giovedì 19 ottobre 2017

Colpa e grazia

Se consideri le nostre colpe, Signore, 
chi potrà resistere? 
Ma presso di te è il perdono, 
o Dio di Israele. (Sal 130,3.4)


I "guai" questa settimana Gesù non ce li risparmia, anche se si rivolge ai farisei e dottori della legge del suo tempo.
Forse che il vangelo ci ha saltati, perchè noi siamo buoni, non apparteniamo a quella categoria di persone, contemporanee di Gesù che viene stigmatizzata per il comportamento ipocrita nei confronti di Dio e dei fratelli?
In questo cammino di fede , man mano che procedo, ho capito che quando ti senti bravo, a posto, quando non hai niente da rimproverarti è allora che ti devi fermare a fare un esame di coscienza più approfondito.
Don Ermete predilige commentare le lettere di San Paolo per cui il problema dei guai non lo affronta.
Ma io sono una che non si accontenta e da questa mattina mi chiedo cosa ho a che fare con l'uccisione dei profeti, bypassando completamente la prima lettura, l'apertura della lettera ai Romani di San Paolo.
E menomale che don Ermete è fissato, perchè mi ha aperto la mente e mi ha fatto capire quello che non capivo.
Dio ci ha scelti in Cristo, prima della creazione del mondo... facendoci conoscere il mistero della sua volontà..
"Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, per mezzo della redenzione che è in Cristo Gesù."(Rm 3,23-24) 
Forse ce ne siamo dimenticati che con il Battesimo diventiamo, innestati in Cristo, figli di Dio quindi re, profeti e sacerdoti.
Allora i conti tornano, perchè chi di noi ogni volta che parla un fratello pensa che Dio si stia servendo di lui per dirci qualcosa?.
Siamo propensi a credere solo a ciò che ci fa comodo, che ci piace, che ci interessa.
Se quello che ci viene detto non coincide con l'idea che ci siamo fatti di Dio e del peccato, se siamo gentili condanniamo a morte il profeta non facendolo di fatto esistere nei nostri pensieri, nelle nostre frequentazioni, gli mettiamo un bavaglio alla bocca, virtuale, girando la testa da un'altra parte e turandoci le orecchie.
Cambiamo come si suol dire canale e frequentiamo le chiese, le comunità, i gruppi dove troviamo noi l'applauso e la stima.
In questi tempi di grandi sconvolgimenti, se accendiamo la televisione, apriamo il giornale o solo ci fermiamo a fare quattro chiacchiere con gli amici non si parla che di disgrazie, di ciò che non va, non funziona in famiglia, nello stato, nel mondo.
Ci comunichiamo solo le cose brutte, mai una volta che ci venisse in mente di lodare, benedire e ringraziare il Signore per il bello e il buono che diamo per scontato, perchè Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo, come dice San Paolo, in Cristo.
Il punto di riferimento è Lui e solo Lui, perchè la vita e la morte, la salute e la malattia, non sono che aspetti della vita del seme che non germoglia e fiorisce se non marcisce e muore.
Gesù sa tutto questo e lo sanno anche i suoi profeti, e continua a ripetercelo che se non stiamo attenti non vedremo alcun frutto, nè fiore spuntare se ci mettiamo il concime del fai da te, dell'orgoglio, della presunzione di non leggere il libretto d'istruzioni accluso al dono che Dio ci fa il giorno del nostro battesimo.

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