sabato 4 novembre 2017

" Chi si umilia sarà esaltato" (Lc 14, 11)


" Chi si umilia sarà esaltato" (Lc 14, 11)

Questa mattina il Signore ci invita a riflettere sull'umiltà, parola che in sè contiene il seme della vita.
Maria, nel Magnificat, esplode in un inno di gioia e di gratitudine a Dio perchè aveva guardato l'umiltà della sua serva.
Dio per realizzare il suo progetto sceglie sempre persone sconosciute, per il mondo non capaci, non all'altezza, inadatte al compito da svolgere, cosa che sembra un controsenso. 
Sceglie ciò che il mondo scarta, mette da parte, disprezza per mostrare che il valore non ce lo dà il mondo, ma Lui che per primo ci ha amati e ci ha chiamato all'esistenza.
Umile ha al suo interno la parola latina "humus" che significa terra.
Noi veniamo dalla terra, siamo fatti di terra su cui il Signore ha alitato il Suo Spirito.
Il primo uomo si chiamò Adamo, il terrestre, fatto di terra.
Non posso per associazione d'idee non pensare alla terra promessa verso la quale tendiamo, una terra dove scorre latte e miele, dove i fiumi battono le mani e tutta la natura è in festa.
Un banchetto di grasse vivande sarà ad aspettarci sul santo monte dell'eredità promessa.
Il primo uomo con il peccato perse la possibilità di trarre frutti buoni e commestibili dalla terra di cui era fatto, dal lavoro delle sue mani, ma solo frutti che intossicano e che man mano ti tolgono la vita.
Per questo Dio si è incarnato, è diventato terra come noi, ma buona, humus nel senso che oggi diamo alla parola, terra ricca di fermenti vivi per accogliere il seme e farlo germogliare.
Gesù la nostra terra.
Come ci ricorda San Paolo nella lettera ai Filippesi 2, 6-11
"Egli pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio 
l'essere come Dio,
ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall'aspetto riconosciuto come uomo,
umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
e ogni lingua proclami:
«Gesù Cristo è Signore!,
a gloria di Dio Padre.
Non possiamo non tener conto di tutto questo per ridimensionarci e lasciare a Dio il compito di sollevarci alla sua altezza.
Ma come si fa a vivere l'umiltà evangelica?
Me lo chiedo, perchè a volte mi sento arrogante e molto determinata nel professare la mia fede, nell'affermare che Gesù Cristo è il Signore, provocando negli altri fastidio e rifiuto.
Si può essere umili e nel tempo stesso tempo determinati e orglogliosi della verità che portiamo dentro?
"Chi si vanta, si vanti nel Signore" è scritto.
Quando al centro della mia vita sei tu Signore non mi basteranno mai parole per santificare il tuo nome, per dire a tutti che ci ami e che vuoi darci tutto di te, vuoi darci cose che nè tignola nè ruggine attacchino, ma gioia senza fine nel godimento della bellezza, della bontà, della verità, della giustizia, ma soprattutto della tua misericordia.
Tu Signore, contadino del cielo, insegni agli uomini a coltivare la terra che hai dato ad ognuno, unendola al tuo concime, che la trasforma in humus fecondo.
Ma concretamente come si puòn esercitare l'umiltà?
Gareggiare nello stimarci a vicenda, non agire per vanagloria, essere sempre consapevoli di che pasta siamo fatti, a quale speranza siamo chiamati...

L'umiltà è quando la scelta di Dio ti fa naturalmente sedere all'ultimo posto, perchè non ti senti degno di tanto onore...tanto amore.

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