giovedì 11 gennaio 2018

"Signore se tu vuoi puoi".(Mc 1,40)



"Signore se tu vuoi puoi guarirmi".(Mc 1,40)

Non basta andare in Chiesa, recitare rosari, seguire processioni, fare adorazioni eucaristiche, sentire messe eccetera eccetera per dire "Dio è con noi".
"Il Dio con noi" non è un talismano.
La Chiesa, l'arca dell'alleanza, i simboli sacri non sono garanzia di vittoria sui nostri nemici, su quelli che attentano alle nostre sicurezze e, ci impediscono di conquistare la Terra promessa, senza rimetterci in discussione, facendo il comodo nostro, non mettendo Dio al primo posto, ma riesumandolo solo nei momenti di crisi.
Un Dio così strumentalizzato non ci potrà essere di aiuto perché ciò che gli sta a cuore non è la vittoria di un momento, ma la salvezza definitiva di tutti i suoi figli.
Cosa quindi ci insegnano le letture di oggi?
Nel Vangelo viene raccontata la guarigione del lebbroso.
"Se tu vuoi puoi guarirmi"dice l'uomo a Gesù.
L'umiltà di riconoscersi bisognosi, l'umiltà di ammettere il proprio peccato, rende la preghiera autentica.
Solo chi è consapevole della lebbra che lo divide dal consesso umano, che gli impedisce la comunione, la condivisione, la solidarietà con l'altro uomo, può presentarsi a Dio con le credenziali giuste, può suscitare compassione.
E Gesù prova compassione per quest'uomo che vive emarginato dalla società e lo guarisce, esaudendo la sua preghiera: "se tu vuoi puoi".
“Se tu vuoi” questo differenzia la fede degli Israeliti che si trovarono a combattere contro i Filistei e il lebbroso.
"Se tu vuoi" fa la differenza perché mette davanti a tutto la volontà di Dio che non necessariamente coincide con la nostra.
Se tu vuoi Signore, puoi liberarmi dall'angoscia, dalla paura, dal dubbio, da tutto ciò che mi separa dagli uomini e da te.

Se tu vuoi Signore puoi farmi tornare in vita.

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