirli sempre agli altri o alla cattiva sorte.
Poi ci sono i depressi, quelli che pensano di non valere niente, che combinano solo pasticci, sono causa di guai, si piangono addosso e vivono paralizzati dal giudizio che per primi essi emettono nei propri confronti.
Tutte queste situazioni ci riguardano perché è più normale per noi prescindere da te e chiamarti in causa per il bene che facciamo o riusciamo a fare, mentre per il male, i no della vita, è facile che ti mettiamo sul banco degli accusati, perché permetti che il giusto sia perseguitato e anche ucciso.
La vita Signore, senza di te, è un inferno, un grande pasticcio, un discorso senza né capo né coda, un guazzabuglio, un imbroglio, una fuga, un'alienazione.
Si dice che l'inferno l'abbia inventato tu, ma niente e così contrario alla verità e realtà dei fatti.
Se apriamo i giornali e guardiamo la televisione ci rendiamo conto di come vanno le cose in questo mondo: guerre, omicidi, suicidi.
Pare che la morte sia la soluzione di tutti i problemi, la morte di chi non ci piace, ci perseguita, non ci accetta, non ci vuole, ma anche la morte delle persone a cui vogliamo bene, che portiamo con noi nella tomba non sopportandone il distacco.
Signore quante cose sbagliate vediamo scorrere sotto i nostri occhi, quante cose che sembrano non riguardarci direttamente, perché noi ci sentiamo fuori da tutte queste porcherie ed esenti da certi sentimenti, più bravi più buoni, fuori dalla mischia, senza peccato.
Penso a quante divisioni permangono nelle nostre famiglie, dividendole, relegando alcuni membri nell'indifferenza, nel limbo della dimenticanza.
Ma quante battaglie e quante divisioni dentro di noi, lacerati da contraddizioni irrisolte, da sentimenti conflittuali, dall'incapacità di perdonare a noi stessi le nostre debolezze!
Ma anche la presunzione di esserne esenti crea grossi danni, si che non vediamo la trave nel nostro occhio, mentre ci ostiniamo a voler togliere la pagliuzza dall'occhio dell'altro.
Tu Signore ci insegni a guardarci dentro e a prendere coscienza di quello che siamo realmente.
In questi giorni ci dai veramente le indicazioni più importanti per vivere in comunione con te e trovare la pace.
La pace, quella che ci manca, perché siamo sempre protesi a difenderci dagli attacchi di chi o cosa non si concilia con il nostro obiettivo.
La pace che coinvolge l'anima e il corpo e che viene dal rimanere nel tuo amore.
Signore quanto vorrei che questo fosse sempre possibile per me! Che la tua casa possa sempre percepirla come unica vera e reale dimora!
Ma purtroppo tanti sono quelli che attentano a che Tu ne rimanga fuori, tanti pensieri, dolori, tentazioni e via dicendo.
Signore tu ci dai una grande lezione di umiltà, mentre affermi che sei mandato da Dio, che sei Dio, perché sei suo figlio, obbediente fino alla morte alla sua volontà.
Tu Signore Gesù, ci hai ricordato ieri, che noi prendiamo gloria gli uni dagli altri e oggi ci dici che non sei venuto da te stesso, ma che sei stato mandato.
Le tue parole Signore mi commuovono e mi fanno riflettere.
Vero Dio e vero uomo.
Un mistero che ci hai consegnato, un mistero che vuoi condividere con noi, rivelandolo sì che noi prendiamo da questo la necessaria linfa per credere che può accadere anche a noi.
Tu ci fai partecipi di qualcosa che ci sovrasta, che è più grande di ogni umana immaginazione.
Ci dici che anche noi siamo figli di Dio e come tali siamo mandati ad annunciare il Vangelo della salvezza.
Il Battesimo che tu ci hai donato, offrendo il tuo corpo in sacrificio, è fonte di nuova vita, quella eterna, la vita vera che si alimenta alla stessa fonte da cui tu sei nutrito.
Il Battesimo è la conclusione del nostro cammino quaresimale.
Tutto il nostro essere tende a questo incontro rigenerante.
Come Nicodemo vogliamo rinascere dall'alto ma dobbiamo aspettare la Pasqua.
Per ora c'è l'attraversamento del deserto con tanti ostacoli e tante mormorazioni, mugugni, ribellioni, tradimenti. 
Il deserto quaresimale ci pone di fronte ai nostri limiti e ai nostri peccati.
Perdono Signore…

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