mercoledì 1 novembre 2017

"Nella speranza infatti siamo stati salvati" (Rm 8,24)

"Nella speranza infatti siamo stati salvati" (Rm 8,24)

Un'altra notte è passata, grazie a Dio! Manca un piccolo scampolo di tempo perchè torni ad animarsi con il risveglio di Gianni e l'arrivo di Michela. Così approfitto per meditare la Parola di Dio e riflettere su quante cose Dio già da adesso ci fa vedere senza farci aspettare che il lievito arrivi a maturazione e il granello di senapa diventi un albero.
Quando le prove della vita mi schiacciano, quando l'orizzonte è fermo e il cielo pesa sulla tua testa sì da sprofondarti, conficcarti nelle viscere della terra, mi impongo di non pensare troppo a quello che succederà, mi impongo di non chiedere a Dio soluzioni, dandogli consigli. Mi tengo ancorata alla fede in Lui che conosce bene il Suo mestiere e sa cosa è più utile alla realizzazione del suo progetto d'amore.
Quando stai male è incredibile come noti i momenti di tregua, gli sguardi, le parole gentili, la tenerezza di chi ti sta accanto, ma specialmente i loro bisogni.
Quando stai male il pensiero, se riesce a uscire fuori dalla prigione del corpo, va a tutti i malati, i sofferenti, a tutti quelli che da lontano non puoi che aiutare con una preghiera.
Andiamo sempre di fretta e non ci accorgiamo dell'erba che cresce, che il sole ogni giorno tinge di rosa il cielo e ci riscopre come faceva mia madre quando era ora di alzarsi.
Il sole ci copre e ci scopre rendendoci visibili a noi stessi e agli altri.
La maggior parte delle notti il mio sole è Lui, il Signore che mi viene a trovare...e Sua Madre...e i miei cari che la Sua Parola mi evoca.
Il mio tormento è quando mi viene tolta la connessione per il fracasso di un corpo che urla il suo dolore e fa cadere la linea.
Questo è il mio tormento e l'unica preghiera che riesco a fare in questo tempo a volte incastrato sulla sofferenza, nel silenzio di Dio e risposte degli uomini è l'attesa, muta, attesa che si rompano i sigilli e io possa tornare a dialogare con LUI.
La solitudine mi prostra più che il dolore e la malattia e la notte amplifica lo spazio vuoto, intorno, e mi trovo a navigare nel buio senza vedere nulla a cui appigliarmi, nulla che possa dare un senso a questo viaggio interminabile di non risposte, di fallimenti, di spogliazione.
"Signora lei ha una malattia rarissima, incurabile e progressiva...Signora lei ha disturbi di scarso rilievo...Signora lei deve farsi curare il cervello...Signora lei deve imparare a digiunare da tutto ciò che le piace..."
In questi 50 anni le diagnosi sono state le più svariate, contraddittorie, la guarigione una pura chimera, perchè anche quelli che fanno con coscienza il loro lavoro alzano le mani davanti al mistero che mi porto nascosto dentro di me.
L'incontro con il Signore ha cambiato il mio modo di affrontare i problemi, la vita, in modo graduale, sì che se ci sono notti in cui non riesco neanche a stringere la corona del rosario tra le mani, ce ne sono altre che sollevo lo sguardo al crocifisso appeso sul comodino, un Cristo sofferente che è la risposta a tutti i miei perchè e la miglior medicina per continuare a sperare.
Un tempo al suo posto avevo messo il calendario liturgico che ogni giorno riportava una frase significativa tratta dalla liturgia del giorno.
Per anni la Parola di Dio ha illuminato le mie notti oscure, ma oggi è Lui che parla direttamente al mio cuore attraverso l'immagine dello strazio del suo corpo che non ancora riesce a morire. 
Ai suoi piedi ho messo la piccola e bisunta e scrostata Madonna, trovata nella casa di Sergio, il cugino barbone, che ci ha lasciato in eredità,( oltre a ettari di terra abbandonata, case bruciate o crollate e un sepolcreto in grado di accogliere ancora 4 persone..)
Cosa alimenta la speranza? Il prezzo.
Grazie Signore per tutto ciò di cui ti servi per far lievitare la massa e far crescere così tanto un granello di senapa.
Grazie del tuo Sole, della tua luce, grazie della tua presenza costante accanto a me, anche se non vedo, non sento, non tocco. 
La strada per attendere con gioia è proprio in quello che ci manca a che si sviluppi in pienezza il tuo progetto d'amore.

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